Powell ha rimandato l’allentamento ed escluso per ora una nuova stretta. Ma gli operatori sono scettici. Per i gestori, ci sono diversi scenari possibili
Falco sì, ma meno di quanto temuto. Al termine della due giorni di riunione, la Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse invariati chiarendo che la mancanza di progressi nel riportare l’inflazione al 2% richiede una particolare attenzione. Il presidente Jerome Powell ha affermato che probabilmente ci vorrà più tempo del previsto per poter procedere con un taglio dei tassi, ma ha anche frenato le paure dei mercati sulla necessità di un nuovo aumento del costo del denaro per frenare la corsa dei prezzi. Il risultato è che gli operatori, stando al FedWatch del Cme, si aspettano ora una sola sforbiciata per il 2024: a novembre. Non solo. Sui mercati serpeggia anche un certo scetticismo: nonostante le rassicurazioni, non si esclude infatti che i prossimi dati possano far cambiare ancora strategia alla banca centrale e costringerla ad una nuova stretta.
Secondo James McCann, vicecapo economista di abrdn, è ormai scontato che non ci sarà alcun allentamento fino a settembre. “La Fed ha già avvertito che i progressi sono in fase di stallo e probabilmente Powell probabilmente ribadirà il messaggio nella prossima conferenza stampa”, avverte. Per l’esperto, posto che altre cattive notizie potrebbero compromettere la possibilità di ridurre i tassi quest’anno, è però probabile che la banca centrale mantenga una politica restrittiva. Se andasse così, è la sua conclusione, “la conseguenza sarebbe una riduzione dell’inflazione nel tempo senza ulteriori strette a breve”.
Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm
Per Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, gli investitori guardano già al prossimo meeting. “Dall’entusiasmo per il miglioramento dell’equilibrio economico si è passati a toni più cauti in attesa di valutare l’evoluzione dei potenziali rischi”, commenta. Con un’inflazione superiore alle attese e un’economia ancora vivace, è il suo ragionamento, l’attenzione del mercato non può che spostarsi sulla prossima conferenza stampa di Powell nella speranza possa offrire ulteriori indicazioni sulla politica monetaria.
Xiao Cui, senior economist di Pictet Wealth Management
Più ottimista Xiao Cui, senior economist di Pictet Wealth Management, secondo cui il graduale rallentamento dei prezzi e una modesta frenata della domanda indurranno il Fomc a due sforbiciate entro dicembre. Ma i rischi sono orientati verso tagli più tardivi, mette in guardia l’esperta, che sottolinea come la solida domanda interna e l’inflazione elevata suggeriscono “un approccio paziente nell’aggiustamento delle politiche da parte della Fed”.
Di parere diverso John Lloyd, lead Multi-sector Credit Strategies di Janus Henderson, convinto che la tempistica dei tagli resti un punto di domanda. Lo specialista sottolinea come i mercati abbiano accolto con favore il comunicato e la conferenza stampa di Powell, perché molti si aspettavano un tono più falco: “Appare chiaro come la previsione di tre tagli per il 2024 fosse troppo aggressiva, con lo scenario di base che potrebbe avvicinarsi a zero o un taglio”.
Tiffany Wilding, north american economist di Pimco
Secondo Tiffany Wilding, managing director e economista di Pimco, quando la banca centrale pubblicherà le proiezioni economiche, emergerà che i banchieri hanno rivisto al rialzo sia le loro previsioni sull’inflazione Pce core sia quelle sul percorso dei tassi. “Riteniamo che la previsione mediana del costo del denaro per il 2024 rifletterà ancora l’aspettativa del Fomc di almeno un taglio quest’anno. Tuttavia, è aumentata la probabilità che non venga effettuata alcuna riduzione”, afferma la Wilding. Precisando che, nel caso in cui l’economia si indebolisse e il tasso di disoccupazione aumentasse, c’è invece da attendersi un allentamento.
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