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Il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, raggiunto dalla redazione di FocusRisparmio nella giornata inaugurale del Salone del Risparmio 2025, ha commentato lo scenario internazionale e il lavoro che il Tesoro sta portando avanti sui dossier nazionali
Nelle ultime e diverse dichiarazioni pubbliche, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha invitato spesso alla prudenza e al dialogo nell’approcciare il difficile contesto internazionale. Gli ha fatto eco dal Salone del Risparmio 2025 il Sottosegretario di Stato al MEF Federico Freni, che sui dazi di Donald Trump e sul rapporto Europa-USA ha esortato ad aprire un dialogo istituzionale e continuo con i partner d’oltreoceano.

Niente allarmi ma vigile attenzione
Raggiunto dalla redazione di FocusRisparmio, l’esponente del Governo ha ricordato la storica relazione dell’Italia e dell’Europa con l’America sottolineando un fatto oggettivo: salvo sorprese dal Mid-Term, Trump siederà alla Casa Bianca “per i prossimi tre anni e mezzo e quindi bisogna tenerne conto e mantenere un dialogo”. Bando dunque ad “allarmismi e isterismi”, ben venga invece una “vigile attenzione nel varare le contromisure a tutela dell’interesse nazionale”.
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Dal Def al TUF, la tabella di marcia è serrata
Tanti però anche i dossier che riguardano l’Italia: dalla redazione del nuovo Documento di Economia e Finanza alla riforma del Testo Unico della Finanza, passando per il Fondo Nazionale Strategico. La deadline individuata da Freni su questi temi è chiara: “Entro il mese di luglio conto che riusciremo a portare il nostro lavoro al Consiglio dei Ministri”, fa sapere il sottosegretario, “nell’ottica di fornire maggior supporto al sistema Paese”. La parola d’ordine del suo operato resta sempre la stessa: accessibilità. “In questo quadro si inseriscono quindi tutte le iniziative intraprese per garantire al tessuto economico e imprenditoriale italiano una maggiore competitività e un accesso a liquidità e mercati” spiega Freni. “Penso a strutture, come le PMI, che hanno avuto difficoltà in passato”. E questo perché, conclude, “crediamo che il futuro sia l’equity”.
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