Previdenza complementare, “Dal Tfr ai fondi: la ricetta per il rilancio”
Devescovi (Copernico Sim) spiega le misure da mettere in campo per avvicinare gli italiani ai fondi pensione. E assegna un ruolo fondamentale ai consulenti finanziari
3 min
Nonostante il rallentamento da Covid-19, i rendimenti dei fondi di previdenza integrativa sono tornati positivi nel terzo trimestre del 2020, confermando il recupero iniziato nei tre mesi precedenti e superando il Tfr se si guarda a un orizzonte di 10 anni. A certificarlo, la Covip, l’Autorità di vigilanza sul comparto che nel consueto report sui primi nove mesi dell’anno, specifica come al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti dei fondi negoziali sono risultati pari in media allo 0,2%.
Sono invece rimasti negativi per i fondi aperti (-0,9%), e per i Pip di ramo III (-4,7%), mentre per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, il risultato è stato pari al +1%.
“Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, essi restano nel complesso soddisfacenti nonostante la recente crisi”, sottolineano i tecnici dell’Authority. Nei dieci anni da inizio 2010 a fine 2019, infatti, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 3,6% per i fondi negoziali, al 3,8 per i fondi aperti e per i Pip di ramo III, e al 2,6% per le gestioni di ramo I. La rivalutazione del Tfr è invece risultata pari al 2% annuo. Aggiungendo ai dieci anni gli ultimi nove mesi, i rendimenti medi annui composti scendono al 3,4% per i fondi negoziali, al 3,5 per i fondi aperti, al 3,1 per i Pip di ramo III e al 2,5%i prodotti di ramo I. La rivalutazione del Tfr scende invece all’1,9% annuo.
Passando al patrimonio dei fondi pensione, la Covip evidenzia come questo sia cresciuto seppure a un ritmo più lento a causa dell’emergenza epidemiologica. Alla fine di settembre 2020 le forme di previdenza integrativa contano infatti 9,289 milioni di posizioni in essere con una crescita dell’1,9%. A questo numero di posizioni, che include anche quelle di coloro che aderiscono a più forme, corrisponde a circa 8,420 milioni di iscritti.
Rispetto alla fine del 2019, nei fondi negoziali si registrano circa 90.000 posizioni in più (+2,8%), portandone il totale a 3,250 milioni. I maggiori incrementi si riscontrano nel fondo destinato ai lavoratori del settore edile, (47.800 unità in più) e nel fondo rivolto ai dipendenti pubblici (12.100 unità in più). Nelle forme pensionistiche di mercato, i fondi aperti contano 1,593 milioni di posizioni (+2,7%). Per i Pip “nuovi” il totale delle posizioni, 3,460 milioni, è in aumento dell’1,2%, sempre rispetto a dicembre dello scorso anno.
A settembre del 2020, le risorse destinate alle prestazioni sono pari a circa 190 miliardi di euro, cinque miliardi in più rispetto a quanto rilevato alla fine del 2019. Il patrimonio dei fondi negoziali risulta pari a 58,1 miliardi di euro, il 3,6% in più. Per i fondi aperti si attesta a 23,8 miliardi e a 37,2 miliardi per i Pip “nuovi” aumentando, rispettivamente, del 4,1% e del 4,9%. I flussi contributivi nei nove mesi del 2020 hanno totalizzato 8,2 miliardi di euro. Nel complesso, la differenza del flusso incassato nei nove mesi del 2020 rispetto al corrispondente periodo del 2019 è tornata positiva, nell’ordine dell’1%.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.