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Allianz Trade vede le insolvenze globali in aumento del 9%. Con Paesi Bassi, Usa e Spagna in testa. Nel nostro Paese a rischio quasi 9.200 aziende. E la stima è grigia anche per il 2025
Il 2024 si candida a essere un altro anno nero per le aziende globali: il numero di default dovrebbe infatti aumentare ancora per la terza volta consecutiva. È quanto stima un report dedicato a cura di Allianz Trade. Secondo il documento, dopo due rimbalzi graduali nel 2022 (+1%) e nel 2023 (+7%), le insolvenze sono infatti destinate ad accelerare nuovamente nei prossimi dodici mesi e mettere a segno un aumento del 9% per poi stabilizzarsi nel 2025 su livelli elevati. E l’Italia non farà eccezione, registrando un aumento pari al 19%.
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Default, la corsa del 2023 è destinata a continuare
Gli analisti della società spiegano che lo scorso anno si è caratterizzato per una forte ripresa delle insolvenze aziendali e il numero di default è rimbalzato in tre Paesi su quattro, con la maggior parte che ha dovuto fare i conti con un aumento a due cifre. Forti rialzi sono stati registrati sia negli Stati Uniti, dove le crisi d’impresa sono schizzate del 40%, sia in Eurozona, che ha segnato un pesante +14%. Nel Vecchio Continente, in particolare, a guidare la classifica nera dello scorso anno sono stati i Paesi Bassi (+52%). Li seguono Francia (+35%) e Germania (+23%). La previsione per quest’anno è che gli incrementi maggiori si registrino ancora dalle parti di Amsterdam, dove il fenomeno dovrebbe accelerare del 31%, ma promettono di seguire a breve distanza Usa e Spagna (entrambi proiettati verso un +28%).
Maxime Lemerle, lead analyst di Allianz Trade, sottolinea come l’aumento annuo delle insolvenze globali abbia accelerato di 6 punti percentuali rispetto al 2022. E fa notare che il dato sarebbe potuto essere anche più alto senza i cali registrati in Cina (-14%) e in mercati emergenti come il Sudafrica (-13%) o l’India (- 8%). L’Europa occidentale ha continuato a contribuire in modo determinante all’aumento, nonostante un leggero rallentamento (+15% nel 2023, -8% rispetto al 2022), e il Nord America pure (+41%, +43%). Ma, per l’esperto, un altro fattore preoccupante è l’aumento dell’incidenza presso le grandi imprese: “Potrebbe generare ulteriori rischi di default per i fornitori più piccoli, infatti nel 2023 a livello locale è stato registrato un caso al giorno”.
In Italia a rischio quasi 9.200 imprese
La crescita delle insolvenze registrata in Italia nello stesso periodo è passata dal +4% del primo trimestre al +31% del quarto, coinvolgendo tutti i settori. Con un contributo significativo da commercio (23%) e commercio manifatturiero (17%) ma anche edilizia (16%) ed ospitalità (10%). Quest’anno e il prossimo si dovrebbe registrare un’ulteriore accelerazione, dal momento che la prolungata debolezza dell’economia acuisce la pressione sulle imprese fragili già colpite da costi maggiori, tassi di interesse più elevati e minore disponibilità di finanziamenti. Il report fa però notare che il nuovo processo di risoluzione negoziata (un procedimento ‘stragiudiziale’) sta guadagnando slancio, contribuendo a limitare il numero ufficiale. In questo contesto, Allianz Trade non prevede un ritorno al livello pre-pandemico e stima un aumento del 19% nei prossimi dodici mesi, con 9.190 imprese rischio. Incremento che non si fermerà neppure nel 2025, quando i fallimenti dovrebbero salire ancora del 4% e arrivare a coinvolgere 9.550 aziende.
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Due aziende su tre peggio del passato
“Nel 2024 questa risalita su larga scala dovrebbe comportare per due Paesi su tre il superamento del numero di insolvenze registrato prima della pandemia rispetto alla metà del 2023”, chiarisce il ceo di Allianz Trade Aylin Somersan Coqui. Per l’esperta, l’economia del ‘dopo shock’ porta infatti con sé “un’ampia serie di sfide” e sta mettendo alla prova la resilienza delle imprese. Secondo il report, infatti, nel 2025 questi sviluppi riporteranno i default su livelli elevati: +12% negli Stati Uniti, +8% in Francia e +6% in Germania rispetto al 2019.
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