Risparmio, solo un italiano su quattro investe
Secondo una ricerca XTB-YouGov, la quota scende al 19% tra le donne. Nord più dinamico, Sud in ritardo. Cruciale resta l’istruzione. Bond, azioni e fondi comuni gli strumenti preferiti
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Trasformare i risparmiatori in investitori. Ecco la sfida che più di ogni altra definirà il futuro dell’industria italiana del risparmio gestito. E a metterla in luce è stata la giornata conclusiva dell’Efpa Italia Meeting 2025, che ha archiviato la due giorni di incontri sulla consulenza finanziaria in programma a Firenze il 2 e il 3 ottobre analizzando i risultati dell’ultima ricerca realizzata da Finer in collaborazione con la stessa Efpa Italia. Dallo studio è infatti emerso che solo il 30% dei nostri connazionali investe parte della propria ricchezza, nonostante oltre la metà delle famiglie riesca ad accantonare. Un cortocircuito su cui agire con un mix di educazione e previdenza perché, se superato, permetterebbe agli intermediari nazionali di raddoppiare il capitale in gestione.
Scendendo nel dettaglio della ricerca, che ha coinvolto oltre 14 mila tra operatori retail e professionisti, emerge una situazione tutt’altro che positiva: il 57% delle famiglie italiane riesce infatti a risparmiare parte del reddito, ma solo il 30% impiega una quota della propria ricchezza finanziaria sui mercati. Dato che fotografa un divario significativo e crescente, visto che a inizio millennio lo scarto tra risparmiatori e investitori era di appena sei punti percentuali: 58% contro 52%. “Il gap ha raggiunto il massimo storico”, ha detto il ceo e fondatore di Finer Nicola Ronchetti, segnalando come quasi metà del campione dichiari di adottare un orizzonte temporale non superiore ai cinque anni e oltre il 35% si muova sostanzialmente a tentoni: due circostanze che trovano riscontro nell’analisi delle asset class più diffuse a livello di portafogli, con obbligazioni in testa assieme a liquidità e reale estate.
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Proprio in considerazione di tale criticità, la ricerca ha poi individuato tre variabili decisive per il futuro del risparmio tricolore: il tempo, la previdenza ma soprattutto il passaggio generazionale. Su quest’ultimo fronte, più del 50% degli intervistati dichiara infatti di affidarsi ancora esclusivamente alla pensione pubblica mentre la percentuale sale addirittura al 70% quando si analizzano le risposte fornite dalle generazioni che più di tutte avrebbero bisogno di una pianificazione previdenziale complementare: Millenials e Gen Z. “Per scardinare questo cortocircuito occorre un’educazione finanziaria di lungo periodo”, ha spiegato Ronchetti, “perché il tempo è il principale alleato degli investitori ma anche la variabile più sottovalutata”. A confermarlo è anche l’atteggiamento mostrato dai rispondenti verso gli strumenti di risparmio gestito, con tre quarti degli italiani che continuano a investire in modo occasionale e la diffusione dei piani di accumulo (PAC) ancora molto limitata.
La relazione tra risparmiatori e consulenti finanziari rappresenta un altro importante nodo da sciogliere. Secondo la ricerca di Finer ed Efpa Italia, infatti, le priorità percepite dai due gruppi non sempre coincidono. Il 32% degli addetti ai lavori ritiene che la domanda più importante dei clienti sia ‘in cosa investire’, ma solo il 13% dei loro clienti la condivide. E, al contrario, il 27% del pubblico vorrebbe sapere ‘quando’ è il momento giusto per andare sul mercato nonostante questa stessa preoccupazione sia valutata prioritaria solo dal 19% delle loro controparti. “La buona notizia è che molti riconoscono nel proprio professionista di riferimento il fattore cruciale per investire con successo”, ha osservato Ronchetti, riferendosi al 38% che indica come fattore più importante quello di avere il referente giusto. Un’ulteriore evidenza riguarda l’influenza che la categoria esercita sul tempismo degli assistiti. Il 38% degli advisor, insieme al 39% dei certificati Efpa e al 44% dei private banker, ritiene che i propri clienti investano quando sono loro a dirglielo. Tra i gestori bancari, solo il 6% dice di avere un impatto altrettanto determinante mentre il 55% sostiene sia la disponibilità di risparmi a guidare le scelte di allocazione.
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Il presidente di Efpa Italia, Nicola Ardente, ha invece sottolineato il concetto che ha ispirato il titolo dell’edizione 2025 dell’evento: l’urgenza di “trovare il ritmo giusto per le nuove generazioni”. La missione, per l’associazione e per la categoria tutta, pare dunque piuttosto chiara: spingere il sistema Paese verso una maggiore consapevolezza finanziaria, partendo dalla comprensione che investire non significa speculare ma pianificare. Sul palco fiorentino della location che ha ospitato la kermesse, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, si poi sono alternati anche numerosi ospiti dal mondo economico e industriale. Cristina Scocchia, CEO di Illy Caffè, ha raccontato come la sua azienda abbia reagito alla ‘tempesta perfetta’ degli ultimi anni scegliendo di accelerare gli investimenti piuttosto che rallentarli: “Abbiamo raddoppiato la capacità produttiva e aumentato l’occupazione, mettendo il benessere delle persone al centro della strategia”. Nell’ultima sessione, intitolata ‘Riscriviamo il futuro’, l’economista Mario Baldassarri ha invece lanciato un monito all’Europa: “Non stracciamoci le vesti per i dazi perché il vero problema è la domanda interna e dobbiamo cercare di mantener qui i 350 miliardi di risparmi che ogni anno vanno a finanziare l’economia americana”.
A chiudere la sedicesima edizione dell’Efpa Italia Meeting sono stati i saluti di Emanuele Maria Carluccio, presidente di Efpa Europe, che ha ricordato i 25 anni di impegno dell’associazione nella certificazione della consulenza finanziaria, e dello stesso Ardente, che ha lasciato la platea con una citazione di Gualtiero Marchesi: “L’esempio è la più alta forma di insegnamento”. Un atto a riassumere bene lo spirito dell’incontro: mostrare, attraverso l’esempio concreto di consulenti e professionisti, che l’educazione finanziaria non è una materia astratta ma una competenza essenziale per costruire il futuro del risparmio italiano.
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