Debito emergente, la valuta forte batterà quella locale
Rodriguez (Tcw): “Diversi mercati emergenti hanno driver idiosincratici che li rendono meno vulnerabili alle dinamiche commerciali e alla crescita globale”
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Il recente downgrade del debito argentino da parte di S&P e Fitch ha messo in luce l’importanza della diversificazione negli indici sul debito in valuta locale dei mercati emergenti. Secondo Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs (State Street) per l’Italia, nonostante i recenti eventi geopolitici che hanno interessato questi mercati, ci sono ancora fattori che favoriscono l’asset class e la rendono relativamente interessante.
Innanzitutto l’allentamento delle banche centrali. In questo trimestre abbiamo assistito al continuo allentamento delle politiche monetarie delle banche centrali dei mercati emergenti. Nel frattempo la disponibilità della Fed ad attuare ulteriori tagli dei tassi, se necessario, non ha drasticamente abbassato il valore del dollaro. “Questo lascia spazio ad ulteriore potenziale per un rialzo dalle valute dei mercati emergenti in caso di indebolimento del dollaro – assicura Lomartire -. Con l’inflazione più bassa e le traiettorie di crescita che convergono in modo graduale, le obbligazioni nominali emesse da emittenti sovrani dei mercati emergenti in valuta locale potrebbero generare performance reali positive”.
Altro fattore importante è la ricerca di rendimento. Attualmente oltre 16 mila miliardi di dollari di obbligazioni a livello globale offrono rendimenti negativi e non solo nel segmento governativo. “Se consideriamo per esempio il Bloomberg Barclays Euro Corporate Bond Index, 1.252 delle 2.695 obbligazioni (pari al 47% in valore di mercato) nell’indice registrano un rendimento negativo – osserva ancora l’esperto -. Se guardiamo alla fine del 2018, le obbligazioni con rendimenti negativi erano solo 61, ovvero il 2,7% dell’indice in termini di valore di mercato. Questo rende il debito dei mercati emergenti relativamente interessante, in quanto i rendimenti dell’indice sono attualmente superiori al 4,7%”.
Infine, le valute dei mercati emergenti sono sottovalutate, secondo Lomartire, che sottolinea come secondo il modello di valutazione utilizzato da State Street Global Advisors, basato sulla parità del potere d’acquisto (Purchase Power Parity o PPP), il paniere delle valute dei mercati emergenti comprese nell’indice Bloomberg Barclays Emerging Markets Local Currency Liquid Government è sottovalutato del 4,05% rispetto al dollaro.
Come posizionarsi allora su questa asset class? “In SPDR riteniamo che la diversificazione sia importante in questo segmento di mercato, in quanto storicamente ha offerto migliori rendimenti corretti per il rischio. Questa tendenza è stata particolarmente evidente nel 2019, come dimostra anche la performance del nostro Etf SPDR Bloomberg Barclays Emerging Markets Local Bond UCITS che ha sovraperformato altri fondi nella stessa categoria. Il recente downgrade del debito argentino da parte di S&P e Fitch ha contribuito a questa sovraperformance grazie al peso inferiore sull’Argentina detenuto dal nostro Etf sulla base delle diverse regole di inclusione dell’indice, e vista la situazione attuale in Argentina, è probabile che questo vantaggio possa essere mantenuto”, conclude.