Il fondo DJE – Zins & Dividende persegue un approccio absolute return, con posizioni azionarie focalizzate su titoli “quality momentum” e value tradizionali, e una parte obbligazionaria con esposizione su emittenti solidi con duration moderata
Questa settimana la rubrica “Alla ricerca di Alpha” ospita JanEhrhardt, gestore e deputy Ceo di DJE Kapital AG. Ehrhardt gestisce il fondo multiasset DJE – Zins & Dividende, fondato su un mix di strategie growth e value, che ha festeggiato in questi giorni il suo primo decennale, e che dal 2011 a oggi ha generato un ritorno del 75,55%.
Al 31 dicembre 2020 DJE Kapital AG aveva asset totali in gestione per 14,4 miliardi di euro. Il fondo DJE – Zins & Dividende aveva AUM per 2,28 miliardi al 5 febbraio 2021.
Quali gli obiettivi e la strategia di investimento del fondo?
Il fondo misto bilanciato DJE – Zins & Dividende persegue un approccio absolute return, con l’obiettivo d’investimento di generare una performance positiva sostenibile a prescindere dalle condizioni prevalenti sui mercati e cercando di evitare qualsiasi perdita prolungata del capitale investito.
L’approccio d’investimento flessibile del fondo ci consente di adattarci rapidamente e proattivamente a condizioni di mercato in costante evoluzione. L’allocazione azionaria variabile viene gestita attivamente con l’obiettivo di bilanciare il potenziale al rialzo con il contesto di rischio attuale, contenendo così il massimo drawdown anche nelle fasi difficili e riducendo la volatilità di portafoglio anche nei mercati volatili.
Poiché la generazione di reddito è uno degli obiettivi espliciti della nostra strategia d’investimento, non deve sorprendere che il fondo si concentri su azioni con rendimenti da dividendi superiori alla media, tanto che il rendimento del portafoglio azionario del fondo supera il rendimento del mercato azionario globale. Poiché la parte obbligazionaria del fondo si concentra ugualmente su rendimenti superiori da reddito da interessi, il fondo punta ad assicurare distribuzioni di proventi costanti e sostenuti a un livello attraente.
Nonostante la crisi, l’equity ha chiuso bene il 2020. Quali sono le vostre prospettive sull’azionario per quest’anno?
Per il 2021 prevediamo un outlook moderatamente positivo per l’azionario e siamo posizionati di conseguenza.
Nel complesso, ci aspettiamo una ripresa economica robusta nella maggior parte del mondo. L’Europa, pur in un percorso di crescita, è in netto ritardo rispetto agli Stati Uniti, che stanno compiendo notevoli progressi sul fronte dei vaccini. Inoltre, nel 2020 la Cina ha registrato una ripresa notevole e dovrebbe contribuire positivamente alla crescita del PIL sia asiatico che mondiale. Inoltre, continuiamo a vedere livelli di sostegno monetario senza precedenti da parte di Fed, Bce e Bank of Japan.
Un rischio che stiamo monitorando da vicino è l’aumento delle attese sull’inflazione, soprattutto negli Stati Uniti. Sebbene l’inflazione non sia necessariamente negativa per i mercati azionari, un dollaro USA forte può essere dannoso per le performance dei mercati azionari nel breve termine.
Quali Paesi e quali settori potrebbero assicurare buone performance nel 2021 secondo voi?
Stiamo assistendo a una ripresa dinamica della crescita economica globale, a un aumento dei livelli di produzione e a una forte domanda di energia e di petrolio in particolare. L’aumento dei prezzi dell’energia può portare a un aumento dell’inflazione e, in ultima analisi, a un aumento dei tassi d’interesse. Pertanto, preferiamo i settori che tendono a trarre vantaggio da questo scenario, come la chimica, le materie prime, le assicurazioni, le costruzioni, le industrie.
Inoltre, continuiamo a investire in aziende dal business model promettente in Asia e nei settori IT e Clean Tech a livello globale. Anche se le valutazioni sembrano eccessive in alcune aree di questi mercati, ci concentriamo su società con una produzione sana di flussi di cassa, bilanci stabili e una solida copertura degli interessi. Ad esempio, scorgiamo grandi opportunità d’investimento sia in Cina che in Corea del Sud e abbiamo un sovrappeso regionale in entrambi i Paesi.
Quali sono le principali sfide oggi per un investitore obbligazionario?
Viste le aspettative crescenti sull’inflazione, a volte i rendimenti del reddito fisso possono aumentare; i rendimenti dei Treasury USA decennali, ad esempio, sono aumentati di oltre 20 punti base nel solo 2021. Tuttavia, vediamo una pressione al ribasso da parte delle banche centrali sui rendimenti in tutta la curva, come misura per sostenere la ripresa economica dopo i venti contrari legati al COVID-19.
