In Europa le masse dei fondi tematici su intelligenza artificiale e big data arrivano a 15 miliardi di euro. Morningstar mette questa categoria tematica all’ottavo posto fra i megatrend più popolari nei portafogli degli investitori europei
Big data e artificial intelligence (AI) sono fra i megatrend più popolari nei portafogli degli investitori globali. Morningstar nel suo ultimo report dedicato all’universo dei fondi tematici stima asset under management (aum) di circa 15,5 miliardi di dollari in Europa (nel mondo si superano i 26 miliardi di dollari) per i prodotti che investono in questa particolare nicchia tecnologica. (dati al 31 dicembre 2021).
Fonte: Morningstar Direct (dati relativi all’Europa).
Nel futuro lo sviluppo del megatrend big data & artificial intelligence, sostengono gli esperti interpellati da FocusRisparmio, dovrebbe proseguire sotto la spinta di un mercato che PitchBook vede crescere a tassi del 22,6% l’anno fino al 2024.
Sebastian Thomas, gestore del Global Artificial Intelligence fund di Allianz Global Investors
“Ci troviamo nelle prime fasi di un profondo processo di disruption alimentato dagli sviluppi e dalla diffusione dell’AI, che ha il potenziale per rivoluzionare interi modelli di business e influire sul modo di vivere e lavorare dei prossimi decenni, determinando un impatto più ampio e significativo sulla vita delle persone e sulla società di quello prodotto da Internet”, sostiene Sebastian Thomas, gestore del Global Artificial Intelligence fund di Allianz Global Investors.
Nella visione del fund manager l’uso diffuso di tecnologie basate sull’AI potrebbe raddoppiare i tassi di crescita economica di molti Paesi avanzati entro il 2035. “Si prevede – racconta – che l’AI potrà contribuire ad un aumento del pil globale per 15.700 miliardi di dollari entro il 2030, e questo la rende una grande opportunità nell’ambito dell’economia attuale in rapido cambiamento”.
L’offerta di fondi tematici AI e big data
Per maggiori approfondimenti sui fondi tematici consulta il nostro cornerstone dedicato ai megatrend, con le analisi dettagliate degli specialisti. Inoltre, puoi sfogliare il nuovo Dossier Megatrend all’interno del primo numero dell’anno di FocusRisparmio Magazine.
Con il crescere delle opportunità è aumentato anche il numero di gestori interessati a posizionare la propria offerta su questo segmento di mercato. Il 2020 è stato l’anno del boom per gli emittenti con oltre 80 nuovi fondi tematici lanciati in Europa, ma sul tema AI e big data i prodotti più importanti per masse in gestione esistono già da diversi anni.
Jacques-Aurélien Marcireau, fund manager del fondo Edmond de Rothschild Fund Big Data
Allianz GIobal Investors è stato fra i primi asset manager in Europa a lanciare una strategia tematica sull’intelligenza artificiale “in grado di cogliere il potenziale dirompente delle tecnologie di AI e di catturane la crescita in modo trasversale su tutti i settori e i mercati”, spiega Thomas precisando che “non si tratta di un fondo tecnologico, ma di uno che investe su tutta la catena del valore: dalle aziende che sviluppano infrastrutture, software e applicazioni basati sull’AI, alle società appartenenti a differenti settori e industrie che adottano l’AI nei loro prodotti, soluzioni e processi aziendali”.
L’altro grande fondo della categoria tematica di Morningstar che stiamo analizzando è stato lanciato ancor prima, nel 2015, dalla casa di investimenti Edmond de Rothschild AM ed ha da poco superato un miliardo di euro di asset in gestione. “I fattori più rilevanti nel raggiungimento di questo traguardo sono stati la costanza mostrata nei risultati del fondo nel corso degli anni e il fatto che siamo rimasti fedeli alla nostra convinzione iniziale, vale a dire quella di sfruttare la grande opportunità di creazione di valore nel tema dei big data attraverso una lente unica e un processo disciplinato, investendo in tutti i settori senza dunque limitarsi alla sola tecnologia. Questo è ciò che i nostri clienti ci hanno riconosciuto e per cui hanno avuto fiducia in noi”, spiega a FocusRisparmio Jacques-Aurélien Marcireau, fund manager del fondo Edmond de Rothschild Fund Big Data.
L’importanza della selezione
Dal punto di vista del gestore attivo, la carta vincente citata da Allianz Global Investors è la competenza e la capacità di selezione. “Il nostro team di gestione ha sede a San Francisco, con accesso unico a molti degli attori chiave di questo settore. Questo si traduce in un dialogo continuo sia con società affermate che con start-up, ai fini di una migliore comprensione di come l’AI si sta sviluppando. Per noi è importante l’interazione frequente con il management delle società, anche con quelle più piccole e poco seguite: organizziamo oltre 3.000 incontri all’anno con aziende ed esperti del settore per comprendere al meglio le peculiarità di ogni società, le sue prospettive e quindi il suo valore potenziale, certi di come l’AI possa offrire importanti benefici alla collettività e al tempo stesso rappresentare un’importante opportunità di creazione di valore per gli investitori”, commenta Thomas.
