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Per Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investment Partners, Giorgia Meloni seguirà le orme di Mario Draghi, almeno in materia di disciplina fiscale e relazioni con l’Europa. E Mauro Valle, head of Fixed Income della società, raccomanda: essere leggermente costruttivi nella strategia di investimento in ottica delle prime decisioni dell’Esecutivo può essere un piano adeguato allo scenario attuale
La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni politiche italiane. Fratelli D’Italia in testa, si è rivelata primo partito. Assieme a Forza Italia e Lega, hanno ottenuto complessivamente circa il 44%. Giorgia Meloni ha portato, in termini di preferenze percentuali, il suo partito da un 4% circa al 26%. L’8% in più rispetto al secondo partito italiano, cioè il PD.
Le testate estere complessivamente non hanno salutato troppo positivamente la vittoria della coalizione di centrodestra, mentre il mercato — che gli analisti temevano potesse rispondere in modo totalmente negativo — sta valutando il nuovo governo passo per passo, tenendo anche conto che è ancora presto per tirare le somme visto che il la presunta nuova premier si insedierà con i suoi solo a metà ottobre.
Volatilità sui Btp e rischi di mercato
In ogni caso le prime reazioni (benché minime da parte dei mercati) non sono mancate. “Lo spread si è un po’ allargato in questi tre giorni per effetto del timore che il centrodestra abbia un atteggiamento euroscettico”, spiega Mauro Valle, head of Fixed Income di Generali Investment Partners, durante un evento in streaming sulla piattaforma FR|Vision.

Il gestore avvisa per l’appunto che è ancora presto per il mercato al fine di prendere una posizione precisa, anzi guardingo osserva le prossime dichiarazioni del governo specialmente in relazione all’Europa. Uno degli interrogativi del mercato è infatti quello di capire il rapporto con l’Europa del nuovo governo italiano, viste il precedente euroscetticismo del partito, gradualmente diluito durante la campagna elettorale.
“Nel 2018 il rischio politico era stato prezzato dai mercati dopo la nomina di Conte come primo ministro, quando ormai si parlava di Euroexit. Al momento non c’è questo rischio, ma i mercati si stanno comportando allo stesso modo” specifica Valle. “Essere leggermente costruttivi nella strategia di investimento, in ottica di lungo periodo, aspettando i primi passi del nuovo governo, potrebbe essere un piano adeguato allo scenario” conclude l’esperto.
Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investment Partners, rassicura sottolineando come “l’equilibrio di poteri all’interno della coalizione dovrebbe anche ridurre il rischio di scelte politiche estreme a livello di gestione della spesa pubblica e rapporti con l’UE”.
I mercati inoltre guarderanno alle prime politiche fiscali ed economiche del nuovo governo, che al momento sono state raggruppate in un “programma di politica economica piuttosto vago”. Tuttavia, l’esperto ancora una volta descrive uno scenario in linea con la strada intrapresa dal governo Draghi. “La legge di bilancio del 2023 resterà allineata alle priorità fissate dal governo uscente almeno per quattro ragioni”, dice Zanghieri, “l’Italia non può prescindere dagli obiettivi e dai traguardi stabiliti per ricevere i fondi NGEU, tutte le risorse dovranno essere destinate ad attutire l’impatto della crisi energetica sulle famiglie e le imprese, si dovrà mantenere la disciplina fiscale per dissipare i dubbi riguardo all’idoneità del paese allo scudo antiframmentazione della BCE. E ci sono limiti temporali vincolanti, visto che la bozza del bilancio deve essere pronta entro la fine di ottobre”.
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