“Il modello accumulo/decumulo è destinato a saltare in un contesto in cui l’aspettativa di vita media cresce del 20% ogni 10 anni”, spiega il country head per l’Italia della società che sottolinea la centralità della catena del valore del risparmio per proteggere i ritorni reali. Per il 2024 l’asset manager prevede che l’economia globale affronterà una recessione, seppur “breve e leggera”
Una fase di affanno ciclica ma prospettive per il futuro da sicuro protagonista. Cosmo Schinaia, country head per l’Italia di Fidelity International, coglie l’occasione della presentazione dell’outlook 2024 della casa di gestione per fare il punto sull’andamento del settore e sulle sfide che lo attendono.
“L’industria del risparmio gestito in Italia vive una fase di affanno dovuta a grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi 18 mesi”, spiega, rassicurando però sulla ciclicità di quanto sta accadendo e approfondendone ragioni e precondizioni per una svolta in positivo.
Il lungo periodo è nostro
“I flussi sul risparmio gestito italiano sono complessivamente in negativo ormai da giugno 2022, fondamentalmente per due ragioni. La prima è il rendimento del BTP, fenomeno più importante della grande crescita dell’amministrato. I margini di interesse per le banche, inoltre, sono aumentati grazie al rialzo dei tassi e la distribuzione ha insistito meno sul gestito. Da considerare, infine, anche le performance negative di tutte le asset class nel 2022, che hanno impattato sulla psicologia dei clienti”.
La concomitanza di questi tre fattori ha determinato lo stato attuale dell’industria, ma “ciclicamente questo avviene”, assicura Schinaia. “Non appena il BTP si muoverà sotto il 3%, il risparmio gestito ritornerà la soluzione ricercata dai clienti. Inoltre, il movimento al ribasso dei tassi porterà di nuovo il focus del business bancario sul gestito”.
Più rilevante per assicurarsi una crescita nel lungo periodo è considerare quello che Schinaia definisce “il vero cambiamento che non stiamo ancora catturando a livello di industria e che sarà la chiave per crescere nei prossimi anni”, ovvero la longevità.
Cosa cambia per il risparmio?
“In Italia l’aspettativa di vita cresce del 20% ogni 10 anni e i clienti di fascia alta sono per oltre il 65% over 60”. Questi due dati, peraltro in crescita, sono sufficienti secondo Schinaia per affermare che il modello accumulo/decumulo dello stock di risparmio individuale sia ormai saltato.
“Con il trend della longevità, c’è il concreto rischio di sopravvivere alle proprie risorse finanziarie e la protezione dei ritorni reali diventa dunque fondamentale”, afferma il country head per l’Italia di Fidelity International. Secondo gli esperti della casa di gestione emergeranno quindi tre esigenze: lifestyle, leasure e legacy, a cui corrispondono la ricerca di dividendi e cedole, decorrelazione al mercato e preservazione del capitale in vista di un passaggio alle generazioni future. Tutti bisogni che rimandano alla catena valore del risparmio gestito che nel frattempo deve fare i conti con un contesto macroeconomico difficile da decifrare.
Ci sarà recessione (ma sarà ciclica), la view per il 2024
“Passeremo da un anno imprevisto a uno imprevedibile. Il 2023 ha portato, infatti, a esiti inattesi. Partito con la recessione come scenario base, si è rivelato un anno di grande resilienza, in particolare, dell’economia Usa. Il miglior anno dal 2014, escludendo il rimbalzo post-Covid, con le metriche del mercato del lavoro che hanno fatto registrare record positivi in serie. Dopo gli errori del 2023, economisti e analisti sono chiamati a fare meglio. Il consensus sul 2024 è per un atterraggio morbido o per nessun atterraggio”.
Quella descritta è la genesi di un “eccesso di ottimismo” che popola oggi i mercati. Questa la definizione utilizzata da Donatella Principe, director Market Distribution Strategy di Fidelity International, che chiarisce come la view della casa di gestione per l’anno appena iniziato sia di un ingresso dell’economia globale in “recessione ciclica”, cioè “breve in termini di durata e leggera in termini di intensità”.
Un rallentamento che complessivamente “non preoccupa” e che lascia intatte molte delle occasioni offerte dai mercati.
Un passo indietro
Prima di arrivare alla definizione delle opportunità di investimento, è, però, fondamentale guardare agli errori del passato per evitare di ritrovarsi nella medesima situazione.
A inizio 2023, alla luce dell’errata previsione di hard lending dovuto all’aumento del costo del denaro più repentino della storia, i mercati si attendevano almeno due tagli dei tassi da parte della Fed. “Il punto di partenza era, però”, chiarisce Principe, “uno stock di debito creato in oltre un decennio di tassi a zero”. “L’effetto sull’economia non poteva essere immediato, visto che ai debiti in corso si applicavano i tassi precedentemente stabiliti e tenuto conto della contemporanea possibilità per le aziende di creare valore dalla liquidità grazie alla remunerazione sui depositi”, aggiunge.
“La pressione della stretta monetaria è destinata a salire man mano che aumenta il numero dei rifinanziamenti del debito che era stato sottoscritto nel mondo dei tassi a zero. È inutile illudersi: non siamo più in uno scenario riccioli d’oro”, chiarisce Principe, sottolineando come confrontando i punti di partenza di 2023 e 2024 non sia pienamente razionale il comportamento del consensus sulle attese per la crescita globale.
“Anche considerando tagli da parte di Fed e Bce nel 2024, non significa che usciremo da uno schema di tassi higher for longer”, specifica, facendo notare come, tanto le ultime rilevazioni quanto i trend di lungo termine, facciano presagire una resistenza dell’inflazione a livelli superiori rispetto a quelli del mondo pre-Covid.
“Deglobalizzazione, demografia, debito e decarbonizzazione sono le quattro ‘D’ che nel medio e lungo periodo contribuiranno a sostenere i prezzi”, afferma, inoltre, la director Market Distribution Strategy di Fidelity International, che guardando al breve termine cita la crisi del Mar Rosso, con gli attacchi dei guerriglieri Houthi alle navi in transito, come elemento con sicuri effetti sui prezzi dei beni a livello globale.
Cosa si aspetta Fidelity International
Previsione al di fuori del consensus per quanto riguarda le aspettative di crescita e consapevolezza dei rischi politici (il 2024 sarà un anno di grandi appuntamenti elettorali in tutto il mondo, a partire dalle presidenziali USA di novembre) e geopolitici sono le premesse di un posizionamento che è possibile definire costruttivo ma alla ricerca di protezioni in grado di mitigare possibili tensioni.
“Tatticamente è ragionevole prendere un po’ più di rischio, che va però contemperato con qualità. Un tema fortissimo in questa fase è quello delle valutazioni perché il prezzo è la prima linea di difesa contro la volatilità”, spiega Principe.
Nel complesso meglio l’azionario dell’obbligazionario per gli esperti della casa di gestione che nel reddito fisso prediligono l’allocazione a emissioni Investment Grade. Stati Uniti e Asia in cima alle preferenze geografiche con le imprese europee più in difficoltà anche per effetto del maggiore peso della stretta monetaria data la dipendenza dal canale bancario da cui discende una disponibilità di liquidità minore in termini assoluti e più cara in termini di prezzo.
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