L’impegno sul clima paga tre volte
Il comparto “energie alternative” si posiziona in testa alla top ten delle categorie azionarie da inizio anno
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La parola che riassume il 2020 del settore del risparmio gestito è “Sostenibilità”. E non è solo un claim utilizzato dagli uffici marketing delle case d’investimento ma un’evidenza empirica che emerge con forza analizzando i dati di performance dei fondi comuni disponibili al 31 dicembre scorso.
L’ultimo osservatorio trimestrale Fida sul risparmio gestito conferma una generalizzata crescita dei mercati azionari ed in generale degli asset rischiosi ma, guardando nel dettaglio le classifiche sia per categoria che per singoli prodotti, emerge su tutti il tema delle energie alternative.
“L’indice Fida di settore compare tra i migliori sia del trimestre che del semestre con risultati rispettivamente del 27% e quasi del 50%”, commenta Luca Lodi, responsabile dell’ufficio studi di Fida.
Ma è un trend destinato a durare. Nel 2020 il recupero del settore energie alternative ha staccato tutte le altre categorie, dove la dispersione rimane alta. “In un contesto di crescente consapevolezza degli investitori riguardo alle problematiche ambientali, le strategie che puntano sulla transizione energetica hanno registrato una crescita della domanda da parte dei clienti desiderosi di cogliere le opportunità offerte dalle società che partecipano alla transizione energetica”, commentano Ulrik Fugmann e Edward Lees, co-gestori del fondo BNP Paribas Energy Transition, che si posizionano in testa alla classifica stilata da Fida dei prodotti più remunerativi dell’anno per gli investitori, in grado di battere anche le strategie più aggressive concentrate sull’azionario tecnologico Usa.
Anche tra i prodotti lo scenario è lo stesso con una preponderanza ancora più evidente e risultati che nei soli ultimi tre mesi hanno superato anche il 40%. “Un ulteriore elemento di interesse sono le differenze tra classifiche di categoria (costruite mediante indici) e quelle di prodotto che suggeriscono una elevata dispersione dei risultati e delle strategie attive che li hanno generati. Tra i prodotti emergono infatti temi di investimento parzialmente diversi e performance anche doppie rispetto agli indici di riferimento”, precisa Lodi.
In coda alle classifiche da segnalare i bond area dollaro che pagano l’indebolimento della valuta e i metalli preziosi, con l’oro che prende fiato dopo la lunga corsa durata due anni.
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