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All’Efpa Meeting 2023, l’immagine di un Paese poco reattivo alle sfide macro. Ma dove il risparmio vale 5mila mld e può fare da volano di crescita. De Rita: “Formazione e tecnologia le chiavi. Ma per Kendall “il tocco non è sostituibile”
Un Paese impantanato nei problemi del passato e preda più che mai dell’attuale quadro macro ma che ha ancora una carta da giocare per riuscire a proiettarsi finalmente verso il futuro: la consulenza finanziaria, specie se affiancata da un giusto utilizzo dell’intelligenza artificiale. È questa la fotografia dell’Italia scattata dal segretario del Censis Giorgio De Rita e dall’economista americano Coleman Kendall, protagonisti della conferenza inaugurale di Efpa Meeting 2023. Un colloquio, avvenuto il 12 ottobre nella suggestiva cornice di Villa Vittoria a Firenze, che ha inquadrato la posizione dei servizi finanziari tricolore in un contesto ricco di sfide e opportunità.
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Più mercato che geopolitica tra le preoccupazioni
Dopo lo speech del presidente di Efpa Italia Marco Deroma, che ha evidenziato l’importanza di accompagnare i risparmi in maniera competente ma anche con semplicità e un certo grado di apertura al nuovo, il dibattito si è focalizzato sulle prospettive del quadro macro per cercare di capire quali rischi economici ma anche geopolitici si proiettino nell’orizzonte del Belpaese. Un tema da mesi sotto i riflettori e divenuto ancor più d’attualità in scia al conflitto che ha coinvolto Israele e Hamas. Secondo Kendal, l’impatto dell’escalation in Medio-Oriente è stato finora “contenuto” e lo dimostra anche la veloce stabilizzazione subita dalle quotazioni del greggio dopo un rincaro di appena 2 punti percentuali.
“Quello su cui si concentrano le discussioni all’interno della Federal Reserve in vista della prossima riunione”, ha spiegato l’economista, “è semmai quanto il mercato abbia già scontato le misure adottate dalla stessa banca centrale americana per contrastare l’inflazione”. Di sicuro, per l’esperto, c’è che i prezzi sono ancora troppo alti e il mercato del lavoro si conferma ancora troppo resistente per consentire al presidente Jerome Powell di allentare la morsa a breve termine.
Italia nel pantano. Ma c’è la carta della consulenza
In questo quadro, De Rita ha delineato il profilo dell’Italia come quello di un Paese resiliente ma troppo statico e quindi maggiormente esposto di altri a cambiamenti difficili da governare. “Negli ultimi 30 anni, il reddito così come i consumi e gli stipendi degli italiani sono rimasti fermi mentre il debito pubblico è cresciuto a velocità doppia”, ha spiegato il sociologo. Che ha aggiunto come, a peggiorare la situazione, siano intervenute anche le tante crisi susseguitesi negli ultimi mesi: dalla pandemia alla fiammata energetica fino all’inflazione, che ha eroso oltre 200 miliardi di euro di potere di acquisto delle famiglie. Ecco allora che una leva su cui agire, per il direttore del Censis, non può che essere individuata proprio nell’attitudine al risparmio. E non semplicemente perchè rappresenta una caratteristica che ci accompagna da secoli come popolo, ma sulla base di un ben più solido dato: il patrimonio finanziario complessivo degli italiani è superiore a 5mila miliardi di euro. Da qui, l’invito di De Rita ai consulenti a ripagare la “ampia fiducia” che i risparmiatori dimostrano di avere in loro. A maggiore ragione considerando che alcuni segnali positivi ci sono comunque, a partire dalla crescita dell’educazione finanziaria.
Macchina sì, ma come supporto all’uomo
Non solo economia e geopolitica. Tra le sfide all’orizzonte, i due esperti hanno individuato anche il tema della dell’intelligenza artificiale, considerata un’opportunità purché venga sfruttata ad integrazione e non in sostituzione dei professionisti. “L’IA può essere un valido strumento perché è brava a parlare, ma non sa ascoltare come invece sono in grado di fare i consulenti finanziari”, ha detto Kendall. Che ha sottolineato come l’essere umano abbia sempre il vantaggio di poter capire quale persona si trova davanti e come possa intercettare al meglio le sue esigenze. Un concetto fatto proprio anche da De Rita: “I programmi di Artificial Intelligence sono protagonisti di una corsa sfrenata ma non sono in grado di immaginare il nuovo e capire le direzioni che la società sta prendendo”.
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