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L’Istat stima un ulteriore rallentamento dell’economia. Intanto Bankitalia conferma la frenata dei prestiti al settore privato. Calano i depositi delle famiglie, aumenta la raccolta obbligazionaria
Per l’Italia il futuro si prospetta grigio. Dopo l’alert sulla crescita lanciato dalla Bce nel suo bollettino, l’Istat si unisce al coro dei pessimisti e segnala un probabile ulteriore rallentamento dell’attività tricolore nei prossimi mesi. Il tutto mentre Bankitalia certifica l’intensificarsi del credit crunch, con i prestiti a famiglie e imprese che a settembre si sono ridotti ancora del 3,6%. Calano poi i depositi dei risparmiatori, a fronte di un’impennata della raccolta obbligazionaria.
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Istat: possibile rallentamento. E la fiducia cala ancora
Per l’istituto di statistica, le prospettive economiche internazionali restano molto incerte perchè condizionate dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie e imprese. Nel terzo trimestre il Pil italiano è rimasto stabile rispetto al periodo precedente, facendo meglio della Germania ma peggio di Francia e Spagna. Con una variazione acquisita della crescita l’intero 2023 che si è attestata allo 0,7%. In ottobre, però, la fiducia di famiglie e imprese ha continuato a calare, suggerendo che nei prossimi mesi l’economia del Belpaese potrebbe rallentare.
I tecnici dell’Istat sottolineano che, nel terzo trimestre, la domanda interna ha fornito un apporto negativo mentre la componente estera ha contribuito positivamente. Dal lato dell’offerta, l’indice destagionalizzato della produzione manifatturiera di settembre è rimasto invariato dopo il lieve incremento di agosto. E, nella media del periodo, il dato ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto alla rilevazione precedente. Con il mercato del lavoro che ha continuato a mostrare una buona tenuta.
Ad ottobre, viene quindi sottolineato nel Bollettino Istat, l’inflazione si è collocata al di sotto del 2%, un punto in meno della media di Eurolandia, per effetto della più forte discesa dei listini dei beni energetici. A fronte di un quadro debole ma stabile, la fiducia dei consumatori è però continuata a calare per il quarto mese consecutivo, toccando il valore più basso da gennaio e facendo registrare un generale peggioramento di tutte le componenti ad eccezione delle aspettative sulla disoccupazione e dei giudizi sulla situazione economica familiare. Anche l’indice del sentiment delle imprese ha evidenziato una flessione in tutti i settori, con l’unica eccezione delle costruzioni.
Bankitalia: aumenta il credit crunch
Segnali negativi arrivano anche dal fronte finanziario, dove i prestiti al settore privato continuano a ridursi per effetto della politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea. Secondo la Banca d’Italia, a settembre il credit crunch si è infatti acuito e ha fatto segnare un calo dei finanziamenti del 3,6% sui dodici mesi e del 3,4 % rispetto ad agosto. In particolare, i prestiti alle famiglie si sono contratti dello 0,9% in un anno e quelli alle imprese del 6,7% (dopo il -6,2% del mese prima). In riduzione anche i depositi del settore privato, scesi del 3,5%, a fronte di una raccolta obbligazionaria balzata del 18,4%.
Unica nota positiva viene dal tasso di interesse su mutui, che in lieve calo. A settembre il dato è sceso al 4,65% dal 4,67% di agosto. Il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato invece al 10,52% contro il 10,63% nel mese precedente. Infine, i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,35% (5,01 precedente), quelli per importi fino a un milione di euro al 5,77%.
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