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Il settore torna ai livelli pre-Covid: +4,8% rispetto al primo semestre 2019. Cala a 333 euro la rata media mensile mentre si allungano i piani di rimborso. Il rapporto Crif
Archiviato il lockdown, gli italiani sono tornati a chiedere prestiti e a sottoscrivere mutui. E così, come certifica Mister Credit, l’area di Crif attiva nello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori, il settore è tornato stabilmente ai livelli pre-Covid. Il 41,3% della popolazione maggiorenne residente nel nostro Paese ha infatti almeno un contratto di credito rateale attivo, il 4,8% in più rispetto al primo semestre dell’anno scorso.
A favorire il progressivo allargamento della platea di chi ha scelto di far ricorso a un finanziamento per sostenere i propri progetti, un costo del denaro ai minimi e condizioni di offerta ancora favorevoli associate a una elevata sostenibilità del debito, con il tasso di default per il credito al dettaglio considerato nel suo complesso che si è attestato all’1,6% contro l’1,9% del 2019.
Cala però l’ammontare della rata media, che a livello pro-capite ogni mese è pari a 333 euro (-3,2% rispetto ad un anno fa, ma era pari a 362 euro nel 2016) mentre l’esposizione residua, intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere, è pari a 32.253 euro (anch’essa in calo del -2,5% rispetto alla precedente rilevazione; era pari a 34.253 cinque anni fa).
Due indicatori che risultano in contrazione, a detta degli esperti Crif, non solo per il calo dei tassi e per la tendenza a privilegiare piani di rimborso più lunghi rispetto al passato, ma anche per la minore incidenza dei mutui all’interno del portafoglio delle famiglie, che rappresentano il 21,4% sul totale dei finanziamenti attivi.
I prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc.) sono la forma tecnica con una quota più’ rilevante, pari al 46,2% del totale, seguiti dai prestiti personali, che vantano una incidenza del 32,8%.
Quanto alle differenze geografiche, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è la Toscana, con il 46,5% del totale, seguita da Friuli-Venezia Giulia (con il 44,9%), dalla Sardegna e dal Lazio (entrambe con il 44,7%) e dal Piemonte (con il 43,6% della popolazione). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 21,6% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 33,2%) e dal Molise (con il 35,5%). Le regioni in cui i cittadini ogni mese sostengono la rata media più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 432 euro, il Veneto e la Lombardia (entrambe con 377 euro). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 358 e 349 euro. Al Sud e nelle Isole si trovano le rate mensili piu’ leggere, soprattutto in Sardegna e in Calabria, dove si attestano a 277 euro, e in Sicilia (294 euro).
“Dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito è possibile trarre una fotografia estremamente puntuale e dettagliata della propensione degli italiani a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o per sostenere i propri consumi – osserva Beatrice Rubini, direttrice della linea Mister Credit di Crif -. La dinamica in atto nella prima metà dell’anno è stata profondamente condizionata dal diffondersi della pandemia, con le famiglie che hanno preferito adottare un atteggiamento prudente. Nel complesso, la platea di consumatori che hanno attivato un mutuo o un prestito è cresciuta ulteriormente ma sempre ponendo grande attenzione alla sostenibilità degli impegni assunti, optando per rate mensili meno pesanti rispetto al reddito disponibile e piani di rimborso più lunghi. Questo ha consentito di tenere sotto controllo la rischiosità del comparto, con il tasso di default che nella prima parte dell’anno si è mantenuto stabile anche grazie alla moratoria varata dal Governo per la sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti accesi”.