3,30 min
Consulenti finanziari, commercialisti, avvocati, notai, mediatori creditizi e tanti altri professionisti si sono riuniti per definire la Consulenza patrimoniale, cosa è e quali sono gli ambiti di azione
Poco più di sei mesi di vita e con già all’attivo oltre 500 iscritti fra consulenti finanziari, commercialisti, avvocati e altre variegate professionalità: è in questo contesto che la scorsa settimana si è tenuta la prima convention nazionale, tutta digitale, della neonata Associazione nazionale dei consulenti patrimoniali (Ancp).
“Quella del consulente patrimoniale è una figura nuova ma non sconosciuta”, introduce il presidente Angelo Deiana, che aggiunge “è una terminologia che si sta espandendo, ne parlano in molti, basta fare una rapida ricerca sui motori di ricerca Internet”.
E per farsi un’idea della portata del movimento basta osservare il parterre di invitati che conta la presenza di esponenti del mondo bancario, della consulenza, delle professioni e della politica: Gianfranco Torriero, vicedirettore generale Abi, Marco Tofanelli, segretario generale Assoreti, Paolo Baretta, sottosegretario al ministero Economia e Finanza, Gianluca Di Ascenzo, presidente operativo Oic, Osservatorio Imprese e Consumatori.
Chi è il consulente patrimoniale?
“Il consulente patrimoniale è un professionista con competenze orizzontali, non verticali”, spiega Deiana. “Ciò si manifesta in una serie di attività che impattano tutta la sfera di vita del cliente, cioè quello che potremmo chiamare il quadrilatero di ciascun individuo, formato da i) persona; ii) famiglia; iii) professione, produzione del reddito e iv) patrimonio”.
Deiana nel suo intervento spiega il nuovo paradigma del consulente patrimoniale: “in genere siamo abituati a ragionare in maniera verticale su ciascuna di queste singole aree di attività. Al contrario, l’approccio che bisogna avere per comprendere tutte queste aree è quello di un dottore generico che abbia capacità di comprendere – al di là della sua specializzazione – quali sono le ragioni in termini di diagnosi e quali le possibili soluzioni in termini di progetto terapeutico. Nella pratica il consulente patrimoniale mappa la situazione famigliare e patrimoniale del soggetto e poi se in grado di dare soluzione la da ma se si accorge che c’è bisogno dell’intervento di un altro specialista lo indirizza verso quella competenza”.
Questo è lo spirito su cui si basa Ancp, dice Deiana, un’associazione “a rete dove le relazioni di network sono reciprocamente vantaggiose, basate sullo scambio continuo di clienti e competenze a favore di tutti i professionisti coinvolti nel progetto associativo”.
Oggi Ancp conta professionalità da ben 22 settori, fanno parte dell’associazione notai, avvocati, commercialisti, consulenti finanziari, agenti immobiliari, mediatori creditizi, specialisti di trust, “tutti professionisti che cercano di dare risposte esaustive a problemi complessi”, aggiunge Deiana, che chiosa: “la pandemia ci ha fatto rendere conto di quanto sia significativo l’impatto del network nella vita professionale di ognuno di noi”. E l’obiettivo dell’Ancp sembra essere quello di non disperdere questo patrimonio culturale.
Questa filosofia trova d’accordo il segretario generale di Assoreti Marco Tofanelli, che pone al centro il servizio di consulenza, “indipendentemente da chi lo presta, sia esso un consulente abilitato, autonomo o patrimoniale”. Secondo il segretario dell’associazione delle reti di consulenza oggi sta emergendo il vero valore della consulenza, “un servizio – dice Tofanelli – prestato nell’interesse del cliente e del Paese”.
Il ruolo della consulenza patrimoniale nell’allocazione della liquidità
Per Tofanelli il tema della consulenza patrimoniale diventa un ‘must’ per tutto il sistema consulenziale italiano poiché “tutta la capacità di risparmio degli italiani – oggi ferma sotto forma di depositi e conti correnti – deve evolvere nell’ottica di pianificazione di lungo periodo basata sul ciclo finanziario della vita della famiglia e sulla sua situazione patrimoniale complessiva”.
“E attenzione – precisa il manager – in tutto ciò rientra anche lo studio della situazione debitoria [della famiglia] che ha ruolo importante perché nel life-cycle degli individui c’è una fase di accumulo di risorse, ma ci sono anche fasi di de-cumulo e di indebitamento”.
Da qui, il ruolo fondamentale dei consulenti richiamato da Tofanelli: “riuscire a coniugare gli aspetti fondamentali dell’interesse del cliente e del Paese attraverso la diversificazione del patrimonio in varie forme di investimento che possono essere anche di lungo periodo, seguendo una logica di pianificazione che non abbia al centro il prodotto ma la situazione patrimoniale complessiva della famiglia”.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.