Cybersecurity, la tutela della privacy spinge il settore
23 luglio 2020
di La redazione
4 min
Le aziende sono a caccia di soluzioni per incorporare la tutela dei dati personali nei loro prodotti e servizi. E il Covid ne ha aumentato l’urgenza. L’analisi di Rize Etf
Rahul Bhushan, co-founder di Rize ETF
Il settore della cybersecurity è destinato a crescere ancora grazie alla sempre maggiore attenzione per la protezione della privacy e dei dati personali. Ne è convinto Rahul Bhushan, co-founder di Rize ETF, che vede una rivoluzione in atto innescata in particolare da quattro grandi avvenimenti.
Il primo, a detta dell’esperto è stato il caso Cambridge Analytica, la società di consulenza britannica accusata di sfruttare i dati personali di oltre 50 milioni di utenti Facebook per manipolare le elezioni americane. Il secondo è stato l’approvazione della GDPR, primo grande sforzo legislativo per limitare la possibilità della Silicon Valley di raccogliere e monetizzare i dati personali di utenti ignari. Il terzo evento, avvenuto praticamente in contemporanea, è stato la cancellazione della net neutrality, che dava alla FCC la possibilità di intervenire nel caso un provider stesse danneggiando la concorrenza o i consumatori. Infine, è scoppiata la pandemia di Covid-19 e le persone hanno dovuto adeguarsi a questo nuovo mondo tutto digitale con gli attacchi informatici che si sono moltiplicati.
“Questi quattro eventi sono ancora bene impressi nella nostra coscienza collettiva. Sono degli avvertimenti chiari su quanto la nostra sicurezza nel mondo digitale sia tanto importante quanto la nostra sicurezza nel mondo fisico. Sono collegate ormai in maniera inestricabile – afferma Bhushan -. Quando i criminali informatici hanno estratto i nostri dataset privati dai server delle aziende per venderli, siamo stati noi a soffrire dell’esposizione delle nostre informazioni personali. E, anche se le aziende sono state multate a motivo della GDPR, i clienti non hanno ricevuto alcuna compensazione per i danni provocati dalla superficialità delle imprese. Con ogni nuovo attacco informatico, e oggi sono molto frequenti, la relazione tra consumatori e aziende si è sempre di più deteriorata”.
Ormai infatti i consumatori non si fidano più e il dibattito su come integrare la protezione della privacy come un valore aggiunto per un’organizzazione e per i clienti è ormai aperto, anche ai massimi vertici aziendali. “Non è solo una questione di regolamentazione – avverte l’esperto -: il fatto è che la protezione della privacy è diventata un elemento chiave della brand reputation, che secondo le stime di Young & Rubicam vale circa un terzo dei 12 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato dello S&P 5003. Una cifra che senza dubbio fa capire l’importanza della questione. Dai produttori di beni di consumo ai fornitori di servizi sanitari, le aziende ora comprendono davvero i benefici dell’affrontare proattivamente i problemi di privacy. Possono dunque ottenere un vantaggio competitivo integrando funzionalità di privacy nei loro prodotti, come ad esempio ha fatto Apple, o offrire nuove alternative più rispettose della privacy (ad esempio Telegram al posto di WhatsApp, o DuckDuckGo al posto di Google etc.)”.
Il vero cambiamento è che prima cybersecurity e privacy erano due questioni distinte, mentre ora convergono. “Non si parla più di cybersecurity semplicemente come se si dovessero costruire muri (digitali) più solidi e più alti. Ora il nodo centrale è quello delle varie modalità con cui il rischio si può manifestare – osserva Bhushan -. Le aziende non vogliono rendere pubblici i dati sensibili dei propri clienti, ma allo stesso tempo ne hanno bisogno. La posta in gioco, quando si parla della raccolta, analisi, detenzione e utilizzo di informazioni a carattere personale, non è mai stata così alta”.
Secondo Andrew Burt, chief privacy officer di Immuta, azienda tech specializzata nell’automazione della gestione dei dati, la transizione in atto rappresenta “un grande e profondo cambiamento nel mondo della privacy dei dati e della sicurezza informatica, che avrà importanti implicazioni sul modo in cui le organizzazioni penseranno a questi due temi”. Da sottolineare, secondo Bhushan, che Burt cita crescita dei big data e del machine learning come “il maggior rischio per la nostra privacy e sicurezza. Ogni volta che generiamo dei dati chiunque ne possegga abbastanza può essere una minaccia, un nuovo pericolo.”
Insomma, i dati sono qui per restare. “L’ondata di data science che è iniziata 15 anni fa può solo farsi più imponente. Le aziende stanno cercando soluzioni che possano aiutarle a incorporare la privacy nei loro prodotti e servizi, e società che storicamente lavoravano solo nel campo della cybersicurezza si stanno ora concentrando anche su questo ambito. Player di riferimento come NortonLifeLock e IBM ora offrono servizi e software per la privacy dei dati. E nuovi nomi come Cloudflare, Okta e Ping Identity hanno individuato la stessa opportunità”, prosegue l’esperto.
Inevitabile quindi che questa nuova dimensione della tutela della privacy darà un’ulteriore spinta al settore della cybersecurity. Prima del Covid-19, MarketsandMarkets rilevò come la spesa delle aziende per la sicurezza informatica si attestasse a circa 184 miliardi, e stimò che fosse destinata a diventare 250 miliardi nel 2023. Ma a causa della pandemia e delle sue conseguenze, questa cifra non potrà che aumentare ulteriormente, secondo Bhushan.
“Le condizioni di lavoro cambieranno per sempre con maggiore flessibilità e una maggior propensione al lavoro da casa. Nel mondo che verrà, i sistemi di cybersecurity saranno essenziali”, fa notare l’esperto che cita Chris Versace, cio e thematic strategist di Tematica Research, secondo cui “sono esattamente punti di frizione come questi che danno vita all’innovazione e a nuovi modelli di business che rappresentano opportunità tematiche per gli investitori”. “In sintesi – conclude Bhushan -, se la rivoluzione digitale ha aperto delle vulnerabilità nella nostra sicurezza e nella nostra privacy, potrebbe essere la stessa rivoluzione a fornirci le soluzioni di cui abbiamo bisogno.
Cresce la spesa nella sicurezza informatica, ulteriormente promossa da crescita dei pagamenti elettronici e digitalizzazione del lavoro. Le occasioni di investimento su un settore ampio e diversificato
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