Bce, i tassi negativi non sono una panacea. Ecco perché
Secondo Dws, l'impatto delle politiche Nirp nella zona euro è stato nella migliore delle ipotesi marginalmente positivo. L’analisi
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Sbaglia chi pensa che l’arsenale della Bce sia ormai sguarnito, le armi a disposizione sono ancora molte e vanno dal taglio dei tassi al quantitative easing. A ribadirlo è stato il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi nel corso del simposio delle banche centrali a Sintra, in Portogallo.
Il presidente uscente ha infatti detto chiaramente che “il programma di acquisto di asset ha ancora uno spazio considerevole” e che “in assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”. E tra gli stimoli possibili ci sono anche “ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale”.
Quanto alla situazione economica, “l’Eurozona rimane debole, lo scenario dei rischi rimane negativo, e gli indicatori per i prossimi trimestri indicano una debolezza persistente. Non si sono dissipati quei rischi evidenti durante tutto lo scorso anno, in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia del protezionismo e le vulnerabilità dei mercati emergenti”, ha spiegato Draghi, notando che “il trascinarsi dei rischi ha pesato sull’export, specie sull’industria manifatturiera”.
Non poteva mancare poi un richiamo ai governi. “La politica di bilancio deve giocare il suo ruolo” fornendo uno stimolo all’economia quando questa è debole, e non lasciando alla sola Bce questo compito, ha esortato il governatore centrale. “Nell’ultimo decennio l’aggiustamento macroeconomico è toccato sproporzionatamente alla politica monetaria. Abbiamo persino visto casi in cui la politica fiscale è stata pro-ciclica andando in direzione contraria allo stimolo monetario”.
La reazione dei mercati…
Immediata la reazione dei mercati alle parole di Draghi su tassi e Qe. Lo spread fra il Btp decennale e il bund scivola sotto i 250 punti base, a 246, segnando il minimo dallo scorso aprile: il titolo italiano a 10 anni vede il suo rendimento scendere di 14 punti base al 2,16% mentre quello tedesco cala a -0,293%.
Anche gli indici guida delle principali Borse in Europa invertono la rotta: lo Stoxx Europe 600 guadagna lo 0,7%, lo Stoxx 50 lo 0,7%. Stesso discorso per l’euro, che scivola sotto gli 1,12 dollari, a 1,1190, perdendo oltre un centesimo da 1,1218 della chiusura di ieri.
Una dinamica che non piace al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che su Twitter attacca: “Mario Draghi ha appena annunciato che potrebbero arrivare altri stimoli all’economia europea, che hanno immediatamente fatto scivolare l’euro rispetto al dollaro. Così per gli europei diventa ingiustamente più facile competere con gli Stati Uniti”.
…e degli operatori
“È una buona notizia perché è stato uno strumento fondamentale per l’uscita dalla crisi e per il sistema delle attività produttive in Europa. I dati degli ultimi mesi dimostrano che ce n’è ancora bisogno”, ha commentato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.
“C’era stato, sia di qua che di la dell’Atlantico – ha ricordato Gros-Pietro – un eccessivo ottimismo. Tutti ricordano che la Federal Reserve aveva preannunciato due o tre aumenti dei tassi durante l’anno. Non se n’è fatto nulla perché lo sviluppo è rallentato”.