Cathie Wood vende Meta. Riposizionamento strategico?
La nota investitrice californiana, con una mossa che ha sorpreso il mercato, ha ridotto per la prima volta da un anno la sua partecipazione nel colosso social
4 min
Gli investitori farebbero meglio a non desiderare che la Fed metta in pausa il rialzo dei tassi a settembre, contando sul fatto che la sospensione sull’irrigidimento della politica monetaria possa ridare slancio a un mercato azionario in sofferenza. E, a conti fatti, è anche improbabile che la Fed alla fine decida di optare per una pausa. A sostenerlo è Mohamed El-Erian, Chief Economic Advisor di Allianz, la società madre di Pimco, in cui in precedenza l’economista ha ricoperto il ruolo di Ceo e co-chief investment officer, nonché presidente del Queen’s College dell’Università di Cambridge. El-Erian, considerato un vero e proprio guru e un grande esperto di Fed, negli ultimi tempi ha espresso a più riprese un certo pessimismo sulle prospettive dell’equity, sulla crescita economica, sulle dinamiche dell’inflazione e sui contraccolpi della forza del dollaro.
“L’aumento dei prezzi delle azioni della scorsa settimana ha suggerito che molti investitori desiderano ancora che la Federal Reserve intervenga per contrastare le pressioni al ribasso sul mercato. Le speranze di questa opzione, tuttavia, potrebbero confondere la volontà della Fed di agire con la sua capacità di farlo”, ha scritto El-Erian in un editoriale su Bloomberg.
Recentemente, il presidente della Fed, Jay Powell, aveva reso noto che la banca centrale, dopo il rialzo di mezzo punto ad aprile, era intenzionata a procedere a ulteriori rialzi dei tassi a giugno e luglio. Ma la scorsa settimana i mercati hanno infatti vissuto un momento di entusiasmo dopo che Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, ha aperto la porta alla possibilità che la Fed sospenda i rialzi dei tassi a settembre. Ma secondo El-Erian, tale pausa sarebbe giustificata non tanto dal fatto che la Fed abbia ripreso il controllo dell’inflazione, quanto piuttosto dalle preoccupazioni per gli effetti di una continua stretta sui mercati azionari. Una premessa, secondo l’esperto, che potrebbe portare la Banca centrale Usa a compiere delle scelte sbagliate.
In un recente sondaggio Pew, l’inflazione è risultata in cima alla lista dei problemi che preoccupano maggiormente gli americani. Un timore condiviso anche da El-Erian, convinto che allo stato attuale l’inflazione non si un problema di facile o rapida soluzione. “Ci troviamo di fronte a due alternative, nessuna delle quali è molto piacevole”, in termini di opzioni della Federal Reserve. L’inflazione è “l’ennesimo grande fattore di disuguaglianza”, ha dichiarato l’esperto in un’intervista a Msnbc, precisando che quella che in Occidente è una crisi del costo della vita, “è una minaccia di carestia nei Paesi africani più fragili”.
Stando così le cose, è illusorio pensare che la Fed cambi direzione solo per rilanciare le azioni. Certo, secondo El-Erian una strada per combattere l’inflazione ci sarebbe: occorrerebbe dare slancio all’economia sul lato dell’offerta, rimuovendo i colli di bottiglia della supply chain e promuovendo un aumento della produttività. Uno scenario del genere “richiederebbe anche un aumento della partecipazione alla forza lavoro e un mix di risparmi personali accumulati e aiuti statali mirati per consentire alla maggior parte delle famiglie di superare il periodo di transizione”.
Un secondo scenario, che secondo il Chief Economic Advisor di Allianz sarebbe pericoloso, vedrebbe invece misure che potrebbero amplificare la pressione che le famiglie devono affrontare a causa dell’aumento dei prezzi. In questo caso, la domanda aggregata si ridurrebbe in tutta l’economia, poiché la riduzione dei consumi scoraggerebbe gli investimenti delle imprese e le esportazioni. “E la Fed, che sta giocando a rimpiattino, sta calcolando male gli effetti del contemporaneo aumento dei tassi e della contrazione del suo bilancio. Le pressioni inflazionistiche si attenuerebbero, ma a un costo significativo per il benessere economico, sociale e finanziario degli americani”, scrive El-Erian.
Una delle maggiori minacce alla stabilità economica nei prossimi 18 mesi è che la Fed finisca in un ciclo “go-stop-go”, ovvero che aumenti i tassi e poi si fermi, per poi essere costretta a ricominciare, perché un simile approccio condannerebbe l’economia statunitense a un periodo molto più lungo di dolorosa stagflazione e aumenterebbe il rischio di recessione.
La settimana scorsa, El-Erian aveva anche affermato in un’intervista che la stagflazione è la “cosa peggiore” per la Federal Reserve, perché mette in conflitto i due obiettivi del famoso doppio mandato della banca centrale: mantenere la stabilità dei prezzi e la massima occupazione. Questo pone senza dubbio la Fed di fronte a scelte difficili: continuare ad alzare i tassi per combattere l’inflazione, rischiando di far precipitare l’economia in una recessione, oppure ignorare l’aumento dei prezzi al consumo e sperare che un rallentamento della crescita riporti l’inflazione ai livelli target.
La stagflazione, ha dichiarato l’economista, è ormai uno scenario inevitabile. Sarebbe stata evitata, a detta dell’esperto, se la Fed non avesse tergiversato, e avesse aumentato subito i tassi di interesse quando l’economia si stata riprendendo dalla pandemia, anziché insistere a ripetere – come ha fatto a lungo – il ritornello della natura “transitoria” dell’inflazione.
Ma lo stesso non vale per la recessione, sulla quale El-Erian ha una posizione più ottimista rispetto a molti altri osservatori. Muovendosi correttamente, la Fed potrebbe ancora scongiurare lo scenario di una recessione.
L’idea a cui gli investitori si devono abituare, secondo l’ex Ceo di Pimco, è che i mercati attraverseranno una fase turbolenta, in cui è irrisorio pensare che ci siano delle nicchie di investimento “safe haven”. El-Erian ritiene che i recenti crolli dei titoli azionari statunitensi segni una nuova fase di sell-off, in cui a tenere banco saranno non solo i timori (giustificati) sui rialzi dei tassi, ma anche le preoccupazioni sugli utili in vista del rallentamento dell’economia, in un contesto di incertezze legate alla guerra in Ucraina e alle tensioni sulle materie prime.
Ma il problema non riguarda solo l’azionario. “I mercati sono stati distorti per così tanto tempo che al momento non esiste un safe haven: questa è la nostra realtà in questo momento. Quindi occorre gestire la mitigazione del rischio senza potersi affidare ad asset sicuri, e questo è davvero insolito”, ha detto El-Erian durante un webcast. Non è un caso, infatti, ha commentato l’esperto in una diversa occasione, che attualmente molti investitori si stiano orientando sui mercati privati, per trovare rendimenti senza affrontare la volatilità dei mercati regolamentati.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.