La Bce è pronta ad ampliare il Pepp
Analisti unanimi su un aumento di 500 miliardi. Sul tavolo della Lagarde anche Qe e fallen angel. E un messaggio per Berlino
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Christine Lagarde non lascia i mercati a bocca asciutta, anzi raddoppia (quasi). E fa meglio delle previsioni, pressoché unanimi nell’attendersi un incremento da 500 miliardi del Pepp. La Bce ha infatti aumentato di ben 600 miliardi il programma di acquisto di debito per l’emergenza pandemica da 750 miliardi di euro lanciato a marzo con cui si è data la flessibilità di comprare una larga proporzione di titoli dei Paesi più colpiti, privilegiando l’Italia e i partner della sponda mediterranea.
Il Pepp arriva così a una potenza di fuoco di 1.350 miliardi di euro totali, ammontare che fornirà ampia copertura alle forti emissioni di debito necessarie agli Stati per far fronte allo shock economico. Non solo: l’Eurotower ha anche allungato il programma, che da una scadenza iniziale fissata a dicembre prossimo viene ora esteso fino “almeno a tutto giugno 2021”.
Decisione unanime da parte dell’istituto, ha spiegato la stessa presidente Lagarde in conferenza stampa, dovuta al fatto che le previsioni indicano “una crescita in calo a un ritmo senza precedenti nel secondo trimestre, prima di una ripresa nella seconda metà attraverso il sostegno cruciale offerto dalla politica fiscale e monetaria”. Ci sono stati “alcuni segni di risalita”, ha rilevato, ma “finora il miglioramento è tiepido” e le attese sull’economia sono circondate da un livello di incertezza “straordinario”. E infatti la Bce ha tagliato drasticamente le sue stime per l’Eurozona portando il Pil 2020 a -8,7% nello scenario di base. Le nuove stime danno poi una ripresa a +5,2% nel 2021 e +3,3% nel 2022. Netto taglio anche alle stime d’inflazione del 2020, a 0,3% (da +1,1%), a 0,8% per il 2021 e 1,3% nel 2022.
Se poi, da un lato, la Bce ha lasciato invariati i tassi (a zero quello sui rifinanziamenti principali, a -0,50% quello sui depositi e a 0,25% quello sui prestiti marginali), dall’altra si è impegnata a reinvestire i titoli man mano che arriveranno a scadenza: quelli comprati col Pepp, almeno fino a 2022, mentre quelli del ‘vecchio ‘App’, il Qe targato Draghi che prosegue a tempo indefinito al ritmo di 20 miliardi al mese più i 120 miliardi aggiuntivi per il 2020, per tutto il tempo che giudicherà necessario.
“Il Consiglio direttivo è determinato a continuare a sostenere famiglie e imprese nel far fronte all’attuale perturbazione dell’economia e alle condizioni di maggiore incertezza, al fine di salvaguardare la stabilità dei prezzi nel medio termine”, ha assicurato la presidente della Bce sottolineando come neppure oggi sia stata discussa dal consiglio l’ipotesi di estendere gli acquisti ai cosiddetti fallen angels. “Continueremo a monitorare la situazione e assumeremo le misure appropriate”, ha precisato l’ex ministra francese lasciando dunque aperta la possibilità.
Infine, madame Lagarde ha espresso apprezzamento (“energico benvenuto”) per il Recovery fund della Commissione europea, ribadendo che ora “è urgente compiere ulteriori sforzi per sostenere la ripresa”, e ha anche mandato un messaggio a Berlino tornando a sottolineare come l’Eurotower sia soggetto alla Corte di giustizia europea secondo cui il Qe è “in linea al mandato”. “Abbiamo preso atto” della sentenza della Corte costituzionale tedesca che è diretta al governo e al Parlamento della Germania e “siamo fiduciosi che verrà trovata una buona soluzione che non comprometta” però “l’indipendenza della Bce e l’autorità della Corte di Giustizia europea”, ha chiosato.