In particolare, c’è il rischio che il successo di queste misure sia di portata limitata, portando a notevoli venti contrari per le obbligazioni a più lunga scadenza nell’universo del reddito fisso. Alla luce di questo rischio, le partecipazioni fixed income del fondo DJE – Zins & Dividende hanno tendenzialmente una duration aggregata breve. In particolare, continuiamo a individuare valutazioni ragionevoli e cedole interessanti sia nello spazio corporate che nei titoli sovrani dei mercati emergenti.
Qual è il processo di selezione per le obbligazioni?
Ci sono al momento circa 500 emittenti nell’universo investibile di bond societari attivamente coperto da DJE Kapital AG. La nostra ricerca è basata principalmente sulle nostre analisi e valutazioni in-house. Le tre fasi chiave del nostro processo di analisi e investimenti per l’obbligazionario sono:
un processo di screening, dove selezioniamo le società in base ai nostri criteri per rating di credito, scadenze, ritorni, e target di volatilità;
analisi fondamentale, pietra angolare della nostra ricerca creditizia, focalizzata sulla stabilità dei flussi di cassa, sulla copertura degli interessi e sulle metriche di robustezza dei bilanci;
costruzione del portafoglio, che determina la ponderazione, la duration aggregata, il livello desiderato di diversificazione, e il rating medio della porzione obbligazionaria del portafoglio.
Le posizioni sull’obbligazionario devono essere complementari alla porzione azionaria del portafoglio e, idealmente, contribuire alla stabilità e all’income ricorrente. Perciò, tendiamo a cercare flussi di cassa affidabili, elevati tassi di copertura degli interessi, e una robustezza generale dell’emittente.
Come proteggete il portafoglio dai rischi?
Monitoriamo attentamente l’allocazione del portafoglio giorno per giorno, così che le ponderazioni possano essere attivamente e rapidamente aggiustate, se necessario.
Per esempio, potremmo decidere di coprire il rischio valutario per le posizioni in investimenti non denominati in euro, a seconda della nostra valutazione delle attuali condizioni di mercato. Questa gestione attiva del rischio è attuata a livello di singolo titolo, usando derivati valutari (contratti forward) quando appropriato.
Inoltre, gestiamo attivamente la composizione e l’asset allocation del nostro portafoglio con l’acquisto e la vendita diretta di specifici titoli, così come tramite l’uso di derivati quotati (per esempio contratti future). Basiamo questa decisione sulla valutazione dei trend di mercato prevalenti o attesi, come di breve o di lungo termine.
Il fondo può inoltre gestire attivamente i rischi variando l’allocazione in cash, usando derivati per finalità di copertura, e gestendo in maniera coerente qualsiasi posizione di investimento sotto-performante (per esempio con limiti stop-loss).
Qual è il posizionamento attuale del fondo?
Abbiamo un portafoglio diversificato, che consiste di titoli azionari promettenti, che pagano dividendi, e di obbligazioni. A dicembre 2020, l’obbligazionario pesava per il 49,9% del portafoglio e l’azionario per il 49,6%.
Sul fronte azionario, ci focalizziamo su settori “quality/momentum” come i servizi finanziari, il food&beverage, ma anche settori “value”tradizionali come i materiali di base, il settore chimico, quello assicurativo. Inoltre, abbiamo una ponderazione relativamente elevata sul settore tech, principalmente alla luce del suo potenziale di crescita strutturale, dei suoi modelli aziendali solidi e della generazione sana di flussi di cassa. D’altro canto, siamo sottopesati sul settore oil&gas e tendiamo a concentrarci invece sulle società delle energie sostenibili, per es. società “verdi” che operano impianti eolici o producono turbine. Inoltre, abbiamo investimenti azionari significativi sull’Asia.
Sul fronte obbligazionario, circa il 15% del portafoglio è investito in titoli di Stato (sia di Paesi Sviluppati sia di Paesi Emergenti) e circa il 35% su bond societari. In aggregato, il portafoglio ha un rating BBB+ e una duration sotto i 3 anni.
In totale, abbiamo in portafoglio circa 70 titoli con un dividend yield del 2,3%. Combinato con una cedola media del portafoglio obbligazionario del 3,2%, consideriamo il nostro portafoglio ben posizionato per generare una performance positiva sostenibile, evitare perdite sostanziali sul capitale investito e offrire distribuzioni ricorrenti nel 2021 e in futuro.
La manager punta a titoli ciclici in vista della ripresa, e a settori in cui le innovazioni tecnologiche porteranno disruption secolare. Sul paniere tematico, focus su lotta alle emissioni e tutela delle foreste
L’esperto suggerisce di monitorare con molta attenzione il linguaggio dei policy-maker, per cogliere qualsiasi accenno a un cambio di passo che potrebbe deludere i mercati
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