4 min
Uno studio Morningstar rivela che la classificazione dei fondi obbligazionari sotto l’articolo 8 del regolamento non ha avuto impatti significativi sul profilo di rischio/rendimento
I fondi obbligazionari rappresentano circa il 30% dei comparti classificati sotto l’articolo 8 del regolamento SFDR (Sustainable finance disclosure regulation) entrato in vigore il 10 marzo 2021. Sono molti di meno quelli che rientrano nell’articolo 9 (il 16% a fine marzo 2022).
In sostanza, le società di gestione europee hanno messo sotto il più ampio articolo 8 la maggior parte dei loro fondi che integrano i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo di investimento e hanno approcci diversificati. Il 9 è stato riservato a quelli con strategie più specializzate su green o social bond, oppure allineate agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite o a target low carbon.
Fondi classificati come articolo 8 e 9 per classi di attività
Un universo in espansione
Nonostante prevalgano nettamente i fondi azionari tra quelli classificati come sostenibili in base alla SFDR, i dati Morningstar rivelano che due delle più grandi strategie articolo 8 sono obbligazionarie. Si tratta di AB American Income e AB Global high yield. Inoltre, l’offerta di strumenti sostenibili è in continuo aumento, non solo nel segmento equity, ma anche nel reddito fisso. Nel solo primo trimestre 2022, sono stati lanciati 39 prodotti obbligazionari di questo tipo e si prevede che i debutti continueranno spinti anche dai cambiamenti regolamentari. Accanto alle strategie che integrano i criteri ESG nel processo di investimento, acquistano popolarità quelle climatiche, in particolare sui green bond.
Un altro modo per espandere l’offerta è la riproposizione di fondi esistenti in chiave sostenibile. Le ragioni di questo fenomeno sono essenzialmente due: la domanda degli investitori, soprattutto istituzionali, e lo sviluppo di sistemi e strumenti ESG, oltre alla creazione di team dedicati all’interno delle società di gestione.
Effetto SFDR sui fondi obbligazionari
Ma cosa cambia nei portafogli obbligazionari quando vengono trasformati in sostenibili per essere classificati come articolo 8 della SFDR?
Un recente studio sui fondi coperti dal team di ricerca di Morningstar rivela che l’impatto è contenuto. “La maggior parte ha dovuto disinvestire dal 2 al 5% del portafoglio e fino al 6% del benchmark”, spiega Evangelia Gkeka, senior manager research analyst. “Tipicamente sono praticate le cosiddette esclusioni basate sui valori, ossia quelle in settori controversi come le armi, il carbone termico, il tabacco o il gioco d’azzardo. Un’altra forma di esclusione è basata sulle norme internazionali, in particolare sono bandite le aziende segnalate come violatrici del UN Global compact (iniziativa delle Nazioni Unite per incoraggiare le aziende ad attuare pratiche sostenibili), o nella lista ‘nera’ del Freedom House (organizzazione non governativa che conduce ricerche e sensibilizzazione sulla democrazia, le libertà politiche e i diritti umani) o che operano in giurisdizioni ritenute troppo rischiose dal punto di vista ESG”.
Sono esempi di aziende che sono uscite dai portafogli Anglo American, Gazprom. Glencore, Volkswagen e Bayer. Tra i titoli governativi figurano quelli russi, dell’Arabia Saudita, della Cina, della Turchia e del Venezuela.
Accanto alle esclusioni, molti fondi obbligazionari classificati sotto l’articolo 8 hanno integrato, ben prima dell’entrata in vigore del regolamento SFDR, i fattori ESG nel loro processo di investimento con l’obiettivo di ridurre i rischi ambientali, sociali e di governance, migliorare il loro rating ESG o diminuire il livello di emissioni di carbonio. La maggior parte, inoltre, attua pratiche di azionariato attivo, instaurando un dialogo con i vertici delle aziende per indurre cambiamenti positivi.
Impatto limitato sul profilo di rischio/rendimento
I gestori interpellati da Morningstar sono convinti che questi cambiamenti non avranno un impatto significativo sul profilo di rischio/rendimento dei fondi e al limite questo potrebbe essere positivo. Le ragioni alla base di questa convinzione sono diverse, tra cui il limitato peso dei settori controversi nei benchmark di riferimento, i piani delle aziende energetiche e delle utilities per la transizione green, il miglior profilo di efficienza e la più alta qualità della gestione delle imprese sostenibili.
“I gestori stanno cercando di replicare il profilo di rischio/rendimento degli emittenti obbligazionari che hanno escluso, sostituendo i titoli con altri che hanno un simile comportamento”, dice Gkeka. “Ad esempio, un settore anticiclico come il tabacco può essere rimpiazzato dal farmaceutico. Per il momento, dunque, le differenze dei portafogli ‘pre e post’ articolo 8 sono minime, ma solo il tempo potrà dire se questa tendenza continuerà”.
*Editorial manager di Morningstar
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.