Esg, il sesto fattore
Un segmento dell’industria che BlackRock stima attrarrà 1.200 miliardi di dollari di nuovi asset nel prossimo decennio
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Neanche il coronavirus ha fermato l’ascesa dei fondi comuni d’investimento sostenibili, che investono secondo i tre criteri sintetizzati dall’acronimo Esg.
Secondo il primo report “Global Sustainable Fund Flows”, realizzato dal team di Sustainability Research di Morningstar, si evince che la domanda globale per i prodotti Esg è forte e resistente al sell-off del mercato causato dal Covid-19.
Nel dettaglio, per il primo trimestre 2020 (gennaio-marzo), Morningstar ha stimato flussi netti globali positivi (+45,6 miliardi di dollari) nei fondi sostenibili a livello globale, contro riscatti netti per 384,7 miliardi dagli strumenti tradizionali.
Quanto emerge a livello globale, di fatto, conferma i numeri del mercato europeo, snocciolati da Morningstar a fine aprile.
Tra i punti chiave del report emerge che a livello globale, gli asset dei fondi sostenibili si attestano a 837 miliardi di dollari a fine marzo, in calo del 12% dal massimo storico di 960 miliardi di dollari alla fine del 2019. Gli asset dei fondi tradizionali hanno, in generale, subito una brusca diminuzione del 18%.
“L’Europa si conferma la regione più sensibile sui temi Esg e ha catturato il 76% del totale della raccolta e l’81% degli asset, ma l’interesse degli investitori è in crescita anche in altre regioni fra le quali gli Stati Uniti con il 23%”, spiegano gli analisti Morningstar.
Nel primo trimestre 2020, sono proseguiti i lanci di nuovi fondi (+102). Gli asset manager hanno inoltre continuato la trasformazione dei fondi tradizionali in fondi sostenibili: nel corso del primo trimestre in Europa, 24 fondi sono stati convertiti e rinominati per rendere i loro nuovi mandati sostenibili più visibili agli investitori.
Morningstar stima che negli ultimi tre anni gli investimenti sostenibili hanno acquisito una maggiore attenzione e, nonostante la recente volatilità del mercato abbia danneggiato i fondi su tutta la linea, l’interesse degli investitori sulle tematiche ambientali, sociali e di governance sembra essere più forte dei timori legati al coronavirus.