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Il 2023 si è chiuso con un calo del 15% a 120 miliardi di euro. Ma nei prossimi mesi l’offerta ripartirà, grazie al ritorno sul mercato delle società immobiliari e ai tagli Bce
Dopo un anno difficile, il 2024 segnerà una ripresa per i corporate bond ESG in Europa. Ne sono convinti gli analisti di Scope Ratings, che mostrano i dati relativi al mese di gennaio: le emissioni hanno segnato un aumento di circa il 25% su base annua, toccando quota 24 miliardi di dollari. Nonostante l’accelerazione, i titoli sostenibili non sono però riusciti a tenere il passo con la maxi offerta del mercato obbligazionario generale, spinto dal rally dei rendimenti e degli spread. Le emissioni societarie europee sono infatti aumentate del 47% a gennaio, facendo calare in proporzione la quota dei bond Esg dal 43% al 35%.
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Un 2023 in sordina
Il 2023 si è chiuso in maniera non brillante per il comparto. L’appetito degli investitori si è raffreddato e le emissioni ESG-linked sono diminuite di circa il 15% attestandosi a 120 miliardi di euro, a fronte di un aumento dell’offerta complessiva di corporate bond del 7%. Il bilancio dei dodici mesi ha segnato quindi un calo della quota dei titoli sostenibili al 25%, dal 32% dell’anno precedente. Gli analisti di Scope fanno però notare che la flessione riguarda solo il Vecchio Continente (la cui leadership resta comunque confermata), mentre sia in Nord America che in Asia l’attività è rimasta superiore al 4%.
Il crollo dell’immobiliare e la tenuta delle utility
Due i fattori principali dietro al rallentamento del 2023: il crollo delle emissioni del settore immobiliare e il declino delle obbligazioni legate alla sostenibilità. Sul calo d’interesse da parte degli investitori hanno invece pesato soprattutto le preoccupazioni di greenwashing e l’affievolirsi dei vantaggi in termini di rendimento. Anche le utility, storicamente gli emittenti più attivi, pur continuando a guidare l’offerta europea con una quota pari al 40% del totale, hanno visto decrescere i volumi. Colpa soprattutto del calo delle emissioni da parte di emittenti importanti come Tennet ed Enel. La società italiana, però, a gennaio ha lanciato uno Slb da 1,75 miliardi di euro.
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I titoli ESG degli emittenti immobiliari hanno registrato il secondo maggior volume dopo le utility. Tuttavia, l’emissione è crollata nel 2023, rallentando di oltre il 60% a 8,6 miliardi di euro, mentre l’emissione totale di obbligazioni immobiliari europee è aumentata dell’8%
Resistono green bond
Tra i segmenti obbligazionari Esg, solo i titoli verdi non conoscono crisi. A differenza di tutte le altre tipologie, infatti, l’offerta è rimasta stabile e ha rappresentato circa due terzi del mercato per un totale di 80 miliardi di euro. Secondo gli analisti Scope è merito delle politiche adottate in diversi Paesi, che hanno favorito attraverso un sistema di incentivi l’emissione di green bond aziendali. La buona performance del Vecchio Continente è in linea con quella messa a segno da Nord America e Asia, dove la percentuale di obbligazioni verdi sul totale dei bond ESG-linked delle società non finanziarie si è attestata nel 2023 fra il 65% e il 70%.
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Moderata ripresa nel 2024
Guardando ai prossimi mesi, l’agenzia di rating europea prevede un moderato incremento del volume di obbligazioni ESG-linked. A far da traino sarà soprattutto la ripresa dei volumi nel settore immobiliare, sulla scia delle crescenti esigenze di rifinanziamento. Secondo gli analisti, inoltre, l’attesa dei mercati per un taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce potrebbe contribuire nel secondo semestre a spingere ulteriormente i volumi obbligazionari complessivi.
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