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Sono BFF Bank, Bnp Paribas Securities Services, State Street Bank International GmbH e SGSS. Concentrato anche il mercato dei service amministrativi: a Previnet 68 fondi su 120
Appena quattro banche depositarie si spartiscono quasi interamente una torta da oltre 140 miliardi di euro. È quanto emerge dall’analisi periodica targata Mefop PreviDATA su chi sono i player che si occupano di custodire le risorse dei fondi pensione italiani.
Com’è noto, infatti, le risorse dei fondi in gestione sono depositate presso un unico soggetto, banche e Sim autorizzate da Bankitalia, che hanno il compito di mantenerle in custodia.
Ebbene, analizzando i 103 fondi pensione, di cui 33 Fpn, 40 Fpa, 30 Fpp, emerge un mercato molto concentrato, con quattro player (cinque nel caso dei preesistenti) che hanno in deposito la quasi totalità degli oltre 140 miliardi di euro in gestione. Si tratta di BFF Bank, Bnp Paribas Securities Services, State Street Bank International GmbH e Societe Generale Securities Services.
Molto simile in termini di concentrazione la situazione del mercato nel caso dei fondi negoziali e preesistenti. Nel caso dei Fpn si contano 4 player, di cui i primi due, Bnp Paribas Securities Services e BFF Bank, coprono una quota di mercato in termini di patrimonio vicina al 75% e gestiscono 25 dei 33 fondi.
Per i preesistenti, i soggetti sono cinque: c’è infatti anche Royal bank of Canada. Ai primi due operatori, Bnp Paribas Securities Services e State Street Bank International GmbH, depositari del patrimonio di ben 17 dei 30 fondi analizzati, va il 70% del mercato.
Meno concentrato, invece, il mercato dei fondi pensione aperti, dove i primi due soggetti, State Street Bank International GmbH e BFF Bank, hanno in deposito 26 fondi dei 40 del campione di riferimento, per una quota pari a circa il 56% del patrimonio.
Service amministrativi, a Previnet 68 fondi su 120
Mefop ha anche passato in rassegna il mercato dei service amministrativi. La gestione amministrativa delle forme di previdenza complementare rientra infatti tra le attività che è possibile esternalizzare ad un fornitore, cui viene affidata la gestione dei processi e dei flussi informativi.
Dall’analisi viene fuori che dei 120 fondi pensione esaminati – 33 Fpn, 31 Fpa, 36 Fpp e 20 Pip – il ricorso all’esternalizzazione è prevalente per tutti: solo 5 tra negoziali e preesistenti, e 6 tra Pip e fonti aperti, svolgono tale funzione internamente. Tutti gli altri operano in outsourcing.
Anche in questo caso il mercato risulta essere piuttosto concentrato, con il primo soggetto, Previnet, che gestisce 68 dei 120 fondi. Nel dettaglio, per quanto riguarda i fondi negoziali, Previnet detiene, in termini di iscritti, circa il 75% del mercato, quota che sale ad oltre il 95%, includendo anche il secondo operatore, Accenture.
Analogamente, seppur in misura minore, anche per i Fpp e Fpa il mercato si concentra nelle mani dei primi due operatori. Per i preesistenti si tratta di Previnet e Accenture, che vantano una quota complessiva del 77,2%. Per i fondi aperti si tratta di OneWelf e Previnet, che insieme toccano il 72,8%.
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