Vista la forza dell’economia Usa, il Fomc è pronto ad aumentare il ritmo della stretta e preannuncia un picco più alto. I gestori ora scommettono su un ritocco dello 0,5% punto a marzo. Cruciali i prossimi dati macro
Come i mercati temevano, la Federal Reserve è pronta ad aumentare il ritmo del rialzo dei tassi, portandoli a un livello finale più alto di quanto ipotizzato qualche settimana fa. La conferma è arrivata direttamente dal presidente della banca centrale, Jerome Powell, che in audizione davanti alla Commissione bancaria del Senato Usa ha cambiato passo e inserito la modalità hawikish alla luce della tenuta dell’economia americana.
La morsa si stringe
Jerome Powell, presidente della Fed,
“La strada per far calare l’inflazione è ancora lunga e sarà ad ostacoli. E, se necessario, la Fed è pronta ad accelerare la velocità dei rialzi in base ai dati economici. La tenuta dell’economia di fronte agli aumenti del costo del denaro indica come il livello che i tassi raggiungeranno sarà più alto di quanto anticipato”, ha affermato il governatore, sottolineando comunque che le decisioni saranno prese riunione per riunione. L’istituto centrale prosegue dunque nel suo impegno a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%: “Nell’ultimo anno abbiamo deciso azioni forti, abbiamo fatto molta strada e il pieno effetto delle nostre iniziative deve ancora mostrarsi. Nonostante questo resta del lavoro da fare”, ha spiegato Powell, ribadendo che la stabilità dei prezzi è essenziale e che ripristinarla “richiederà probabilmente il mantenimento di una politica monetaria restrittiva per diverso tempo. “Andremo avanti fino a quando il lavoro non sarà finito”, ha avvertito.
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia
Immediata la reazione dei mercati, che già dopo le primissime parole del numero uno della Federal Reserve hanno aumentato le perdite su entrambe le sponde dell’Atlantico. Tensione, in particolare, sul fronte dei bond, con il rendimento del Treasury a 2 anni salito ai massimi dal 2007 e quello del decennale tornato sopra il 4%, mentre il dollaro ha accelerato sull’euro. Gli investitori scommettono ora su un rialzo dei tassi d’interesse di 50 punti base nella prossima riunione del 21-22 marzo, mentre i future sui Fed Funds vedono il picco al 5,61%.
“Le prossime mosse della Fed dipenderanno esclusivamente dall’andamento dei dati macroeconomici”, commenta Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. Per l’esperto, quindi, la pubblicazione del report sul mondo del lavoro in programma venerdì e i dati sull’inflazione di febbraio, attesi per il 14 marzo, sono diventati ancora più significativi. “Potrebbero dare le argomentazioni ai banchieri centrali più hawkish all’interno del Fomc per accelerare il processo di rialzo dei tassi o a quelli più moderati per proseguire gradualmente con il processo di rialzo del costo del denaro”, spiega.
“Al momento non si può escludere che la Federal Reserve decida di alzare i tassi di mezzo punto nella riunione del Fomc del 21-22 marzo in caso di un mercato del lavoro ancora molto forte, come dimostrato nel report di gennaio, e con pressioni inflazionistiche crescenti. Il nostro scenario base rimane invariato su quattro aumenti consecutivi di 25 punti base nei meeting fino a luglio, che dovrebbero portare il costo del denaro negli Stati Uniti a un terminal rate di 5,50%-5,75%”, conclude Diodovich.
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