Dopo quello sul Bitcoin, la SEC dà il via libera anche all’ETF su Ethereum. Una svolta in inattesa che promette di accelerare l’ingresso delle criptovalute nei mercati finanziari regolamentati. Intanto le quotazioni salgono. E, secondo alcuni, potrebbero toccare nuovi record
Le cripto non smettono di farsi largo nei mercati finanziari regolamentati. Dopo il Bitcoin, anche Ethereum vedrà infatti un ETF dedicato debuttare in Borsa. La notizia è arrivata giovedì sera, quando la Security exchange (SEC) commission ha approvato le richieste di nove emittenti per negoziare a Wall Street uno strumento passivo basato sul prezzo spot della valuta virtuale. Una svolta inaspettata che ha subito messo le ali alla moneta digitale e dalla quale potrebbero scaturire scenari per tutta la categoria.
La decisione della SEC, l’equivalente statunitense della nostra Consob, è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Gli operatori erano infatti convinti di un rinvio ma martedì l’autorità di regolamentazione ha chiesto alle case in lista d’attesa di arricchire la loro istanza con ulteriori documenti e di rinunciare alla componente cosiddetta ‘staking’ sull’ETF, una caratteristica che consente di far maturare interessi a chi investe direttamente nella criptovaluta e la detiene nel tempo. Due giorni più tardi, soddisfatta la richiesta di lasciare perdere questa sorta di cedola, ecco il via libera inaspettato. Tra le aziende coinvolte figurano Ark 21 Shares, VanEck, Fidelity e BlackRock. Tutte realtà che dovranno rendere effettive le loro dichiarazioni di registrazione S1, rimanendo impegnate sulla pratica per almeno un altro paio di settimane.
I precedenti e la ‘pressione’ sulla SEC
Gli ETF spot su Bitcoin avevano già attirato l’attenzione del mondo finanziario tradizionale, sia per l’ingresso su questo mercato di player come BlackRock e Fidelity Investment sia per il grande afflusso di denaro da parte degli investitori: in soli tre mesi sono stati acquistati oltre 200mila Bitcoin e si è assistito a un’importante crescita di valore del mercato delle criptovalute. Poi è stata la volta di Hong Kong, dove in aprile la Securities and Futures Commission (SFC) ha approvato il lancio di uno strumento spot sullo stesso Bitcoin e su Ethereum. Non è da escludere che proprio tale risultato internazionale abbia aumentato la pressione sull’autorità di regolamentazione statunitense per l’adozione di una misura con cui rimanere competitiva ed evitare che il proprio mercato finanziario rimanesse indietro.
Per gli addetti c’è aria di svolta. E i prezzi salgono
Ophelia Snyder, cofounder e presidente di 21Shares
Per Ophelia Snyder, cofounder e presidente di 21Shares, si tratta di una decisione che comporta due benefici: “Porta maggiore chiarezza normativa sullo status di Ethereum negli USA e dà accesso alla valuta tramite uno strumento tanto sicuro quanto familiare agli investitori”. Il tutto senza scordare la “professionalizzazione” che viene conferita alla struttura di mercato per l’asset sottostante, esattamente come accaduto con l’approvazione degli ETF sul Bitcoin. Non stupisce, dunque, che le quotazioni siano salite nel giro di pochi giorni da 2.800 a oltre 3.800 dollari. Tanto che, nonostante ora siano ferme a 3.600 dollari, c’è chi crede possano correre ancora. Luciano Serra, country manager Italia di Boerse Stuttgart Digital, crede che i 4mila dollari siano alla portata e non esclude neppure l’ipotesi di nuovi massimi storici di qui a un anno. “Alla luce di una capitalizzazione che supera i 440 miliardi ed è pari a circa ad un terzo di quella di Bitcoin”, ha detto, “ci si attende un notevole afflusso di capitali su questi strumenti da parte sia di privati sia di soggetti istituzionali”.
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