Intanto i mercati hanno festeggiato il ricco bottino con un’immediata inversione di rotta sia per piazza Affari sia per le altre borse europee, caute per tutta la mattinata in attesa del meeting. Subito dopo l’annuncio, il Ftse Mib sale dello 0,43%, mentre il Cac 40 avanza dello 0,17% e l’Ibex guadagna lo 0,01%, salvo poi virare in negativo sia sulla scia dei pessimi dati provenienti dagli Usa, sia per le quasi ovvie prese di beneficio dopo i corposi rialzi dei giorni scorsi. “Notizie positive per i mercati, ma difficile sperare più di così. Sell-on-news dopo il forte rally”, commenta Andrea De Gaetano, analista indipendente.
Ripercussioni anche sull’euro, che ha accelerato al rialzo, e sul rendimento del Btp, al ribasso: il cambio euro/usd è salito a 1,1243 rispetto a quota 1,12 pre-Bce, mentre lo spread Btp-Bund, prima in allargamento, ha girato in netta contrazione a 179,362 punti base.
La decisione della Banca centrale europea di “dare impulso al programma di Qe pandemico” e di “modificarne le linee guida in avanti per rendere il Qe effettivamente flessibile mostra l’entità della sfida che la Bce deve affrontare per aiutare l’economia a superare questa recessione e riportare l’inflazione al 2% “, commenta Marchel Alexandrovich, economista finanziario europeo senior di Jefferies.
Secondo Robert Sierra, direttore del team economico di Fitch Rating, la Banca centrale europea ha messo in atto una serie di misure per garantire che l’economia dell’Eurozona abbia il sostegno necessario. All’attuale forte ritmo di acquisto di attività, infatti, la Bce “ha rischiato di esaurire i 750 miliardi di euro di programma di acquisto di emergenza pandemica entro il quarto trimestre del 2020, ben prima che l’impatto negativo sull’economia del coronavirus sia stato superato”, chiarisce l’esperto. In questo contesto, l’aumento da 600 miliardi di euro del programma garantisce inoltre che “le condizioni dei mercati finanziari restino accomodanti e che vi sarà liquidità sufficiente nell’economia”. Per questo, “l’annuncio di oggi mostra che la Bce è pronta ad agire quando necessario”, conclude Sierra.
Qualche dubbio lo esprime Matthew Cady, strategist degli investimenti presso Brooks Macdonald, secondo cui esiste il rischio di conseguenze indesiderate. “Come abbiamo visto in passato, il supporto monetario della Bce rischia di indebolire la determinazione politica degli Stati membri dell’Ue a mettere in campo una simile risposta fiscale”. Lagarde, insomma, corre il rischio di ridurre la fretta dei leader politici dell’Ue di raccogliere il sostegno per il Recovery Fund basato sulla mutualizzazione del debito, che un certo numero di membri dell’Ue continua a respingere”, sottolinea l’esperto.
“Con l’incremento del Pepp la Bce garantisce un controllo sugli spread e diminuisce il costo che dovranno sostenere alcuni Paesi (soprattutto Italia, Spagna e Portogallo) per finanziarsi con l’emissione di bond – mette invece in evidenza Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia -. Manda inoltre l’indicazione ai mercati di essere pronta a utilizzare tutti gli strumenti possibili per mantenere la stabilità finanziaria. Un atteggiamento ben distante dalle parole di marzo 2020, quando Christine Lagarde aveva annunciato che l’Istituto Centrale non aveva l’obiettivo di chiudere gli spread. Una ‘gaffe’ costata cara ma che è servita per cambiare notevolmente l’atteggiamento del governatore e dell’intero Governing Council. Nella conferenza stampa, Lagarde, ha inoltre ricordato le misure fiscali. Ha confermato l’appoggio alle safety nets (ovvero MES-BEI-SURE) e ha inoltre fornito un forte endorsement ad Ursula Von der Leyen e al suo Next Generation Plan”.
“Valutiamo positivamente anche le parole rassicuranti della Lagarde sulla possibilità di inserire anche i junk bond (o i fallen angels bond) negli acquisti del piano Pepp. Il governatore della Bce ha esplicitamente affermato che l’Istituto osserverà la situazione e potrà prendere decisioni appropriate per difendere Eurozona, nel caso di un downgrade da parte dell’agenzia”, conclude Diodovich.