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Nell’outlook per l’anno nuovo, la casa vede gli States evitare la recessione pur in un contesto di rallentamento dell’economia. La Fed taglierà prima della Bce, che rischia di restare ferma fino a settembre. Small cap e qualità le direttrici per preparare il portafoglio. E attenzione alla finanza verde
Inflazione in calo e una crescita globale che dovrebbe rallentare senza però trasformarsi in recessione. Per lo meno negli Stati Uniti, dove le condizioni macroeconomiche potrebbero sorprendere in positivo e accelerare l’allentamento della Federal Reserve. È questo il 2024 immaginato da Natixis Investment Managers, che punta soprattutto su qualità e small cap per affrontare un contesto intriso di incertezza.
Crescita globale in calo. Ma in Usa c’è un’incognita
Secondo Mabrouk Chetouane, head of Global Market Strategy della società di gestione, l’attività economica è destinata a rallentare in maniera generalizzata nell’arco dei prossimi 12 mesi per attestarsi al 2,6%-2,8%. Dalla sua prospettiva, complici le difficoltà del mercato immobiliare, gli aggiustamenti intrapresi dalle autorità della Cina non riusciranno ad esempio a produrre effetti immediati. Così come i Pil di Europa e Regno Unito, pur destinati a recuperare durante l’anno, si manterranno su livelli modesti. E neppure gli Stati Uniti rimarranno indenni: dissipazione del risparmio in eccesso, fine del sostegno fiscale e aumento del tasso di disoccupazione dovrebbero infatti far rallentare anche l’attività americana. Da qui, l’idea che il tasso di crescita del Paese possa scendere allo 0,7% e raggiungere l’1% intorno al quarto trimestre. Con, però, un’incognita di fondo pronta a rimescolare le carte: “Se la ricchezza delle famiglie rimasse solida, la stabilizzazione dell’inflazione sostenesse ancora i consumi e gli aumenti di produttività continuassero sul percorso che li ha portati a raddoppiare nel giro di pochi mesi, l’intervallo di espansione potrebbe passare a 1,5%-1,7%”.
Fed e Bce a due velocità
L’eventualità di un’America più resiliente del previsto spinge Chetouane a immaginare la seguente traiettoria per la Federal Reserve: “Iniziale adeguamento della comunicazione per accennare a potenziali cambiamenti di politica monetaria entro la fine del primo trimestre, poi tagli effettivi dei tassi da luglio”. Una parabola diversa da quella disegnata per la Banca centrale europea, che dovrà affrontare una maggiore pressione da parte del mercato occupazionale e un meccanismo di fissazione dei prezzi più rigido pur essendo rincuorata dai segnali di stabilizzazione della manifattura tedesca e agli investimenti del Recovery. “È improbabile che Christine Lagarde aggiusti la politica monetaria prima di Jerome Powell. La proiezione suggerisce piuttosto che potrebbe attuare solo due ritocchi dal quarto trimestre, riducendo al contempo l’entità del suo bilancio”, spiega l’esperto. Per Francoforte, insomma, mantenere il costo del denaro più alto un po’ più a lungo potrebbe essere percepito come meno dannoso che rischiare di ridurlo troppo presto. Un dato su tutti, però, pare certo a Chetouane: “Questa disparità temporale nei cambiamenti di politica monetaria non dovrebbe avere un impatto sulla parità euro/dollaro, con un previsto apprezzamento della moneta unica destinato ad attenuare le pressioni inflazionistiche di importazione”.
Small cap e qualità per preparare il portafoglio
Alessandro Marolda, director e advisory di Natixis Investment Managers Solutions, suggerisce di affrontare uno scenario del genere considerando un multi-scenario e implementandolo nell’asset allocation. Se si verifica un quadro ‘goldilocks’, meglio quindi privilegiare le azioni alle obbligazioni perché sovraperformeranno. Qualora la componente di fondo dell’inflazione dovesse restare elevata, sarebbe opportuno comprare dollari per proteggere i portafogli grazie al buon costo di copertura e alla decorrelazione rispetto ai tassi). In caso di recessione o credit crunch, il rischio di tasso andrebbe preferito a quello di credito (per esempio sovrappesando il credito investment grade rispetto all’high yield). Sul fronte dell’equity, nello specifico, l’indicazione della casa è di compare small cap a partire da metà anno perché il mercato dovrebbe decollare con il miglioramento del quadro economico.
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