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Dalla Belt&Road al Cai, passando per il Rcep: la Cina conquista il mondo a suon di accordi commerciali. E durante la pandemia ha aumentato il proprio commercio con l’estero
Davos 2021 potrebbe esser ricordato come il summit della consacrazione della leadership globale cinese sul resto del mondo. Complice l’assenza del neoeletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la scena del primo giorno è stata monopolizzata dal leader del partito comunista cinese Xi Jinping.
Nel suo intervento di apertura è stato netto il riferimento al multilateralismo internazionale sulle questioni che interessano tutti i paesi, clima e Covid19 in cima alla lista (dalla quale vengono invece escluse le questioni definite interne come Hong Kong e Taiwan): “Nessun problema globale può essere risolto da alcun paese da solo, e ci deve essere una azione globale, una risposta globale e una cooperazione globale”, ha detto il presidente della Cina al World Economic Forum di Davos 2021, quest’anno in modalità digitale.
Per gli investitori esteri – sempre più convinti che l’area del Sud-est asiatico, Cina compresa, siano fra le region dove poter trovare nuove e remunerative opportunità d’investimento nel 2021 – si tratta di una pietra miliare perché elegge Pechino a nuovo faro della globalizzazione.
I numeri della Cina
Durante la pandemia, la Cina ha aumentato il proprio commercio con l’estero con particolare rilancio dell’export. In base ai dati delle Dogane cinesi del 14 gennaio 2021, le importazioni ed esportazioni totali di beni dalla Cina hanno raggiunto 32,16 mila miliardi di renminbi con un incremento del valore aggregato espresso in valuta locale dell’1,9% nell’anno 2020. In particolare, le esportazioni sono aumentate del 3,6%, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,1%. Il totale degli scambi internazionali nel 2020 per la Cina è stato di 4.646 miliardi di dollari.
“La Cina promuove il Far-East con la mega free trade zone dei 15 paesi membri del Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep) e chiude il 2020 con l’accordo sugli investimenti con l’Unione Europea (Cai), accelerando la propria corsa quando il mondo intero si ferma”, spiega Lorenzo Riccardi, economista Belt Road Institute di Shanghai University.
Con buona pace dell’ex presidente americano Donald Trump i principali partner commerciali si confermano essere i componenti dell’Asean (Associazione dei paesi del sud-est asiatico), l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud. Riccardi fa notare il forte aumento del trade con gli Usa che ha registrato + 8,3% nel commercio totale (esportazioni + 7,9% e importazioni + 9,8%) mentre gli scambi commerciali con l’Ue sono aumentati del 4,9% (con esportazioni + 6,7% ed importazioni + 2,3%).
Il totale degli scambi con i paesi membri di Belt and Road Initiative è aumentato dell’1% raggiungendo 9,37 mila miliardi di Yuan e in base ai dati emessi dalle Dogane cinesi.
E l’Italia?
Tra i paesi Belt Road, l’Italia ha avuto scambi con la Cina nel 2020 per 55.185 milioni di dollari, con un miglioramento della bilancia commerciale, con esportazioni + 3,8% (22.248 milioni di dollari) ed importazioni in calo a -1,7% (33.938 milioni di dollari). “Le principali esportazioni italiane verso la Cina sono relative a macchinari e apparecchiature, prodotti farmaceutici e articoli di abbigliamento” osserva Riccardi, che aggiunge: “Il rapporto del totale delle esportazioni 2020 rispetto al 2019 da Roma a Pechino ha registrato una performance superiore alla media dell’Unione Europea, alla Francia e alla Germania che ha invece subito una contrazione dell’export verso la Cina”.
Messina (Intesa): “Mondo più inclusivo e approccio sistemico”
Impegno individuale per un benessere collettivo. Questa l’estrema sintesi del messaggio inviato da Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo, intervenuto domenica sera alla cerimonia di apertura del Wef.
“La situazione attuale ha dato a tutti noi il senso dell’urgenza di un agire rapido, intelligente e pragmatico e, allo stesso tempo, della necessità di affrontare le questioni globali con un approccio sistemico. Sono convinto che istituzioni e imprese debbano impegnarsi individualmente per contribuire a risolvere situazioni complesse come quella in cui ci siamo venuti a trovare ma che questo obiettivo possa essere raggiunto solo con un impegno congiunto”, ha detto il top manager della banca.
“Intesa Sanpaolo – ha ricordato Messina – ha donato più di 100 milioni di euro per rafforzare il sistema sanitario nazionale e ha sostenuto le persone in difficoltà con 13 milioni di pasti, posti letto, medicine, abiti. In uno scenario di marcata complessità, sentiamo il dovere di sostenere con ulteriore impegno la crescita economica, sociale, culturale dando un segnale positivo soprattutto nei Paesi dove siamo presenti”. Ragione per cui “siamo orgogliosi di poter contribuire alla riflessione sul ‘Great Reset’, uno dei temi di questa edizione, con l’auspicio che sia il primo passo verso una società davvero caratterizzata da maggior benessere, inclusione e sostenibilità e con ridotte disuguaglianze”.
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