Fed, Powell non cambia idea: “Nessuna fretta di tagliare i tassi”
Davanti al Senato USA, il presidente ribadisce che l’economia è forte e l’inflazione elevata. E spiega che il tasso neutrale è ormai aumentato “in modo significativo”
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Dopo settimane passate a temere in Francia una vittoria di Marine Le Pen, ora i gestori guardano con apprensione al rischio di un parlamento diviso e ai difficili negoziati che saranno necessari per formare un governo. A sorpresa, infatti, gli elettori hanno relegato l’estrema destra di Rassemblement National al terzo posto e premiato la sinistra del Nuovo Fronte Popolare guidata da Jean Luc Melenchon, decretando la seconda posizione per Enseble del presidente Emmanuel Macron. Un risultato senza una maggioranza forte che dà quindi il via a un faticoso balletto di alleanze. E che vede i vincitori già divisi tra l’ala più estrema, contraria ad apparentamenti con i centristi, e lo schieramento più moderato, che fa invece appello al senso di responsabilità. Un quadro di incertezza e frammentazione politica che ovviamente non piace ai mercati.
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“La nuova Assemblea Nazionale non ha una maggioranza. I partiti di destra hanno ottenuto il maggior numero di seggi, ma la loro componente principale, l’RN, non potrà formare una coalizione con il centro”, spiega Frederic Leroux, membro del Comitato d’investimento strategico di Carmignac. Che sottolinea come non c’è spazio neppure per una coalizione maggioritaria tra il resto della sinistra e il centro. Per l’esperto, quindi, le maggioranze si formeranno in base ai provvedimenti da votare, con i temi di consenso che si preannunciano rari. “Lo scenario più probabile è quello di uno stallo che impedisca qualsiasi iniziativa legislativa di rilievo”, prosegue Leroux, chiarendo che quindi Parigi gestirà i propri affari quotidiani “in un contesto di ulteriore deterioramento dei conti pubblici”, fino al prossimo scioglimento tra oltre un anno o alle dimissioni del presidente.
Per Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, il numero di seggi ottenuti da NFP solleva automaticamente interrogativi sulle discussioni fiscali e di bilancio che si terranno in Assemblea. “Con un deficit pubblico superiore al 5% del PIL e con l’apertura della procedura per deficit eccessivo contro la Francia, il risultato elettorale del blocco di sinistra potrebbe sollevare qualche timore”, analizza. Tuttavia, a suo parere, non necessariamente seguiranno effetti dal momento che la maggioranza presidenziale non è crollata. “L’ipotesi di una coalizione ‘arcobaleno’ che vada dalla sinistra moderata alla destra moderata passando per il centro non è morta, anche se la sfida sarà significativa e difficile”, chiarisce. Inoltre, secondo l’esperto non bisogna dimenticare che lo stress sui mercati finanziari è stato generato dall’ipotesi di una maggioranza assoluta di RN. “Esclusi questi scenari estremi, la volatilità dei mercati, anche se non si riduce del tutto a causa del perdurare delle incertezze politiche, dovrebbe comunque tenerne conto”, sostiene. Per questo, Diodovich resta lievemente positivo nel breve periodo. “Crediamo che i problemi maggiori per la Francia, e per l’Europa, possano arrivare in autunno quando l’Assemblea dovrà approvare la legge di bilancio”, evidenzia.
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Dello stesso parere Luigi de Bellis, co-head of Research team di Equita. “Sono stati evitati esiti estremi e, dal punto di vista europeo, questo risultato è probabilmente il più vicino possibile a mantenere la situazione attuale, ma le prospettive restano complesse”, avverte. Non è infatti ancora chiaro quale governo potrebbe emergere e quanto sarà stabile. La principale conclusione, per de Bellis, è che un parlamento profondamente diviso causerà incertezza sulla situazione politica nel breve. “Qualsiasi governo sarà vincolato finanziariamente dall’attuale bilancio e l’alleanza di sinistra non può governare senza il supporto dei deputati di centro. Inoltre, un passo indietro sulla riforma delle pensioni sarebbe un segnale negativo per i mercati”, sostiene. La sua previsione è che, con un governo ‘sospeso’ guidato dalla sinistra, i mercati potrebbero assistere a un aumento dell’incertezza politica, con una leggera pressione sullo spread OAT-Bund.
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Anche Peter Goves, head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM, parla di un parlamento diviso, minore visibilità politica e maggiori incertezze a medio termine. “Una ‘coalizione arcobaleno’ o un governo ad interim sono possibili. Non è sicuramente il risultato più appetibile dal punto di vista politico, ma non è nemmeno il più sfavorevole per il mercato”, afferma. Quanto allo spread, Goves lo vede ancora nell’intervallo di 70-90 PB nel breve termine. “Potrà trovare un po’ di conforto, ma ci troviamo ancora di fronte a un contesto potenzialmente instabile dal punto di vista politico nel medio termine. E le relazioni con l’UE potrebbero rivelarsi tutt’altro che positive, soprattutto in ambito PDE”, mette in guardia, precisando però che il contagio della periferia dovrebbe essere “relativamente contenuto”.
Nonostante il risultato elettorale francese sia “probabilmente la soluzione migliore per le azioni europee”, Claudia Panseri, chief Investment Officer France di UBS Global Wealth Management mette comunque in conto che la volatilità potrebbe rimanere elevata. “Ci si aspetta inoltre che un certo grado di rischio politico rimanga invariato rispetto a un mese fa e che un eventuale rimbalzo del mercato sia limitato al brevissimo termine”, spiega. Nel reddito fisso, invece, l’esperta consiglia cautela sui titoli di Stato di Parigi. “Le prospettive fondamentali del credito sovrano francese si stanno deteriorando, a nostro avviso, con un rapporto debito/PIL elevato e in crescita, deficit fiscali elevati e un costo di finanziamento in aumento”, conclude.
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