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Dalla conferenza “Non è solo una messa in scena: leadership al femminile tra teatro, storia e realtà” un focus sugli elementi che possono aiutare a raggiungere il successo e sugli ostacoli culturali ancora da abbattere
Diversity e una maggiore presenza di donne ai vertici sono un tema chiave sia per affrontare l’attuale scenario di poli-crisi, in cui l’incrocio di complessità impone la partecipazione e l’inclusione di tutti i talenti indipendentemente dal genere, sia per abbattere i bias che ancora tendono a frenare le donne dal raggiungimento di posizioni apicali. È quanto emerso dalla conferenza “Non è solo una messa in scena: leadership al femminile tra teatro, storia e realtà”, organizzata dal Comitato Diversity di Assogestioni nella terza giornata del Salone del Risparmio 2023. “L’Associazione è sempre stata interessata al tema della diversità: abbiamo pubblicato linee guida per sensibilizzare le Sgr a promuoverla nel settore del risparmio gestito e abbiamo introdotto la certificazione di genere”, ha esordito in apertura lavori Roberta D’Apice, Direttore Affari Legali e Regolamentari di Assogestioni.
La conferenza è partita in modo inedito, con una rappresentazione teatrale del duo DilaliaDuett, composto da Maddalena Recino e Ursula Volkmann. La coppia ha messo in scena un breve spettacolo scritto appositamente per il Salone e tratto dal libro “Leadership strategies for women” di Paul Vanderbroeck, storico diventato coach per donne leader.
Nel corso della performance, una serie di donne moderne ha dialogato sulle sfide e i luoghi comuni che il genere femminile deve affrontare per perseguire i propri sogni e coniugare famiglia e lavoro, fino a confrontarsi con una importante figura storica emersa del libro di Vanderbroeck: l’imperatrice Caterina la Grande. Nel testo – e di riflesso nello spettacolo – la regnante emerge come una leader illuminata e aperta al progresso, che ha perseguito l’ambizione del potere con il forte obiettivo di migliorare la Russia, sua patria adottiva, e ha saputo mantenere il timone nelle sue mani grazie alla lungimirante costruzione di un network fidato e solido. Allo stesso tempo il leitmotiv che contraddistingue le storie delle donne di successo è composto da motivazione sulla base di un purpose e coltivazione della propria autenticità.
Dopo lo rappresentazione, una tavola rotonda moderata da Alessandra Riva, Ceo e Founder di avalore Società Benefit, ha approfondito gli spunti di riflessione emersi dalla performance di Recino e Volckmann, con una discussione su percorsi personali, ostacoli da abbattere, punti di forza sui quali fare leva per perseguire le proprie aspirazioni. Nella moderazione di Riva, l’architettura di domande ha fatto emergere elementi storici e scientifici sostenuti dalle esperienze del vissuto.
“Tutti possono diventare numero uno, uomini e donne, ma nella narrazione ci sono pochi esempi femminili. Ho deciso di guardare al passato e vedere se potevo trovare degli esempi di storie di successo che colmassero questa lacuna. Oggi c’è una prospettiva che manca, molte donne non riescono a raggiungere posizioni apicali e lo vediamo soprattutto nelle organizzazioni in cui le donne sono la maggioranza”, ha esordito Vanderbroeck, sottolineando come il file rouge che incontra nello svolgimento del lavoro quotidiano consista nel problema dell’equilibrio casa-lavoro, nel significato dell’ambizione, che può cambiare tra uomini e donne, e nella motivazione per cui si lavora.
Erica Francesca Poli, psichiatra e divulgatrice, ha parlato dell’importanza di un’integrazione del fattore maschile e femminile e della necessità di esplorare l’archetipo femminile senza cedere alla tentazione di copiare i comportamenti degli uomini per aspirare al successo.
Pregiudizi, ostacoli culturali e tenacia sono stati gli elementi su cui si è concentrata Cinzia Tagliabue, head of International Partners Network e Chairman of Amundi Sgr, che ha ripercorso alcuni elementi della sua esperienza professionale e personale. Autostima e motivazione i punti di forza che Tagliabue ha messo in luce per affrontare gli ostacoli da superare. “È un percorso ancora lungo ma vedo che c’è tanta voglia, soprattutto dal lato femminile, di mettersi in gioco”. La manager ha lanciato l’invito ad accettare la diversità e apprendere tutti i giorni dagli altri.
La motivazione a raggiungere un risultato è stata uno degli elementi centrali su cui si è soffermata anche Katia Mangiaracina, chief operating Officer LDI di Generali. “Non ho mai dubitato che noi donne potessimo andare avanti e non essere del tutto cosciente dei bias sociali in qualche modo mi ha aiutata”, ha spiegato, affermando che “i bias esistono, le differenze esistono, ma finalmente se ne parla in maniera molto aperta”. Il tutto completato, anche nel suo caso, da un invito a “essere curiosi e promuovere la diversità”.
“Gli elementi chiave emersi dalla discussione come stimoli nuovi per le donne leader sono l‘autenticità e il purpose”, ha sintetizzato a chiusura della conferenza Pietro Martorella, head of Southern Europe di AXA Investment Managers Italia e membro del Comitato Diversity di Assogestioni. “Non sono totalmente d’accordo sul fatto che noi uomini siamo così poco orientati al purpose ma certamente ci sono delle differenze importanti che possano valorizzare l’unione delle forze”, ha aggiunto. Per poi concludere: “Non dimentichiamo un altro fattore importante per la leadership: quello dell’equilibrio tra la vita in azienda e quella personale. In tal senso, l’auspicio per noi uomini e per tutti è di creare le condizioni per cui questa leadership possa manifestarsi”.
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