Euronext Growth Milan, Ipo in aumento nel 2023
Secondo l’analisi di Bdo Italia, i debutti sono stati 33, contro i 28 dello scorso anno. La capitalizzazione scende da 10,5 miliardi a 8,1 a causa dei translisting
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Rendere Piazza Affari in grado di competere con gli altri mercati internazionali, facendo in modo che le pmi possano accedere più facilmente alla Borsa e che i big non siano tentati dalla fuga all’estero. È questo l’obiettivo del disegno di legge Capitali approvato dal consiglio dei ministri, che punta a migliorare il mercato dei capitali italiano nell’ottica di attirare nuovi investitori. La ricetta studiata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è piuttosto articolata, e va dalla semplificazione delle norme per le Ipo ad alcune modifiche per autorità di regolamentazione e intermediari, fino all’educazione finanziaria che diventa materia scolastica. Quattro capi e ventidue articoli che nascono dal Libro Verde sulla competitività dei mercati finanziari licenziato dal Mef nel 2022 e che ora dovranno affrontare l’iter parlamentare.
La parte centrale e più articolata del ddl è dedicata all’accesso al mercato dei capitali, che diventa meno complicato. Il provvedimento è stato infatti pensato principalmente per “semplificare le procedure di ammissione alla negoziazione”, riducendo “gli oneri a carico delle aziende che intendono quotarsi”. Vengono quindi chiariti i tempi per l’approvazione del prospetto per l’Ipo, si riduce la responsabilità del collocatore e anche l’intervento della Consob, rimandando alle norme europee sul punto.
Importante è anche la riduzione dei costi per le aziende che intendono debuttare a Piazza Affari e l’estensione della classificazione di piccole e medie imprese emittenti azioni quotate: il tetto della capitalizzazione massima sale infatti da 500 milioni a un miliardo di euro, con il conseguente ampliamento delle relative semplificazioni ed emendando di fatto quanto disposto dal Tuf. Si prevede poi la “dematerializzazione delle quote societarie” delle stesse pmi, con la prospettiva di contenere i costi per l’emissione e lo scambio delle quote stesse, e cambia la disciplina degli emittenti di strumenti finanziari diffusi.
Passando ai bilanci, alle società aventi azioni su sistemi multilaterali di negoziazione viene riconosciuta la facoltà di adottare i principi contabili internazionali. E per rendere più agevole la partecipazione degli investitori istituzionali nei mercati regolamentati, viene estesa la qualifica di investitore professionale di diritto privato anche agli enti previdenziali privati e privatizzati. L’obiettivo è quello di offrire loro il diritto di accedere in via sistematica e con minori oneri amministrativi a un ventaglio più ampio di investimenti.
Si estende poi la possibilità di accedere a Patrimonio rilancio, lo strumento per sostenere le imprese con oltre 50 milioni di fatturato costituito da Cassa Depositi e Prestiti, alle società nate da fusioni o scissioni ma con bilanci certificati e alle aziende che non abbiamo subito sanzioni o sentenze di condanna.
Il disegno di legge prevede anche nuove norme in tema di governance, in materia di svolgimento delle assemblee di società per azioni quotate, di esercizio dei diritti di voto e di flottante. In particolare, viene consentito alle società di emettere titoli con diritto di voto plurimo che diano agli investitori esistenti la possibilità di esprimere fino a dieci voti per ogni azione posseduta, incrementando l’attuale limite di tre voti. L’obiettivo è quello di ridurre il rischio che la proprietà possa perdere il controllo dell’impresa dopo la quotazione. Viene poi prevista la possibilità di tenere stabilmente le assemblee attraverso il rappresentante designato, stabilizzando la misura adottata in tempi di Covid e che era stata già prorogata per il 2023. Inoltre, si estende per tre anni (fino alla fine di aprile 2025) il regime di quorum agevolato per adottare in assemblea un aumento di capitale.
Come si diceva, il testo approvato dal cdm prevede che i termini per l’approvazione del prospetto decorrano dalla data di presentazione della bozza, che sia alleggerito il regime di responsabilità del collocatore e che vengano limitati i poteri di intervento della Consob in materia. Viene poi conferita alla Commissione sul mercato la possibilità di chiudere l’avvio di procedure sanzionatorie con l’assunzione di impegni del soggetto incolpato senza irrogare sanzioni, così come le vengono conferite maggiori possibilità di intervento nel fermare ad esempio la diffusione di messaggi pubblicitari abusivi. Quanto ai rapporti con emittenti e investitori, Consob potrà essere chiamata in giudizio per attività dei soggetti vigilati nel caso si riesca a dimostrare un’omissione in tal senso. E diventano più brevi (da due anni a uno) i periodi d’incompatibilità tra un incarico e l’altro per i componenti e i dirigenti delle authority (la stessa Consob, Bankitalia e Ivass).
Infine, il provvedimento introduce il principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” e quello del “diritto alla salute, al benessere della persona e all’educazione finanziaria, con particolare riguardo alla finanza personale, al risparmio e all’investimento”. Proprio le le linee guida per l’insegnamento dell’educazione finanziaria saranno definite “d’intesa con Banca d’Italia e Consob e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari e finanziari”. Inoltre al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria istituito con la legge 15 del 2017 spetterà il compito di approvare il piano triennale di attività. Mentre sarà compito del ministero dell’Istruzione sottoscrivere accordi con Via Nazionale e l’Authority del mercato per “promuovere la cultura dell’educazione finanziaria, nel rispetto dell’autonomia scolastica e nei limiti delle risorse disponibili”, dopo aver sentito il comitato.
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