Verso una nuova ondata di M&A
Trezzi (Invesco): “Post Mifid II, la rilevanza delle dimensioni e la capacità di offrire una molteplicità di soluzioni di investimento sono diventati elementi imprescindibili per sopravvivere”
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Fra gli investitori retail europei è aumentata la necessità di avere accesso a un’adeguata pianificazione finanziaria attraverso una consulenza professionale. Questo è in sintesi quanto emerso dall’European investing income study, una dettagliata ricerca a livello europeo realizzata da Invesco con Eumetra MR, finalizzata ad analizzare il punto di vista degli investitori retail. Lo studio è stato condotto in Belgio, Olanda, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera e Regno Unito e ha coinvolto circa 5mila investitori privati con un reddito medio annuale di 116mila euro.
“L’obiettivo dell’analisi era in primis quello di capire se esiste un approccio definibile europeo all’Income o se la casistica del mercato italiano, tradizionalmente orientato a questa asset class, rappresentasse una peculiarità – spiega Rita Schirinzi, head of marketing Italy and Spain di Invesco – La ricerca ha inoltre identificato le motivazioni che spingono il risparmiatore europeo a investire e ad analizzare eventuali differenze in merito all’orizzonte temporale, alla propensione al rischio e soprattutto al bisogno di consulenza, quando si tratta di prendere decisioni finanziarie”.
Analizzando i numeri della survey, Giuliano D’Acunti, direttore commerciale di Invesco Italia, spiega che “oltre il 40% degli investitori è disposto a correre maggiori rischi rispetto ai cinque anni successivi alla crisi finanziaria. Inoltre, la maggior parte di essi è sempre più incline a considerare le strategie di crescita rispetto alla pura protezione del capitale e ritiene importante ricevere reddito dai loro investimenti. A fronte di queste evidenze gli investitori però non agiscono, perché temono di non disporre della conoscenza finanziaria sufficiente. Ecco dove dovrebbero intervenire i professionisti: il 70% degli intervistati accetterebbe volentieri una consulenza e sarebbe disponibile a ricevere maggiori informazioni su come iniziare a investire in prodotti income”.
Il dato più interessante riguarda proprio il bisogno di consulenza dell’investitore europeo, in particolare italiano: la maggior parte degli investitori europei prende le decisioni in modo autonomo oppure si basa sui consigli di familiari o amici. Negli otto Paesi inclusi nello studio, solo il 14% degli intervistati affida le decisioni e la gestione del portafoglio a professionisti con un mandato di gestione degli investimenti.
Gli investitori italiani, invece, sono notevolmente più aperti ai consigli dei professionisti: il 40% incontra regolarmente un consulente finanziario e l’82% afferma che avrebbe bisogno di un maggiore supporto e consulenza. Si tratta del dato record per l’Europa, dove la media raggiunge appena il 70%.
Ma quale tipo di consulenza finanziaria vorrebbero gli investitori? In Europa le porte sono aperte per tutti i consulenti, che agiscono come un coach per gli investitori o per i mentori che tengono in considerazione i sogni, le aspirazioni e i progetti specifici degli individui, anziché concentrarsi sulle caratteristiche dettagliate di un prodotto d’investimento.
“Abbiamo analizzato le abitudini sia dei risparmiatori sia degli investitori, indagando sulla ricerca dell’Income e la valutazione del reale bisogno di reddito degli investitori – sottolinea Fabrizio Fornezza, amministratore delegato di Eumetra – Un bisogno che si è confermato elevato ma che, a oggi, secondo quanto emerso dall’indagine, non trova un’adeguata risposta”.
A scoraggiare maggiormente gli investitori, si legge nella ricerca, c’è il timore che questi prodotti siano troppo rischiosi. In particolare, ne sono convinti i francesi (27%), gli olandesi (26%) e gli spagnoli (25%), mentre per gli italiani (17%) questo aspetto sembra meno problematico. In ogni caso, per tutti, il punto cruciale è la mancanza di conoscenze adeguate.