2022: fuga dai fondi articolo 6
Le strategie conformi agli art. 8 e 9 dell'Sfdr sono sempre più richieste. E molti investitori professionali sono pronti a disinvestire da quelle non in linea
4 min
Mentre a Bruxelles è scoppiata la bomba nucleare, con gli Stati membri spaccati e pronti a dare battaglia sull’inserimento di atomo e gas nella Tassonomia Ue, una ricerca rivela che sul fronte sostenibilità l’industria del risparmio gestito può fare meglio. Oltre i due terzi dei fondi, infatti, sono attualmente ancora classificati come articolo 6 ai sensi della Sfdr, il regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile entrato in vigore ormai quasi un anno fa.
Guarda anche: Tassonomia (e non solo): il 2022 della sostenibilità
Il dato emerge dal primo “Esg Barometer” di MainStreet Partners, che punta ad analizzare lo stato di integrazione dei principi ambientali, sociali e di governance tra gli asset manager e che per farlo ha preso in esame 160 player, per un totale di 4.200 fondi e Etf (oltre 50.000 Isins) e 5,6 mila miliardi di euro di asset in gestione.
Ebbene, dall’indagine è emerso che il 70% dei fondi non integra ancora alcun tipo di sostenibilità nella propria strategia d’investimento, a fronte di un 25% classificato come articolo 8, il cosiddetto “light green”, e di appena un 5% che può definirsi articolo 9, “dark green”, cioè con un forte focus Esg.
Ma il futuro lascia ben sperare. Il report infatti sottolinea come la svolta sia in atto e che c’è da aspettarsi che la maggior parte delle nuove strategie venga classificata come fondo articolo 8 nei prossimi trimestri, dato l’alto grado di eterogeneità all’interno di questa particolare categoria.
“Ci auguriamo di vedere un maggiore allineamento tra i labels della Sfdr sui fondi e le nostre valutazioni Esg man mano che i gestori patrimoniali continuano a migliorare la transizione dei processi e delle strategie di investimento – afferma Simone Gallo, managing director di MainStreet Partners -. Altrimenti, c’è il rischio che le accuse di greenwashing si realizzino su più fronti, il che sarebbe dannoso per il settore nel suo complesso, e per la fiducia degli investitori negli approcci di investimento sostenibile”.
Il metodo utilizzato da MainStreet Partners per il suo “Esg Barometer” prevede una valutazione basata su tre pilastri: il primo riguarda la società di gestione nel suo complesso e lo specifico team di portfolio manager; il secondo la strategia del fondo, includendo processo di investimento e la “mission”; il terzo le singole partecipazioni del portafoglio.
Entrando nel dettaglio dei risultati, il report evidenzia come circa un quinto (il 21%) dei fondi classificati come articolo 8 ha ottenuto un rating Esg di 3 o inferiore, su un massimo di 5, principalmente a seguito dell’analisi condotta sulla strategia e sul portafoglio. A livello regionale si nota che l’Europa è ancora in testa per quanto riguarda la disclosure sulla sostenibilità, la regolamentazione e l’integrazione Esg, mentre gli Stati Uniti stanno iniziando il loro percorso.
Nella valutazione delle differenti dimensioni dei gestori patrimoniali attraverso i filtri dei tre pilastri, viene fuori che gli asset manager di medie e grandi dimensioni hanno sovraperformato le boutique nel primo pilastro con un rating di 3,71, mentre queste hanno prevalso nel secondo con 2,37 e nterzo con 2,68.
La maglia nera della sostenibilità va ai fondi multi-asset, che tendono ad avere un minor grado di integrazione Esg nei loro obiettivi d’investimento, oltre a non essere allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile come le altre categorie. In generale, queste strategie riportano un punteggio inferiore rispetto a quelli obbligazionari e azionari per i fondi classificati come articoli 6 e 8 della Sfdr, e uno score inferiore di circa il 12% rispetto alle altre asset class quando si tratta di fondi classificati come articolo 9.
Infine, da un punto di vista tematico, la maggior parte dei fondi resta concentrata sulle questioni ambientali, mentre i temi sociali rappresentano solo il 7%. Dal momento che la maggior parte dei fondi tematici sono classificati come articolo 9, ci sono stati forti afflussi verso questo tipo di prodotti. Con le nuove normative fermamente concentrate sul raggiungimento di vari obiettivi net zero, i fondi ambientali hanno raggiunto una media di 1,3 miliardi di euro di masse in gestione, mentre le strategie con focus sulla dimensione sociale raggiungono in media i 384 milioni di euro.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.