L’ascesa dei populisti oltre le attese farebbe aumentare i costi di rifinanziamento per la periferia, mettendo sotto pressione bond ed euro. Nell’occhio del ciclone anche i risky asset
Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im Italia
Le elezioni europee si avvicinano a passi da gigante e il rischio che ne risulti un’Europa più vulnerabile è ancora elevato, mentre i populisti, come testimoniano i sondaggi avanzano a scapito di popolari e socialisti. “Le elezioni europee del 2019 sono considerate un banco di prova fondamentale per il futuro dell’Unione – dice Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im Italia – Ma non ritengo che un’ulteriore frammentazione del Parlamento europeo, in questa tornata elettorale, sarà abbastanza marcata per insidiare la tradizione europea di una coalizione tra popolari e socialisti”.
Questo perché il panorama è ancora molto frammentato e l’ascesa dei movimenti politici sovranisti è legata a problematiche regionali: il quadro cambierebbe se il futuro fosse caratterizzato da alcuni anni di recessione, che metterebbero in discussione i partiti tradizionali. “Il pericolo di un Parlamento europeo indebolito, e di riflesso la percezione di un’Europa politicamente ed economicamente vulnerabile, è reale, ma penso che il rischio vero arriverà tra cinque anni e non nel maggio 2019”, continua Tentori.
Italia a rischio crisi di governo
Philippe Ferreira, senior cross-asset strategist di Lyxor Asset Management
Mentre per l’Italia esiste un rischio politico ben superiore, per il malcontento che genera l’economa, con il Pil che mostra un’accentuata debolezza e il debito che continua a crescere . “Se le elezioni europee dovessero confermare la tendenza dei sondaggi, che danno in forte aumento la popolarità di Matteo Salvini, la tenuta del governo stesso potrebbe essere messa in discussione – sottolinea il chief investment officer di Axa Im Italia – Ovviamente siamo nell’ambito della fantapolitica, ma uno scenario non del tutto improbabile prevede nuove elezioni politiche e la formazione di un Governo di centro-destra a trazione Lega”. Queste elezioni parlamentari sono in ogni caso – e differentemente da quanto avvenuto tradizionalmente – un catalizzatore per le dinamiche dei mercati e sono “motivo di preoccupazione per gli investitori alla luce delle potenziali implicazioni negative per il mercato associate all’aumento dei partiti populisti di destra”, afferma Philippe Ferreira, senior cross-asset strategist di Lyxor Asset Management.
I sondaggi Le elezioni del Parlamento europeo si tengono ogni cinque anni e a suffragio universale. In queste elezioni, i voti andranno a 705 eurodeputati (meno rispetto ai 751 del 2014), tra il 23-26 maggio nei 27 Stati membri dell’UE. Sebbene questa sia l’unica istituzione dell’UE a essere eletta direttamente, l’affluenza alle urne è diminuita costantemente e in maniera sostanziale tra il 1979 e il 2014, passando dal 62% nel 1979 (UE 9) al 43% nel 2014 (UE 28).
“I sondaggi suggeriscono attualmente una crescita contenuta dei partiti anti-establishment – spiega Ferreira – ma vale la pena ricordare che questi hanno colto di sorpresa gli investitori negli ultimi anni, come nel caso del referendum sulla Brexit o delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Inoltre, per la prima volta dal 1979, i sondaggi indicano che i due maggiori gruppi politici europei (PPE e S&D) non otterranno la maggioranza dei seggi (cioè 353 seggi nel prossimo mandato). Ciononostante, i partiti pro-UE dovrebbero ancora detenere una maggioranza, principalmente grazie alla probabile crescita del gruppo liberale ALDE”.
Tuttavia, se così non fosse la situazione muterebbe radicalmente. Secondo i sondaggi attuali, i partiti euroscettici di destra potrebbero ottenere il 25% di tutti i seggi, dal 20% dell’ultima tornata (quasi il 40% includendo i gruppi euroscettici/nazionalisti di sinistra). Ciò potrebbe portare a uno stop del progetto UE. “Il bilancio dell’UE potrebbe essere più limitato e gli interessi nazionali potrebbero tornare in primo piano – dice Ferreira – Anche le autorità sovranazionali potrebbero potenzialmente disporre di meno potere. In ultima analisi, le norme fiscali potrebbero essere messe in discussione, il che si tradurrebbe probabilmente in costi di rifinanziamento più elevati per paesi come l’Italia, la Grecia e il Portogallo, che sopportano un pesante onere del debito pubblico”.
Turbolenze su valute e bond E l’effetto si sentirebbe anche sui mercati. “Bisogna aspettarsi qualche turbolenza sui mercati valutari e obbligazionari della zona euro se i partiti euroscettici di destra superano le aspettative e/o formano una coalizione – dice Ferreira – Si tratta, certamente, di uno scenario improbabile date le divergenti opinioni dei partiti, che potrebbero diventare comunque il secondo gruppo più grande all’interno del Parlamento europeo e lasciare l’Ue di fronte a una crisi di fiducia. Ciò si tradurrebbe probabilmente in un indebolimento del rapporto euro/dollaro e in un allargamento degli spread sovrani dei paesi periferici dell’eurozona”.
Risky asset nell’occhio del ciclone Infine, “gli asset rischiosi potrebbero essere danneggiati dagli effetti negativi sul mercato se questi gruppi politici ottengono un punteggio più alto di quello attualmente suggerito dai sondaggi. Finché i partiti euroscettici non sono vicini alla formazione di una maggioranza, il che è altamente probabile, riteniamo che l’impatto sarà di breve durata”, conclude Ferreira.
L'ascesa dei partiti euroscettici preoccupa gli investitori. Ferreira (Lyxor): "Gli asset rischiosi potrebbero essere danneggiati dagli effetti negativi sul mercato se questi gruppi politici ottenessero più del quello previsto"