Stagione assembleare Usa: sul clima si rischia di tornare indietro
Il numero di risoluzioni è sceso. Grandi asset manager, come BlackRock, hanno ridotto il loro supporto rispetto al 2019. E la Sec rende tutto più difficile
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Engagement, Stewardship, Governance: tre termini ormai in uso comune nel vocabolario degli addetti ai lavori nell’industria della gestione del risparmio ma verso cui anche gli investitori prestano sempre più attenzione.
Il motivo? Sono sempre più numerose le ricerche internazionali che testimoniano che l’attivismo da parte dei gestori nei Consigli di amministrazione (Cda) delle società partecipate può portare alla fine di ogni anno ad avere un rendimento extra nel proprio portafoglio.
Secondo la ricerca annuale “ESG Manager Survey” condotta da Russell Investments la Governance rimane il principale elemento di valutazione degli asset manager, con l’82% degli intervistati che la identifica come il criterio Esg con il maggior impatto sulle decisioni di investimento. Ciò ne riflette l’importanza nella creazione di valore a lungo termine.
Per la costruzione della tabella sono stati utilizzati i filtri ‘Low Carbon Designation’ e i ‘Sustainable Attributes’ relativi all’utilizzo di criteri Esg nei processi di investimento. Tutte queste informazioni si riferiscono alle dichiarazioni di ciascun fondo presenti nella documentazione legale.
Dal sondaggio, condotto dal team di manager-research di Russell Investments, emerge che le società di gestione tengono sempre in maggior considerazione i fattori Esg nella propria attività d’investimento: il 78% dei gestori intervistati a livello globale oggi integra esplicitamente valutazioni qualitative o quantitative dei criteri Esg (in aumento del 5% rispetto all’anno scorso).
Quasi tutte le aree incluse nello studio di Russell Investments hanno visto progressi: in particolare, l’Europa continentale ha consolidato la propria leadership, con il 97% dei gestori che integrano i fattori ESG nei processi di investimento, seguita da Australia e Nuova Zelanda (90%). Gli Stati Uniti (+11%) e il Regno Unito (+11%) hanno registrato la crescita più forte rispetto allo scorso anno.
Il divario tra la leadership europea e le altre aree si riflette nel numero di risorse dedicate esclusivamente all’Esg: il 90% dei gestori patrimoniali europei ha nel proprio organico professionisti che dedicano più del 90% del proprio tempo specificamente a questioni Esg, ossia almeno il 20% in più rispetto alle altre aree e in aumento del 22% rispetto all’anno scorso.
Un esempio recente di engagement ci arriva dalla società Nordea Asset Management (Nam) che ha guidato un pool di 21 investitori – che insieme rappresentano 4.700 miliardi di euro di Aum – nell’appello alle istituzioni finanziarie e alle società coinvolte nella costruzione di Vung Ang 2, una centrale a carbone in Vietnam. Il 22 ottobre il pool di investitori ha inviato una lettera in cui si invitano le aziende associate a Vung Ang 2 a ritirarsi dal progetto, menzionando gli elevati rischi finanziari e reputazionali legati al clima che questo comporta. La lettera sottolinea l’importante ruolo svolto dalle società quotate in borsa nell’affrontare il cambiamento climatico, così come il rischio che queste scaricano sugli investitori quando falliscono nel fronteggiare l’esposizione al rischio ambientale.
“I risultati della nostra indagine per il 2020 mostrano che il settore della gestione dei fondi sta portando avanti l’integrazione dei criteri Esg, anche in un contesto di sfide legate alla pandemia e alla volatilità dei mercati. I gestori ricercano informazioni più accurate sul tema, dedicano risorse più approfondite, adottano una più ampia considerazione all’interno dei processi di investimento e standard normativi più chiari. Nonostante la governance rimanga il criterio dominante nelle decisioni d’investimento rispetto ai fattori ambientali e sociali, lo studio rivela una crescente attenzione verso tutte e tre le aree, in particolare in Europa, dove le valutazioni sull’impatto degli elementi ambientali sono raddoppiate rispetto all’anno precedente”, sostiene Yoshie Phillips, Director of Investment Research – Global Fixed Income di Russell Investments commentando i risultati dell’Esg Manager Survey 2020.
Nel complesso quindi, l’engagement è citato come la principale fonte di informazioni sull’Esg. Nello specifico, l’engagement proattivo è diventato una caratteristica particolarmente importante tra i fund manager sul reddito fisso: il 92% dichiara di interagire regolarmente con le società in cui investe. Un numero crescente di essi, ad esempio, dichiara di utilizzare gli obbligazionisti come fonte di maggiori informazioni, per aumentare la trasparenza e influenzare le pratiche commerciali delle società sottostanti.