Scontata una riduzione dei tassi di 25 punti basi. Occhi su dot plot e proiezioni economiche, che per gli analisti mostreranno un rallentamento del ritmo di allentamento
Per i mercati non sembrano esserci dubbi sul fatto che mercoledì la Federal Reserve ridurrà i tassi per la terza volta consecutiva, la seconda di 25 punti base. Tanto che, stando al FedWatch del CME, la possibilità di una mini-sforbiciata natalizia è data dagli operatori oltre il 99%. Per questo l’attenzione sarà tutta per le parole del presidente Jerome Powell e soprattutto per il dot plot, il grafico a punti che trimestralmente sintetizza le previsioni dei banchieri centrali sulla traiettoria del costo del denaro. L’obiettivo è capire a quale ritmo il Fomc intende procedere nel 2025, dopo che una forte crescita economica e un’inflazione persistente hanno rafforzato l’idea della cautela, facendo temere una pausa già a gennaio e un rallentamento generale del ritmo di allentamento.
Secondo gli economisti interpellati dal Financial Times, la Fed procederà con i piedi di piombo anche per paura che le politiche trumpianepossano far risalire i prezzi. La maggior parte degli esperti interpellati dal quotidiano vede infatti i tassi al 3,5% o più alti alla fine del 2025, mentre nelle previsioni raccolte a settembre (prima delle elezioni per la Casa Bianca) erano attesi sotto tale soglia. Una view che sta allontanando gli investitori obbligazionari dalla parte lunga della curva USA. Intanto, il New York Times avverte che Powell sembra prossimo a una nuova collisione con Trump, che da anni si auto-definisce un “uomo dai tassi bassi” e punta a riportare a zero il costo del denaro. E, secondo gli osservatori americani, le basi dello scontro Fed-Casa Bianca potrebbero essere gettate proprio al termine di quest’ultima riunione del 2024.
La view dei gestori
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia
“L’approccio della Federal Reserve in materia di tassi di interesse è l’aspetto cruciale di questo meeting”, sottolinea Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. A suo parere, sia nelle proiezioni economiche che nel grafico dot plot si potrà ricavare un cambio di atteggiamento da parte del Fomc. “Powell utilizzerà proprio le proiezioni per anticipare una possibile pausa a febbraio e una maggiore cautela nel tagliare nuovamente il costo del denaro in vista anche delle prossime politiche economiche del nuovo presidente”, spiega. Secondo Diodovich, il dot plot potrebbe evidenziare un approccio meno dovish con una mediana di banchieri centrali che potrebbe spostarsi a sole tre sforbiciate nel 2025 (range 3,50%-3,75%). “A settembre erano sei i membri che si aspettavano quattro riduzioni il prossimo anno, altri sei ne prevedevano cinque e due ne stimavano sei. Crediamo, quindi, che il taglio di dicembre possa essere definito ‘hawkish’ proprio perché la Fed potrebbe annunciare di volere andare molto più piano”.
Anche Michael Krautzberger, global cio fixed income di Allianz Global Investors, è convinto che Powell userà maggiore cautela nell’avvicinare la politica monetaria a un livello neutrale, evitando probabilmente un ulteriore taglio a gennaio intanto che valuta i dati in arrivo. “Il pricing del mercato è cambiato riflettendo una prospettiva meno accomodante, con il tasso sui Fed funds ora previsto leggermente al di sotto del 4% a giugno 2025. Pensiamo che tale aspettativa sia ragionevole in questo momento”, commenta. Per questo, dal punto di vista strategico, Krautzberger preferisce un approccio tattico alla duration, favorendo attualmente una posizione short sulla duration USA rispetto ai mercati obbligazionari europei. “Siamo anche favorevoli a strategie di steepening della curva statunitense, data l’elevata offerta prevista, e siamo positivi sugli strumenti di protezione dall’inflazione, considerando i potenziali rischi inflazionistici negli Stati Uniti nel 2025”, chiarisce.
Christian Scherrmann, US economist di DWS
Christian Scherrmann, chief U.S. economist di DWS, fa notare come la politica fiscale e commerciale dei prossimi mesi sia l’elemento di maggiore incertezza. Ed è convinto che la Fed segnalerà di aver bisogno di più tempo prima di poter abbassare i tassi a un livello neutrale, che suo parere dovrebbe attestarsi tra il 3,0% e il 3,5%. “Prevediamo che il prossimo Summary of Economic Projections mostrerà una crescita ancora robusta nel 2025, ma con un minor numero di tagli a scapito di un’inflazione leggermente più alta. Abbiamo già rivisto al ribasso la nostra previsione, passando da 5 a 3 riduzioni entro la fine del prossimo anno, incluso quello di dicembre. In termini di tempistica, potremmo vedere una Fed che si muove verso aggiustamenti trimestrali nella prima metà del 2025, per poi sospendere la normalizzazione nella seconda metà”, spiega.
Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, per il 2025 si aspetta un ulteriore taglio di 75 punti base, che porterebbe il tasso di politica monetaria nella fascia del 3,5%-3,75%. “I rischi sono orientati verso un minore accomodamento, poiché l’inflazione potrebbe sorprendere al rialzo. Inoltre, le stime dei partecipanti al Fomc riguardo al tasso dei fondi federali a lungo termine sono aumentate nel corso dell’ultimo anno e dovrebbero continuare a farlo, con la mediana del dot plot a lungo termine che salirà al 3,0%”, afferma. Evidenziando come ciò indicherebbe che la politica monetaria rimarrà più restrittiva rispetto ai cicli precedenti. Per Zanghieri, l’istituto centrale reagirà all’impatto delle nuove politiche dell’amministrazione solo quando e nella misura in cui queste influenzeranno i dati macro. Tuttavia, precisa, “le proiezioni di crescita e inflazione che verranno presentate nella riunione di mercoledì rifletteranno inevitabilmente le aspettative di ciascun membro e potrebbero mostrare una dispersione maggiore del solito”.
Blerina Uruçi, Chief U.S. Economist, Fixed Income di T. Rowe Price
Sulla stessa lunghezza d’onda Blerina Uruçi, chief U.S. economist di T. Rowe Price, che in merito alle nuove previsioni si aspetta una crescita più forte, un’inflazione più elevata e un tasso di disoccupazione più basso per il quarto trimestre del 2024 e il primo del 2025. Sulla base di questa serie di revisioni da falco, anche l’andamento del costo del denaro e il tasso neutrale a lungo termine saranno rivisti al rialzo, sottolinea: “Ad esempio le previsioni potrebbero mostrare che per il 2025 saranno appropriati tre tagli, rispetto ai quattro delle previsioni di settembre. E il dot plot di lungo periodo potrebbe essere rivisto al rialzo al 3,0% dal precedente 2,9%”. Secondo lo scenario di base dell’esperta, il Fomc taglierà i tassi di 25 pb questa settimana e di 50 pb nel 2025 per un tasso terminale del 4,0% (limite superiore). “Queste aspettative sono ora completamente prezzate e ben comprese dal mercato. Mi aspetto che Powell segnali che il ritmo rallenterà l’anno prossimo, il che potrebbe implicare che si prenderà una pausa a gennaio. Il rischio è che questa situazione possa trasformarsi in una pausa prolungata, se l’economia rimarrà resiliente e il processo disinflazionistico si bloccherà, o se le pressioni sui prezzi accelereranno nel primo trimestre”, conclude.
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