Le opportunità
Chiaramente, come spiegano i gestori, la tecnologia rappresenta il principale universo d’investimento dal quale i manager tematici AI e big data attingono, ma non è l’unico. Analizzando i documenti prodotti dai principali fondi d’investimento emerge infatti la presenza anche di altri settori come il finanziario, la logistica, i consumi.
“Sempre più aziende in vari comparti stanno iniziando a ricorrere all’intelligenza artificiale per promuovere l’innovazione ed accelerare la trasformazione digitale, con notevoli vantaggi a livello di automatizzazione dei processi ed aumenti della produttività”, spiega Thomas di Allianz GI che sottolinea come molte società nei settori automobilistico, dei beni di consumo, sanitario e finanziario stanno già riscontrando i primi benefici in termini di vantaggi rispetto alla concorrenza derivanti dall’offerta di nuovi prodotti, servizi e competenze.
“Alcuni esempi di importanti applicazioni riguardano il settore dei trasporti, che potrà essere rivoluzionato dallo sviluppo dei veicoli a guida autonoma, o l’assistenza sanitaria, dove l’AI consentirà la diffusione di soluzioni di medicina sempre più personalizzate, oltre che in generale tutti i possibili utilizzi della realtà aumentata e virtuale. A livello industriale si possono citare l’automazione robotica dei processi e il ricorso a lavoratori digitali-virtuali per automatizzare mansioni ripetitive, nonché il ricorso all’Internet Of Things per prevedere e minimizzare i costi di manutenzione, o ancora l’ottimizzazione della gestione delle supply chain con la logistica predittiva, dove gli algoritmi di IA possono elaborare enormi quantità di dati delle filiere per anticipare la domanda di mercato ottimizzando approvvigionamenti e processi produttivi”, aggiunge il gestore.
I rischi
Secondo Christopher Gannatti, global head of research di WisdomTree, il megatrend AI e big data è espressione di molte growth story di successo, il che significa che effettuano reinvestimenti massicci con utili che attualmente sono bassi o addirittura negativi. Sono quindi sensibili alle fluttuazioni dei tassi d’interesse.
“È senz’altro utile – sostiene – interrogarsi su quale sarà la situazione fra 10, 20 o 30 anni ma lo è ancor di più focalizzarsi su dove potremmo trovare nel 2050 o giù di lì, pensare a ciò cui potremmo assistere nel 2022. I fattori chiave anche per l’AI sono la politica della Federal Reserve (Fed) sui tassi di interesse statunitensi o l’inflazione”.
“Con tassi di interesse nulli o prossimi allo zero, questi flussi finanziari futuri hanno un valore più elevato e, se i tassi aumenteranno, quel valore scenderà. Purtroppo, questo potrebbe avere un certo impatto su tutti i vari tipi di società tecnologiche, nell’ambito dell’intelligenza artificiale e non solo, tracciando qualcosa di più d’una semplice linea di demarcazione tra le aziende di AI più allettanti e quelle che lo sono meno. Gli investitori che hanno puntato soltanto sul 2022 contano probabilmente sulle sorprese della volatilità, ma quelli che puntano su orizzonti più lunghi potrebbero scorgere dei punti d’ingresso interessanti dopo essersi accorti che il megatrend dovrebbe avere una certa capacità di resistenza per parecchi anni, e non solo nel 2022”, analizza.
AI e big data, megatrend in evoluzione
Lo sviluppo futuro sarà quindi trasversale rispetto a settori e aree geografiche. “Nel 2021 il settore della vendita al dettaglio globale avrebbe dovuto investire nell’AI 11,8 miliardi di dollari, una cifra paragonabile con la spesa prevista per le banche (11,7 miliardi di dollari). L’aspetto più rilevante di questa statistica è costituito dal fatto che le banche non sarebbero più la categoria che investe di più; difatti, stando alle previsioni, la spesa complessiva al dettaglio relativa all’AI aumenterà da qui al 2025 ad un tasso annuo composto del 25,5%”, argomenta l’esperto di WisdomTree.
Gannatti fa notare che nel 2021, inoltre, sono avvenute complessivamente circa 130 fusioni e acquisizioni legate all’AI, per un valore superiore a 28 miliardi di dollari; per contro, nel 2020 ce ne sono state quasi altrettante (120), ma di valore ben diverso (prossimo ai 5 miliardi di dollari). “Benché sia impossibile sapere con certezza se le fusioni e acquisizioni potranno mantenere questo ritmo, il panorama indurrebbe a pensare che alcune delle più grandi società al mondo (come Amazon, Microsoft, Facebook, Alphabet, per fare alcuni esempi) continueranno ad avere grandi scorte di liquidità e la capacità costante di generarne dell’altra; oltre a una propensione ad aumentare ulteriormente le proprie competenze in materia di AI”, conclude.
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“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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