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La survey Natixis Im: inflazioni e tassi restano la preoccupazione centrale ma torna l’ottimismo anche sul fronte azionario. Boom di allocazioni Esg. E la parola d’ordine è gestione attiva
Inflazione e tassi d’interesse fanno ancora paura ma il 2023 sarà l’anno del ritorno del fixed income tradizionale e di un’ulteriore affermazione degli investimenti alternativi, sempre più utilizzati per mitigare il rischio, oltre che di una ripresa delle azioni. È quanto emerge da una survey di Natixis Im, che ha raccolto previsioni e intenzioni di 441 fund selector in 29 Paesi, per un totale di oltre 30 mila miliardi di dollari di patrimonio. Ebbene, dalle risposte risulta evidente il maggiore ottimismo dei professionisti, nonostante la probabile recessione all’orizzonte e i rischi che restano numerosi e incombenti. Per questo la parola d’ordine è una sola: gestione attiva.
La recensione ci sarà ma i fund selector vedono rosa
Dopo un anno di corsa dei prezzi, turbolenze geopolitiche e energia alle stelle, anche per il 2023 i fund selector si aspettano un contesto simile, tanto che il 62% ritiene la recessione assolutamente necessaria per riportare l’inflazione sotto controllo. Proprio il carovita (70%) e i tassi d’interesse (63%) continuano a essere le principali preoccupazioni di portafoglio, mentre un passo falso delle banche centrali (52%) è al primo posto tra i rischi economici. Da segnalare poi come il 62% tema che il passaggio dal commercio globale a una produzione più domestica e alla delocalizzazione possa ostacolare la crescita.
Insomma, i rischi non mancano e si presentano in un momento in cui l’industria della gestione patrimoniale sta affrontando cambiamenti radicali, con gli investitori che cercano servizi di pianificazione finanziaria più completi e le società che lavorano per adattare le proprie offerte alle esigenze in evoluzione dei clienti. Di conseguenza, i fund selector non solo devono affrontare le sfide del mercato, ma anche offrire nuove scelte di investimento. Nonostante le prospettive difficili, la categoria rimane però ottimista per l’anno appena iniziato: il 73% afferma che manterrà o aumenterà le ipotesi di ritorno medio dell’8,8%. In pochi ritengono di dover apportare modifiche radicali alla strategia di portafoglio per raggiungere le aspettative di rendimento, eppure nelle allocazioni sono in atto piccoli ma significativi cambiamenti per affrontare l’incerto contesto economico e di mercato.
I ritocchi ai portafogli: fixed income alla riscossa
Se da un lato i fund selector considerano l’inflazione un rischio chiave per il portafoglio, dall’altro vedono una potenziale opportunità nei rialzi dei tassi d’interesse. Tre quarti degli intervistati ritiene che l’aumento dei tassi porterà a una rinascita del fixed income tradizionale, con il 51% che dichiara di voler aumentare gli investimenti in titoli di Stato e un altro 46% che espanderà le allocazioni in società investment grade. Prospettive rosse anche sul fronte azionario, dove il tentativo è di variare l’esposizione per cogliere il potenziale rialzo delle dislocazioni di mercato. Sei intervistati su dieci (59%) sono ottimisti, il 9% in più rispetto agli investitori istituzionali intervistati il mese prima.
Alternativi per mitigare il rischio (anche per i pensionati)
Anche i fund selector prevedono di mitigare il rischio attraverso il continuo ricorso agli investimenti alternativi. Quasi sei su dieci affermano di raccomandare un aumento di questo tipo di allocazioni a causa di livelli di rischio più elevati. E il 63% le consiglia anche ai pensionati per contribuire ad attenuare la loro esposizione. Scendendo nel dettaglio dell’asset class, gli intervistati sono più propensi ad aumentare l’allocazione alle infrastrutture (48%), seguite dal private equity (43%), dalle strategie absolute return (32%) e dal private debt (31%). Il 64% ritiene che nel 2023 i portafogli composti per il 60% da azioni, per il 20% da obbligazioni e per il 20% da alternativi sovraperformeranno i portafogli tradizionali 60:40.
Preferiti i fondi attivi
A sostegno di ciò, le scelte di allocazione mostrano che i fund selector guardano agli investimenti attivi come a uno strumento fondamentale per la gestione dei portafogli dei clienti nell’attuale contesto. L’80% degli investitori professionali afferma che la gestione attiva è necessaria per trovare alfa durante una recessione e il 72% ritiene che queste strategie sovraperformeranno quelle passive. Il 54% prevede inoltre che un’eventuale decrescita rivelerà le principali inadeguatezze di Etf & Co. e più della metà (67%) teme che i grandi flussi in entrata e in uscita da questi prodotti intensificheranno i già elevati livelli di volatilità del mercato. Ciò spinge il 59% del campione a considerare un aumento dell’allocazione ai fondi attivi quest’anno.
Boom di allocazioni Esg
Non si placa l’appetito per gli investimenti sostenibili. Si prevede infatti che queste allocazioni registreranno il maggiore incremento nel 2023, con il 61% dei fund selector che dichiara di voler aumentare l’esposizione. Una percentuale che sale al 74% nell’area Emea, dove la Mifid III impone a tutti i consulenti finanziari di discutere di strategie green con i propri clienti. Solo il 48% dei fund selector in Nord America ha in programma di aumentare gli investimenti sostenibili.
Molti guardano anche ai private asset per migliorare la propria offerta di sostenibilità, con il 30% che dichiara di volersi rivolgere ai mercati privati per l’impact investing. Anche se il quadro dei rendimenti inizia a cambiare, il 50% dichiara che aumenterà la propria offerta nel segmento e il 44% ritiene che questa asset class rappresenterà un rifugio sicuro per gli investitori.
Portafogli modello sempre più importanti
Intanto, i portafogli modello stanno assumendo un’importanza crescente per i fund selector che cercano di gestire le aspettative dei clienti e di unificare l’offerta di investimento: il 79% ha dichiarato che la propria società offre un qualche tipo di portafoglio modello. L’82% ritiene che i modelli consentano di offrire ai clienti un’esperienza d’investimento più coerente mentre l’86% li associa ad un approccio ottimizzato. Il 76% si dice inoltre convinto che questi strumenti aiutino a gestire l’esposizione al rischio.
Le capacità dei modelli focalizzati sugli investimenti Esg saranno al centro dell’attenzione nel 2023: quasi la metà (49%) dei fund selector ha dichiarato che la propria società intende aggiungere portafogli sostenibili alla propria offerta. Mentre i selezionatori cercano di accrescere la propria offerta di modelli, si rivolgono anche a gestori terzi. Le precedenti survey di Natixis mostrano che l’utilizzo di gestori terzi da parte dei fund selector è più che raddoppiato in due anni, passando dall’11% del 2021 al 24% del 2023.
“L’aumento dei tassi favorisce il ritorno al reddito fisso e i fund selector stanno riallocando i portafogli dei propri clienti di conseguenza, con gli investimenti sostenibili che dovrebbero registrare il maggiore incremento di allocazione nel 2023. Gli asset privati sono una tipologia di investimento sempre più popolare, con la metà degli intervistati che prevede di incrementare l’esposizione. In breve, quest’anno sarà un anno di cambiamenti tattici per generare reddito”, conclude Martin Herbon, head of global financial institutions di Natixis.
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