Il Consumer trends, come categorizzato da Morningstar nell’ultimo report dedicato all’universo dei fondi tematici, sfiora i 34 miliardi di masse in Europa per i prodotti che investono in questo megatrend
L’ascesa della middle class nei Paesi emergenti è fra i megatrend trainanti che si sono imposti come principali driver di crescita dell’economia globale nell’ultimo ventennio. Un tema che ha fatto da volano di sviluppo per un numero sempre più alto di settori e che ha vissuto un momento di massima gloria con lo scoppio della pandemia, cui è seguita una rapida accelerazione di spese e consumi online da parte della popolazione.
Secondo i dati dell’Osservatorio e-commerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano, solo in Italia il settore nel 2021 ha sfiorato i 3 miliardi di euro, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.
Numeri che hanno attirato l’interesse degli investitori. Il Consumer trends, come categorizzato da Morningstar nell’ultimo report dedicato all’universo dei fondi tematici sfiora i 34 miliardi di asset under management (aum) in Europa per i prodotti che investono in questo megatrend (dati al 31 dicembre 2021).
Fonte: Morningstar Direct.
Investire nei Social consumer trends
Frank Di Crocco, head of Banks and Wealth Management di Invesco
“Riteniamo molto interessanti i compounder connessi allo stile di vita digitale, come l’e-commerce, i media online e i videogiochi: ad oggi tutti sembrano avere valutazioni molto interessanti ed appetibili”, conferma Frank Di Crocco, head of Banks and Wealth Management di Invesco, in relazione al fondo Invesco Global Consumer Trends Fund. E nonostante la stretta dell’emergenza pandemica si stia allentando, Di Crocco è fiducioso: “Ci aspettiamo che i consumatori preferiscano l’acquisto di esperienze a quello di beni materiali, tendenza che si diffonderà sempre più man mano che i governi rimuoveranno le restrizioni da Covid-19”.
Il 2022 potrebbe essere quindi l’anno della svolta, non solo in relazione alla definitiva uscita dalla crisi pandemica, ma anche come anno zero in cui digitale e analogico potrebbero convogliare a nozze in modo totale. “Continueranno, anche post-Covid” specifica Di Crocco riferendosi ai consumatori, “a ricercare esperienze prive di sostituti digitali validi, come i viaggi e l’intrattenimento, ed al contempo cercheranno sempre di più servizi di pubblica utilità digitali, come il ride sharing, le agenzie di viaggi online e le app di dating. In un mix ibrido, tra fisico e digitale, tutto a vantaggio del consumatore/utente”.
Sguardo a est
Nel quadro di una digitalizzazione in simbiosi con l’analogico, e inoltre in continua crescita, non è possibile non guardare in direzione est. Soprattutto in Cina dopo l’annuncio del Consiglio di Stato cinese, lo scorso 12 gennaio, del 14° piano quinquiennale (2021-2025) nel quale l’accento è posto proprio sullo sviluppo dell’economia digitale. Il Paese mira ad aumentare la proporzione del valore aggiunto delle industrie dell’economia digitale nel suo Pil fino al 10% entro il 2025. Nel 2020 pesava il 7,8%.
Hyomi Jie, gestore del fondo FF China Consumer Fund di Fidelity International
“All’interno dello spazio dei consumatori” afferma Hyomi Jie, gestore del fondo FF China Consumer Fund di Fidelity International, “i driver come l’espansione della classe media e la cosiddetta premiumisation nei modelli di spesa, sostenuti da livelli di reddito crescenti, sono tra le tendenze strutturali chiave”. Evoluzione che guarda anche al settore assicurativo “in quanto la bassa penetrazione e l’aumento dei redditi potrebbero sostenere la domanda di prodotti assicurativi supportata ancora una volta dall’urbanizzazione delle famiglie e dall’aumento della classe media”.
Nello specifico caso della Cina, è bene tener presente le incidenze delle sfide geopolitiche – fronte indipendenza energetica e transizione green – sulle abitudini di consumo delle famiglie cinesi. “L’Esg – conclude Jie – diventerà sempre più importante per investitori e i consumatori, e la strategia sui consumi cinesi è strutturalmente ben posizionata per questo trend, in quanto l’esposizione alle emissioni dei settori del consumo è molto più bassa rispetto al mercato nel suo complesso, che comprende settori tradizionali altamente inquinanti”.
Giovani di buona volontà
Verticalmente a innovazione e sostenibilità, l’attenzione degli investitori nel settore social e consumer è stuzzicata dalle nuove generazioni. In primis, dai Millennials, la generazione che si affaccia all’età adulta con abitudini di acquisto molto diverse dai predecessori della Generazione X.
“I Millennials sono diventati la generazione di consumatori più influente al mondo” afferma Laura Destribats, co-portfolio manager del GS Global Millennials Equity Portfolio. “Essendo nativi digitali, la tecnologia facilita le loro abitudini di consumo, che si concentrano prevalentemente online – incluso l’e-commerce, i social media e il dating online” continua.
Sulla spinta delle abitudini dei Millennials, sono diversi i settori destinati a una crescita importante, in relazione anche a un cambio di prospettiva della generazione man mano che si affaccia a bisogni tipici di un’età più matura. “Pensiamo ad esempio ai veicoli elettrici e a guida autonoma, ai device sempre più connessi (“Internet of Things”), all’health care e all’educazione online per i loro figli” aggiunge Destribats.
I Millennials hanno inoltre il compito di veicolare le preoccupazioni e le abitudini della generazione successiva. “Mentre la Generazione Z si fa portavoce di tali questioni” specifica Destribats, “sono i Millennials ad avere come consumatori il potere di spendere in un modo che rifletta le loro preoccupazioni sulla sostenibilità forzando così le aziende ad adottare pratiche sostenibili per allinearsi ai loro bisogni. Le aziende in grado farlo si configurano come un’opportunità potenzialmente più interessante per gli investitori”, conclude.
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“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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