Emergenti, ecco come possono beneficiare dell’aumento degli inflow
25 febbraio 2019
di DANIELE RIOSA
1 min
Biggs (Gam): “Un aumento dei flussi in ingresso alimenterebbe la liquidità interna, sosterrebbe la crescita del credito, riporterebbe l’impulso di credito in territorio positivo”
“I fondamentali macroeconomici nei mercati Emergenti sono, a nostro giudizio, robusti. All’inizio del 2018 la bilancia commerciale di tali mercati ha iniziato a entrare in deficit e, quando i flussi di capitale in ingresso hanno rallentato, le riserve in valuta estera hanno incominciato a diminuire mettendo sotto pressione le loro monete”. Mike Biggs, investment manager delle strategie obbligazionarie local emerging market di GAM Investments, fa il punto sul mercato obbligazionario emergente e le relative opportunità di investimento.
“Nel secondo semestre del 2018 – sottolinea l’esperto – è iniziata una fase di correzione per i mercati Emergenti, a partire da Paesi come Argentina e Turchia. La bilancia commerciale è tornata in equilibrio e in questo momento si trova intorno allo zero. I flussi di capitale si sono stabilizzati, le riserve in valuta estera nei mercati Emergenti hanno ricominciato ad accumularsi e abbiamo assistito all’apprezzamento di queste valute. Il rallentamento dei flussi in ingresso a metà del 2018 ha due implicazioni per tali mercati”.
Da una parte, “gli afflussi sono correlati all’attività di credito interna e, a nostro giudizio, hanno probabilmente contribuito a frenare la crescita del credito nel secondo semestre. L’impulso di credito negativo alimenta i rischi di ribasso per la crescita del Pil nel 4° e nel 1° trimestre”.
D’altra parte, “il livello attuale dei flussi di capitale diretti verso gli Emergenti è relativamente basso e, di conseguenza, è più probabile che tali afflussi aumentino anziché diminuire rispetto ai livelli attuali”.
“Un aumento dei flussi in ingresso – conclude Biggs – alimenterebbe la liquidità interna, sosterrebbe la crescita del credito, riporterebbe l’impulso di credito in territorio positivo, favorendo anche la crescita del Pil reale. Probabilmente aumenterebbero anche le riserve in valuta estera”.
Håkansson (East Capital): “Il Vietnam rimane uno dei mercati più interessanti, vista la sua crescente importanza come polo produttivo, soprattutto in un periodo di tensioni commerciali tra Usa e Cina come quello attuale”
Villamin (UBP): “Pechino ha reagito con lentezza al rallentamento e ai venti contrari globali, ma ha ora mobilitato sia la politica di bilancio che quella monetaria per passare a misure più aggressive”
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