Azionario Europa, chi vince e chi perde con vaccino e politiche fiscali espansive
Secondo i gestori le recenti evoluzioni dei mercati favoriscono un approccio orientato all’universo d’investimento value anche verso le azioni del Vecchio continente
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Doppia occasione in arrivo per Leonardo. La società italiana che opera nei settori della sicurezza, difesa e aerospazio è da giorni sotto i riflettori degli analisti, e protagonista di un ottimo recupero a Piazza Affari dopo i 4 euro toccati a fine ottobre (il 18 novembre è in area 6 euro). A dare la carica al titolo è l’ipotesi – sempre più concreta – che la società guidata da Alessandro Profumo stia per quotare sul mercato la controllata a stelle e strisce Drs.
Secondo le ipotesi definite negli ultimi giorni, Leonardo punta a un’Ipo per collocare una quota del 40% del capitale della società militare, attraverso un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs), cioè una struttura mista che prevede la cessione di azioni Drs in portafoglio a Leonardo, accompagnata da un aumento di capitale riservato agli investitori che farà affluire risorse fresche alla società per supportare i propri piani di sviluppo. Alcune tecnicalità sono ancora da definire, come il bilanciamento tra le azioni da cedere e quelle da emettere ex novo a favore del mercato. Probabilmente del 40% da quotare, più della metà (55-60%) potrebbe essere la tranche di titoli venduti da Leonardo.
Ma è ancora prematuro dare per chiusa e definita l’operazione. Le indiscrezioni al momento indicano per il 100% della controllata di Leonardo Spa una valutazione pari a 3 miliardi di dollari. Nelle casse del gruppo potrebbero quindi finire 1,5 miliardi circa. Per gli analisti di Equita l’operazione sarebbe molto positiva in quanto rafforzerebbe la struttura finanziaria del gruppo italiano. Banca Akros pensa che “l’Ipo di Drs rappresenti uno scenario realistico e che la tempistica per compiere un simile passo sia favorevole” anche alla luce degli ultimi risultati che ha realizzato Drs nei 9 mesi del 2020: gli ordini di Leonardo Drs hanno rappresentato il 26,58% del totale degli ordini realizzati da Leonardo Spa nei primi nove mesi del 2020 (8,51 miliardi di euro), i ricavi il 19% del fatturato complessivo del gruppo (9 miliardi di euro) e l’Ebitda il 20,32% (497 milioni).
L’Ipo di Drs sembra, quindi, essere considerata dagli analisti come una possibile scelta win win. Anche Mediobanca Securities pensa che l’Ipo di Drs sia “la migliore opzione possibile” per Leonardo Spa “dal momento che consentirebbe al gruppo italiano di ridurre il proprio livello di indebitamento” e potrebbe sostenere una sostanziale rivalutazione del titolo in Borsa. Allo stesso tempo questo scenario permetterebbe a Drs “di crescere in modo non organico utilizzando le sue azioni, che probabilmente sarebbero scambiate a un multiplo superiore” rispetto a quello di Leonardo.
Oltre all’Ipo, un’altra importante occasione di sviluppo e crescita della redditività potrebbe arrivare dal Recovery Fund. Se infatti, come ricorda Francesco Legrottaglie, Partner di Deloitte ed esperto del settore, “l’A&D non è immune agli impatti generati dalla crisi pandemica e le aziende italiane devono scongiurare il rischio di perdere quote di mercato rilevanti, competitività nello scacchiere internazionale e di disperdere competenze e know-how unici, in ottica futura le risorse europee in dotazione con il Recovery Fund rappresentano un’occasione unica. Con il Recovery si potrà rilanciare tutto il settore attraverso una strategia d’insieme che valorizzi le attività di R&S (interne ed esterne) in particolare in ambiti come lo spazio, la cyber security, la robotica e l’intelligenza artificiale e dare supporto alle PMI (80% della value chain), ad oggi fra i soggetti più colpiti”.
Secondo Legrottaglie infatti, “solo così sarà possibile conservare e valorizzare le competenze e la tradizione italiana in un settore strategico per tutto il Paese e adattarsi al nuovo contesto attraverso innovativi modelli organizzativi e di business, privilegiando una logica di ecosistema in ottica open innovation, ma allo stesso tempo gestendo le sfide produttive con il supporto delle tecnologie digitali e ottimizzando le catene di fornitura”.
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