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Il prodotto mondiale crescerà del 2% nel 2023 mentre Roma eviterà la contrazione con un +0,5%. Ma sul 2024 pesa la stretta monetaria. L’agenzia Usa vede il picco Fed al 5,5% e quello Bce al 4%
Meglio del previsto. Grazie alla riapertura della Cina, all’allentamento della crisi europea del gas e alla resilienza della domanda dei consumatori Usa, le prospettive di crescita globale per il 2023 sono migliorate significativamente rispetto a dicembre. Ne sono conviti gli esperti di Fitch Ratings, che nell’ultimo Global economic outlook (il primo aggiornamento delle previsioni dall’inizio della guerra) hanno rivisto al rialzo le stime del Pil mondiale. Bene anche l’Italia, che crescerà dello 0,5% seppur con la minaccia di una politica fiscale più restrittiva.
Il Pil mondiale crescerà del 2%
Nel dettaglio, Fitch prevede per il 2023 una crescita mondiale del 2% per quest’anno, in aumento rispetto all’1,4% stimato delle precedenti stime di dicembre. Gli analisti hanno alzato le attese in particolare per la Cina, al 5,2% dal 4,1%, per la Zona euro, allo 0,8% dallo 0,2%, e per gli Stati Uniti, all’1,0% dallo 0,2%. Rivisti al ribasso, invece, i calcoli per il 2024, quando lo sviluppo globale si fermerà al 2,4% rispetto al 2,7% originariamente preventivato. Una conseguenza, spiegano dall’agenzia di rating, dovuta “all’impatto ritardato dei rapidi aumenti dei tassi di interesse della Fed e della Bce”.
La crisi europea del gas si è “attenuata in modo significativo negli ultimi mesi: l’offerta di gas ha retto, le scorte sono migliorate rispetto alle norme stagionali e i prezzi all’ingrosso sono diminuiti drasticamente. Ciò sta favorendo le prospettive di crescita dell’Eurozona e sta attenuando le pressioni sull’inflazione complessiva”, spiegano gli esperti della società americana. Anche l’inflazione globale sembra aver raggiunto il suo picco ma, avvertono gli analisti, quella di fondo è ostinatamente alta e le banche centrali sono “preoccupate” che si consolidi. Inoltre, gli squilibri del mercato del lavoro, fonte di pressione salariale, non stanno migliorando. Per questo la previsione è che a giungo i Fed Funds raggiungano un picco del 5,5% e il tasso delle operazioni di rifinanziamento principali della Bce tocchi il 4,0%, con revisioni al rialzo di 50 e 100 punti base rispetto a dicembre.
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L’Italia evita la contrazione
Fitch vede rosa anche per l’Italia e ora stima per il 2023 una crescita al ritmo dello 0,5% invece della contrazione attesa in precedenza. La società ha però abbassato di due decimi la previsione per il 2024, all’1,3% dal precedente 1,5%. “Abbiamo aggiornato le nostre previsioni a causa di un parziale sollievo dallo shock dei prezzi dell’energia e un miglioramento della prospettive di crescita dell’Eurozona e globale”, si legge nell’outlook. E ancora: “Il governo ha disposto aiuti mirati per aiutare sulle bollette quei redditi più bassi che tipicamente hanno una maggiore propensione marginale al consumo, ma questa misura dovrebbe concludersi nel secondo trimestre del 2023. Sulla crescita del 2024 peserà anche una politica fiscale più restrittiva”.
Sulla Penisola peserà meno, invece, l’aumento del costo del denaro. “L’economia ha registrato guadagni dei prezzi delle proprietà più modesti e ha un rapporto debito delle famiglie/Pil inferiore rispetto al media dell’Eurozona. L’utilizzo da parte dei nuclei di mutui a tasso variabile è aumentato a partire dal 2021 a incidere sulla maggioranza dei nuovi finanziamenti ma lo stock in essere è prevalentemente a tasso fisso”, spiegano da Fitch, secondo cui ancora una volta a incidere positivamente è il tasso risparmio che rimane relativamente alto. Infine, per quanto riguarda i prezzi, gli analisti Usa prevedono un rallentamento graduale nel corso dell’anno, con l’inflazione core che inizierà a scendere a partire da aprile.
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