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Secondo l’intesa provvisoria sul Regolamento, i proventi delle obbligazioni verdi Ue dovranno essere investiti in attività economiche allineate alla Tassonomia, purché i settori interessati siano da essa già contemplati
I negoziatori del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Green Bond Regulation, che permetterà la creazione di obbligazioni verdi europee (EuGB) e rappresenta un importante tassello della strategia Ue di crescita sostenibile e di economia neutrale dal punto di vista climatico. Il Regolamento consentirà di avere uno standard volontario comune per gli emittenti dell’Unione che intendono finanziare progetti di sostenibilità ambientale tramite l’emissione di obbligazioni con la denominazione di “European green bond” o “EuGB”.
In particolare, gli emittenti di green bond Ue dovranno garantire che almeno l’85% dei fondi raccolti dall’obbligazione sia destinato ad attività economiche in linea con il regolamento sulla tassonomia. “La nuova norma che stiamo definendo sarà utile sia agli emittenti di obbligazioni verdi che agli investitori in tali obbligazioni”, ha dichiarato Elisabeth Svantesson, ministra delle Finanze della Svezia, Paese titolare nell’attuale semestre della presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. “Gli emittenti potranno dimostrare che finanziano progetti verdi legittimi in linea con la tassonomia dell’Ue, mentre per gli investitori che acquistano le obbligazioni sarà più facile valutare e confrontare i loro investimenti e accertarsi che siano sostenibili, riducendo in tal modo i rischi posti dal greenwashing”.
Per i settori non ancora contemplati dalla Tassonomia e per alcune attività molto specifiche, sarà prevista una sacca di flessibilità del 15%, che servirà sostanzialmente a garantire che il Regolamento possa essere utilizzato subito, e verrà successivamente riesaminata e presumibilmente rimossa o irrigidita man mano che l’Unione procederà nel percorso di neutralità climatica e aumenteranno le opportunità di investimento nel settore degli investimenti green.
Mairead McGuinness, commissaria per i Servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l’Unione dei mercati dei capitali, ha sottolineato che “il mercato dei green bond sta crescendo fino a diventare un’importante fonte di finanziamento per le aziende che hanno bisogno di finanziare investimenti su larga scala rispettosi del clima, come le energie rinnovabili, i trasporti puliti e gli edifici ad alta efficienza energetica. Con l’European Green Bond Standard, stiamo creando un nuovo standard aureo a disposizione delle aziende che vogliono essere all’avanguardia nella transizione verso la sostenibilità”.
Disclosure allargata anche agli emittenti che non soddisfano i requisiti dello standard
Tutte le aziende che scelgono di utilizzare lo standard quando commercializzano un green bond saranno tenute a divulgare molte informazioni su come verranno utilizzati i proventi del bond, ma sono anche obbligate a mostrare come questi investimenti si inseriscono nei piani di transizione dell’azienda nel suo complesso. Lo standard richiede quindi che le aziende siano impegnate in una transizione verde generale. L’adozione dello standard garantirà inoltre agli investitori che l’obbligazione sia allineata alla tassonomia.
I requisiti di divulgazione, definiti in formati modello, potranno essere utilizzati anche dalle società che emettono obbligazioni verdi o sustainability-linked che non possono soddisfare tutti i requisiti per qualificarsi come EuGB. Queste società si assoggetterebbero così a requisiti di trasparenza ambiziosi e, di conseguenza, beneficerebbero di una maggiore fiducia da parte degli investitori. Questo aspetto è stato fortemente voluto dal Parlamento, come ha sottolineato l’europarlamentare olandese Paul Tang, esponente del gruppo S&D e rapporteur sulla proposta legislativa relativa ai green bond.
Il Regolamento introduce inoltre un sistema di registrazione e un quadro di vigilanza per i revisori esterni di obbligazioni verdi europee. Il quadro di vigilanza del regolamento prevede che le autorità nazionali competenti dello Stato membro di origine siano designate per garantire che gli emittenti rispettino il nuovo standard. Anche i revisori esterni svolgono un ruolo importante nel mercato, valutando i green bond nel dettaglio e fornendo agli investitori una conferma delle loro credenziali ambientali. Gli emittenti che si avvalgono del nuovo standard saranno tenuti ad avvalersi di tali revisori esterni in diversi momenti del ciclo di vita dell’obbligazione, anche per verificare l’allineamento dei progetti finanziati con il regolamento sulla Tassonomia.
Quali sono i prossimi passi
La proposta di regolamento è stata presentata dalla Commissione europea il 6 luglio luglio 2021, sulla base della convinzione che i green bond possano svolgere un ruolo cruciale nel finanziamento della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e possono contribuire a mobilitare il capitale necessario per raggiungere obiettivi ambiziosi in materia di clima e sostenibilità.
Il Consiglio ha poi definito la sua posizione sulla proposta il 13 aprile 2022, e i cosiddetti ‘triloghi’ (cioè i negoziati informali cui prendono parte alcuni rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione, cioè i tre organi che partecipano al processo legislativo Ue) sono iniziati il 12 luglio 2022 e si sono conclusi con l’attuale accordo provvisorio.
A seguito dell’accordo, la Commissione europea pubblicherà anche i modelli Ue per gli emittenti di altre obbligazioni con obiettivi ambientali che non utilizzano lo standard EuGB. Anche l’uso di questi modelli sarà strettamente volontario, ma la Commissione fa notare che, per la prima volta, ci sarà un modello standardizzato che gli emittenti potranno utilizzare per comunicare informazioni sull’allineamento tassonomico dei green bond, riducendo così gli oneri amministrativi e l’incertezza sia per gli emittenti di green bond che per i loro investitori.
L’accordo diverrà definitivo quando sarà confermato dal Consiglio e dal Parlamento europeo e adottato da entrambe le istituzioni. Inizierà ad applicarsi 12 mesi dopo l’entrata in vigore.
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