Fondi tematici nuovo faro della gestione attiva
L’Europa è leader in questo segmento dell’industria dove i gestori attivi dominano anche su Etf e passivi. Fra i più gettonati Credit Suisse cita i trend demografici e la robotica
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Il mercato europeo dei prodotti tematici – attivi e passivi – è in crescita. Nel 2020 gli asset in gestione (Aum) di questa categoria di fondi ed Etf sono cresciuti del 90% rispetto all’anno precedente. Sono alcuni numeri contenuti nell’ultimo rapporto “European Distribution Dynamics 2021: Reassessing Growth Opportunities” di Cerulli Associates.
“L’investimento tematico non è una novità per gli investitori europei”, spiega Fabrizio Zumbo, a capo del team di ricerca nei settori asset e wealth management per l’Europa. “Ma la pandemia Covid19 – aggiunge – ha creato le condizioni necessarie per un rapido aumento della domanda di investimenti tematici”.
“Organizzando un portafoglio intorno a più temi di investimento si ottengono vantaggi in termini di ottimizzazione del rendimento, contenimento dei rischi e integrazione della sostenibilità”, commentano i responsabili per le strategie Global Thematic Equity di Lazard Asset Management.
Digitalizzazione, sostenibilità, cambiamenti demografici: sono questi alcuni dei megatrend principali indicati dai fund manager interpellati da Cerulli. “E lo saranno anche nei prossimi 12-24 mesi”, aggiungono dalla società di ricerca e consulenza.
Oggi i prodotti più in voga fra gli investitori hanno come sottostante i temi della transizione energetica e le energie rinnovabili. Nel prossimo futuro i money manager intervistati da Cerulli si aspettano che i prodotti tematici di maggior successo possano essere quelli sull’acqua (92%), biotecnologie (86%) e healthcare (70%). “I clienti delle banche private europee sono sempre più interessati a investire in temi tecnologici come l’intelligenza artificiale, la sicurezza informatica e le reti 5G”, aggiunge Zumbo.
Oggi la domanda di prodotti tematici arriva in particolar modo da private bank e wealth manager indipendenti. Secondo il 37% degli asset manager interpellati da Cerulli la domanda proveniente dalle banche private aumenterà nei prossimi due anni. Lo stesso ha detto il 34% degli intervistati con riferimento alle aspettative sui wealth managers.
In questo quadro, un numero crescente di case di gestione amplia la propria gamma prodotti includendo i tematici, un trend che negli ultimi anni guadagna posizioni rispetto ai tradizionali approcci “settoriali”, “geografici” o basati sullo “stile d’investimento”.
“Considerata la natura globale delle imprese e degli investitori – dicono da Lazard AM – un approccio geografico preclude la possibilità di integrare importanti aspetti che vanno oltre i confini di una regione. Una specializzazione settoriale appare più sensata, viste le competenze necessarie per comprendere tutte le sfumature di un’industria, anche se riduce la potenzialità di osservare aspetti intersettoriali. Infine, la suddivisione delle competenze di investimento in specializzazioni per stile (per esempio growth rispetto a value) è comunque arbitraria, nel senso che tutti gli investitori dovrebbero cercare di comprendere entrambi i risvolti di un investimento”.
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