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Sono sempre più numerosi ma spesso non vengono scelti in base alle competenze nè sono autorizzati. Ecco perchè, in molti casi, finiscono per distruggere ricchezza. E tra le Autorità di vigilanza cresce l’apprensione
Investire è semplice, ma non è facile, diceva Warren Buffet. Anche scrivere un tweet con un consiglio di investimento è abbastanza semplice, più difficile invece che tale consiglio sia redditizio. Potrebbe essere questa la sintesi di “Finfluencers”, lo studio pubblicato recentemente da quattro ricercatori (A. Kakhbod, S. Kazempour, D. Livdan e N. Schurhoff) sulla rivista del Swiss Finance Institute.
Gli influencers finanziari, comunemente noti come ‘finfluencers’, sono individui che forniscono consigli di investimento sulle piattaforme di social media. Molti hanno un ampio seguito e le loro raccomandazioni possono produrre un impatto significativo sulle decisioni prese da migliaia di investitori al dettaglio. Tuttavia, nonostante la crescente popolarità di queste figure, poco si sa sulla qualità della consulenza finanziaria fornita che sono in grado di offrire, sull’impatto dei loro consigli, sulla loro base di follower e sull’attività di trading.
Gli autori hanno esaminato i dati sui tweet pubblicati da oltre 29mila finfluencer su StockTwits, la più grande piattaforma social per investitori e traders, fondata nel 2008 negli Stati Uniti.
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I risultati dei consigli di investimento dei finfluencers
Gli autori utilizzano un modello che permette di quantificare l’abilità degli influencer finanziari mediante il rendimento (su base mensile) dei consigli di investimento. Più precisamente, la misurazione della qualità del contributo viene effettuata mediante l’analisi dell’alfa, ossia il ritorno generato al netto dei tradizionali fattori di rendimento (Fama-French). Il paper suddivide i finfluencer in tre gruppi: skilled, unskilled e antiskilled. I primi, che rappresentano il 28% della popolazione, realizzano risultati positivi, anche significativi. I secondi (16%) non aggiungono alcun valore. Il terzo gruppo, numericamente più nutrito (56%), finisce addirittura per distruggere ricchezza: non solo i relativi valori di alfa risultano negativi del 2,3% al mese ma i risultati di una strategia contrarian alle raccomandazioni si dimostra in grado di produrre una performance positiva dell’1,2%. Risultati che, nel complesso, non sorprendono più di tanto e paiono in linea con la letteratura e numerosi studi pubblicati sul tema.
I followers dei finfluencers
I rendimenti generati dai consigli di investimento evidenziano una forte dispersione. Ci si attenderebbe che i migliori influencer, grazie ai migliori risultati dei propri consigli, riescano ad ottenere maggiore successo e, di conseguenza, una base di follower più consistente. Al contrario, sorprendentemente, lo studio mette in evidenza che i finfluencer meno qualificati sono seguiti da una base più ampia ed esercitano un maggiore impatto sull’operatività degli investitori retail rispetto ai loro colleghi più qualificati.
L’analisi, in buona sostanza, mostra che i risultati finanziari non spiegano in modo significativo la popolarità degli influencer: piuttosto sono più le strategie comunicative a esercitare una maggiore influenza. I finfluencers peggiori effettuano infatti comunicazioni più frequenti e la maggiore assiduità nel disseminare consigli permette loro di attrarre più utenti. Risultano anche più ottimisti (i top performer forniscono più frequentemente consigli negativi) e si dimostrano e più orientati da variabili di momentum, ossia precedenti variazioni di prezzo consistenti, forte crescita delle quantità trattate, news sulla società.
L’influenza sugli ordini degli investitori
Gli investitori utenti dei social seguono i consigli dei finfluencers? La risposta fornita dagli autori non è univoca ma ancora una volta sorprendente. L’attività di tweeting da parte di content creator finanziari non qualificati porta infatti a un aumento dei volumi di acquisti nel giorno di negoziazione successivo. Al contrario, né i post positivi né quelli negativi da parte degli esperti riescono ad avere impatto significativo sugli ordini degli investitori al dettaglio.
Se combinati con i dati sulla “popolarità”, questi risultati mostrano che gli utenti di StockTwits trattano i finfluencer antiskilled alla stregua di veri e propri guru: li seguono, ascoltano i loro consigli di investimento e poi effettuano investimenti operando nella direzione consigliata. Una dinamica che non solo aiuta a riflettere sul perché gli investitori ignorino personalità qualificate, ma fa anche intuire quanto sia alta la richiesta di consulenza finanziaria su social media e quale ruolo svolgano gli influencer di settore negli scambi eccessivi o nei prezzi inefficienti dei mercati finanziari.
L’attenzione delle Authorities
La Securities and exchange commission (Sec) è preoccupata per il fenomeno dei finfluencer, soprattutto perché la maggior parte di loro fornisce consulenza o raccomandazioni sugli investimenti al pubblico senza autorizzazione. Secondo le leggi federali statunitensi, chi da consigli finanziari dietro compenso deve infatti registrarsi presso la Sec stessa o un regolatore statale a meno che non abbiano diritto a un’esenzione. E non è la prima volta che l’Authority intraprende azioni contro individui e aziende accusate di aver violato questi requisiti, compresi coloro che operano sui social.
Nel 2021 l’Autorità europea degli strumenti finanziari (Esma) e dei mercati ha messo in guardia i risparmiatori sull’utilizzo delle raccomandazioni di investimento da fonti non regolamentate. “Una maggiore partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati azionari è auspicabile per lo sviluppo dell’Unione dei mercati dei capitali. Ciononostante, l’Esma esorta a prestare attenzione quando si prendono decisioni basate esclusivamente su informazioni provenienti dai social media e da altre piattaforme online non regolamentate, se non è possibile verificare l’affidabilità e la qualità di tali informazioni”, recita il messaggio dell’ente. Che aggiunge: “Un passo fondamentale per qualsiasi investitore prima di prendere una decisione è raccogliere informazioni sugli investimenti da fonti affidabili, tenendo presente i propri obiettivi, i vantaggi della diversificazione e la capacità di sopportare le perdite.”
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