Esma: “Non c’è Cmu senza famiglie e piccoli investitori”
L’Authority indica la via per un maggior coinvolgimento delle famiglie a supporto dell’economia reale. Per le imprese, specie le Pmi, un’opportunità per diversificare i canali di funding
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Manca ancora qualche tassello per il completamento dell’Unione bancaria europea. “Fra questi c’è senz’altro da implementare un sistema comune europeo di assicurazione sui depositi”. A dirlo è il numero due della Banca centrale europea, Luis de Guindos, intervenendo al Cirsf (Research Centre on Regulation and Supervision of the Financial Sector, Portugal) online Annual International Conference 2020 on Major Trends in Financial Regulation ammettendo che “nonostante il tema sia un elemento chiave dell’Unione bancaria, si sono fatti pochi progressi su questo fronte”.
“Permettetemi di ricordare brevemente perché un Edis (European deposit insurance scheme) sia così importante – spiega De Guindos –. In primo luogo, senza un Edis, la protezione dei depositanti rimane dipendente dalla posizione della banca e dai sistemi nazionali di assicurazione dei depositi. Ciò potrebbe distorcere la parità di condizioni: se i fondi nazionali sono esauriti, è probabile che i governi forniscano il sostegno di riserva e le differenze nella forza fiscale tra gli Stati membri potrebbero portare a diversi livelli di fiducia dei depositanti”.
In secondo luogo, aggiunge il vicepresidente Bce – i fondi nazionali di assicurazione dei depositi “si esaurirebbero più rapidamente di un fondo europeo più ampio e diversificato, in particolare in caso di shock locale. Continuare a fare affidamento su schemi nazionali potrebbe esacerbare il ciclo del destino banca-sovrano, dato che le finanze pubbliche potrebbero essere utilizzate per sostenere i fondi nazionali. In terzo luogo, persiste un disallineamento tra la supervisione bancaria centralizzata e la risoluzione nell’unione bancaria, da un lato, e l’assicurazione nazionale dei depositi, dall’altro. Con un Edis, tutte e tre le funzioni sarebbero allineate a livello di unione bancaria, contribuendo a garantire la coerenza”.
“Chiaramente, le ragioni a favore di un Edis erano già rilevanti prima della crisi del Covid19, ma sono diventate particolarmente importanti ora. Soprattutto in questo momento, abbiamo bisogno di strumenti per aumentare la fiducia nel sistema bancario e preservare la stabilità finanziaria. L’Edis contribuirebbe in modo significativo a tutti questi obiettivi garantendo una protezione uniforme dei depositanti in tutti gli Stati membri, riducendo la probabilità che le banche passino attraverso un meccanismo di rafforzamento della fiducia ed evitando così potenziali spirali viziose che aggravano gli shock negativi nei singoli Stati membri”, chiosa De Guindos.
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