Nel post-pandemia le reti (ri)scoprono la consulenza evoluta
Fra gli investitori ben patrimonializzati cresce la domanda per una consulenza olistica su tutto il patrimonio. Ecco le reti più strutturate per incontrare questo tipo di esigenza
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Oggi l’età media dei consulenti finanziari iscritti all’Albo tenuto da Ocf supera i 50 anni, con punte di avvicinamento ai 60 per le reti più storiche, mentre quelli che ne hanno meno di 30 sono sotto il 2%.
Uno status quo che impone delle scelte alle reti di consulenza più grandi e capillari sia, da un lato, per ringiovanire e rafforzare le competenze professionali dei consulenti sia, dall’altro, per far compiere alla clientela quel salto generazionale che consenta di proseguire nel rapporto con l’intermediario.
Le reti storiche si stanno muovendo da diverso tempo, ma anche per quelle più giovani il momento è maturo per adoperare delle scelte nette. È con questa visione che FinecoBank da poco più di un anno si muove verso un modello organizzativo basato sul lavoro di squadra.
“Abbiamo creato FinecoTeam con l’obiettivo di sviluppare un modello che dia maggior valore alle professionalità presenti nella nostra rete”, spiega Mauro Albanese, Vicedirettore generale di FinecoBank, nel corso di un evento digitale pensato per presentare i risultati ad un anno dal lancio dell’iniziativa.
Il primo team di consulenti targato Fineco ha preso il via nel gennaio 2020 e oggi – dopo 18 mesi – la rete vanta 193 “squadre” di consulenti dislocate su tutta la penisola.
“Sono circa 2.500 i clienti di FinecoBank assistiti da un team professionale di nostri consulenti, ognuno con una sua competenza specifica”, precisa Albanese, che aggiunge di aspettarsi “grandi numeri” in termini di espansione di questo servizio.
Il modello di lavoro in team scelto da Fineco guarda le esperienze pregresse di altre reti ma soprattutto a quanto avvenuto negli Stati Uniti. “L’esperienza del mercato statunitense che ha ispirato questo progetto evidenzia come intorno al modello di lavoro in team siano organizzate le più importanti e consolidate strutture di advisory finanziaria d’oltreoceano”, aggiunge il manager che precisa la valenza meramente “organizzativa” dell’iniziativa, escludendo dunque quella “giuridica” senza però precludere la possibilità che in futuro si possa arrivare a fare ragionamenti in tal senso.
Il modello FinecoTeam prevede che ogni team possa essere composto da due fino a un massimo di cinque consulenti. All’interno del team, il consulente “leader” condivide il proprio portafoglio, in tutto o in parte, mentre i “partner” collaborano alla gestione dei clienti.
I team potranno essere di tre tipologie: Relay, Skills o Growth a seconda che si pongano obiettivi di passaggio generazionale, di condivisione di competenze specializzate o di sviluppo di segmenti di business ben definiti.
A livello tecnologico l’interfaccia digitale del progetto è stata costruita ad hoc all’interno di X-Net, la piattaforma proprietaria di consulenza evoluta di Fineco, rendendo in questo modo la gestione degli aspetti organizzativi del team flessibile e personalizzabile in base alle necessità del cliente.
“Con questo progetto si esce da una logica gerarchica di rete per entrare in una logica di networking nello sviluppo del business”, prosegue Albanese.
“FinecoTeam rientra in un progetto di più ampio respiro dedicato allo sviluppo professionale dei nostri consulenti finanziari. Si tratta di un percorso evolutivo della professione che Fineco sta portando avanti con convinzione per rafforzare e consolidare il ruolo sociale che i nostri professionisti rivestono, soprattutto quando si parla di una corretta ed efficiente gestione del patrimonio e, più in generale, di educazione finanziaria”, conclude Angelita Brambilla, Responsabile sviluppo e supporto network della banca digitale.
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