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Secondo NN IP, i costi di produzione delle rinnovabili sono scesi a un livello in cui le sovvenzioni non sono più necessarie. E ciò apre molte opportunità di investimento. Ecco quali
La transizione energetica in Europa ha raggiunto un punto di svolta. I costi di produzione delle energie rinnovabili sono scesi a un livello in cui le sovvenzioni non sono più necessarie: ora è più economico costruire e gestire un parco eolico o solare rispetto a una centrale a carbone, a gas o nucleare. Ad assicurarlo sono Maarten Geerdink, head of european equities, e Bram Bos, lead portfolio manager green bonds di NN Investment Partners, secondo cui si tratta di una pietra miliare fondamentale sulla strada verso l’eliminazione dei combustibili fossili. Come conseguenza di questo passaggio, le sovvenzioni non saranno più necessarie, anche in zone con condizioni climatiche non ottimali. E ciò apre nuove opportunità di investimento infrastrutturale.
“I cospicui investimenti infrastrutturali nelle energie rinnovabili offrono opportunità per gli investitori azionari – proseguono i due esperti -. Soprattutto nella produzione dei cavi ad alta tensione, la quantità di lavoro e il livello di visibilità di questo settore non potranno che aumentare nei prossimi anni. Inoltre, sul mercato della produzione di cavi vi sono solo due seri concorrenti (Prysmian e Nexans). Data la combinazione di queste prospettive favorevoli con l’attuale valutazione di Prysmian e il dividendo che l’azienda paga, abbiamo ritenuto opportuno avviare una posizione nelle nostre strategie high dividend europee”.
Per quanto riguarda i mercati del credito, le utility regolamentate sono tenute ad investire ingenti somme per sostenere la transizione energetica, mentre i rendimenti consentiti diminuiranno a causa del calo dei tassi di interesse, argomentano poi. “Tuttavia, al momento non prevediamo un impatto negativo sui rating del credito per i gestori di rete – chiariscono -. I nuovi livelli di emissione rimarranno sostenuti e, poiché i proventi contribuiranno a finanziare gli investimenti nelle energie rinnovabili, queste obbligazioni potrebbero potenzialmente fornire un nuovo percorso nel mercato, in rapida crescita, delle obbligazioni verdi. I green bond finanziano progetti verdi e ci aiutano a identificare le aziende che stanno passando a un modo di operare più sostenibile. Anche se le valutazioni per i servizi di pubblica utilità regolamentati sono generalmente rigide, ci piacciono questi tipi di emittenti, data la limitata esposizione in termini di prezzi e volumi, solidi fondamentali e un potenziale sostegno governativo”.
“Riteniamo che si prospettino ulteriori opportunità per gli investitori che cercano di investire nella transizione energetica su scala globale. L’Europa è stata in prima linea in questa rivoluzione, ma anche le energie rinnovabili stanno ricevendo un forte sostegno dal Nord America e da vari Paesi asiatici, in particolare dalla Cina. In Europa, le energie rinnovabili rappresentano già il 47 per cento della capacità installata e il 36 per cento della produzione di energia elettrica. Il ruolo guida della regione nella transizione energetica potrebbe servire da modello per i paesi che cercano di seguire le sue orme, creando nuove opportunità per gli investitori più esigenti”, concludono Geerdink e Bos.