4 min
Il 75% degli investitori globali ha già rivisto le scelte di investimento. Tech e invecchiamento i temi più importanti. Azionario, real estate e infrastrutture le asset class pronte a beneficiarne
Tre quarti degli investitori a livello globale (il 74%) hanno già modificato le loro scelte di investimento in base ai trend demografici, e la quasi totalità (il 95%) non ha dubbi sul fatto che tali cambiamenti avranno un’influenza ancora maggiore nel processo decisionale in materia di asset allocation nel prossimo decennio. È quanto emerge da una ricerca di Bnp Paribas Asset Management circa l’impatto del cambiamento demografico sulle decisioni degli investitori istituzionali e degli intermediari.
Lo studio, condotto in collaborazione con Coalition Greenwich, rivela anche che l’impatto maggiore dei trend demografici si avrà in Asia e in Europa, mentre sarà minore negli Usa. Nuove tecnologie (indicato dal 95% del campione) e invecchiamento della popolazione (91%) tra gli elementi che influenzeranno di più gli investimenti, mentre le asset class che più ne beneficeranno saranno l’azionario, il real estate e le infrastrutture.
A livello geografico, il 78% degli intervistati in Europa e l’83% in Asia hanno indicato che il cambiamento demografico ha già influito sull’asset allocation, rispetto al 42% degli investitori statunitensi. L’impatto è stato più pronunciato tra gli investitori intermediari, l’86% dei quali indica che tale cambiamento era già stato incorporato nelle scelte, rispetto al 69% degli istituzionali.
“I risultati mostrano anche la misura in cui le variazioni demografiche e le considerazioni di asset allocation sono interconnesse con il ritmo sempre più rapido della tecnologia e dell’attenzione alla sostenibilità, che richiede una riallocazione fondamentale del capitale”, fa notare Sandro Pierri, ceo di Bnp Paribas Asset Management, secondo cui ciò richiederà una profonda trasformazione nel settore degli investimenti per rispondere a questioni come il finanziamento del gap pensionistico, il passaggio dalla creazione di ricchezza alla conservazione del patrimonio, in coerenza con i profili di rischio dei clienti o la disponibilità di soluzioni più digitali per l’investimento.
“Tutto ciò – sottolinea Pierri -, se da un lato presenta delle sfide, crea anche nuove opportunità. Individuare i settori destinati a risolvere queste sfide e selezionare le strategie appropriate può individuare opportunità d’investimento a lungo termine. In Bnp Paribas Asset Management, stiamo già assistendo a un passaggio all’investimento tematico poiché i nostri clienti cercano di affrontare sfide specifiche e di sfruttare i trend di lungo periodo nell’ambito di una strategia d’investimento diversificata”.
Nuove tecnologie e invecchiamento i trend più importanti
Oltre 9 investitori su 10 (il 95%) hanno citato l’accelerazione delle tecnologie digitali e innovative come un importante cambiamento nella definizione delle loro strategie di investimento, seguito da vicino dall’impatto dell’invecchiamento della popolazione (91%), dai cambiamenti delle abitudini di spesa dei consumatori (89%) e dalla crescita della popolazione nei mercati emergenti (86%).
Questi risultati riflettono anche i settori più interessanti identificati dagli intervistati. In cima, il settore sanitario (significativamente attrattivo per il 91%), seguito da tecnologia (84%), energia (67%), agrifood (63%), tempo libero e turismo (60%) e immobiliare (59%).
A livello geografico, il 78% degli intervistati in Europa e l’83% in Asia hanno indicato infatti che il cambiamento demografico ha già influito sull’asset allocation, rispetto al 42% degli investitori statunitensi. L’impatto è stato più pronunciato tra gli investitori intermediari, l’86% dei quali indica che tale cambiamento era già stato incorporato nelle scelte, rispetto al 69% degli istituzionali.
A livello geografico si riscontrano alcune differenze: il settore sanitario è stato considerato più importante in Europa e in Asia (entrambi 95%) rispetto agli Stati Uniti (75%). Tecnologia, telecomunicazioni e It sono più rilevanti in Asia (93%) rispetto all’Europa (81%) e agli Stati Uniti (75%). Per gli investitori asiatici, la crescita della popolazione dei mercati emergenti è stata considerata un aspetto “estremamente importante” del cambiamento demografico per la strategia di investimento dalla metà degli intervistati (51%), rispetto al 21% in Europa e al 15% negli Stati Uniti. La diversità e l’uguaglianza sono considerate un aspetto “estremamente importante” dal 30% degli investitori statunitensi, rispetto al 24% in Asia e al 17% in Europa.
Azionario, real estate e infrastrutture pronti a beneficiarne
Gli investitori istituzionali hanno individuato nell’azionario (52%), nel real estate (50%) e nelle infrastrutture (47%) le classi di attivo che più probabilmente beneficeranno delle allocazioni in seguito al cambiamento demografico.
Per gli intermediari, invece, l’investimento tematico è risultato il meglio posizionato (63%), seguito dalle azioni (53%) e dalle infrastrutture (47%). Le risposte hanno evidenziato in genere preferenze equamente suddivise rispetto all’utilizzo di strategie attive e passive per la modifica delle allocazioni nei prossimi dieci anni, e trasversali rispetto alle aree geografiche.
Infine, il cambiamento demografico è stato identificato come un’opportunità d’investimento da quasi il 60% degli investitori e come un rischio dal 20%: di conseguenza è emerso un mix di preferenze riguardo l’assunzione di rischio d’investimento aggiuntivo in futuro, ovvero la riduzione dello stesso. Gli investitori asiatici si sono dimostrati propensi alla riduzione del rischio (39%), diversamente da Stati Uniti ed Europa, dove si rileva una propensione all’aumento (per entrambi +17%).
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.