GSS bond, il 2024 chiude a quota mille miliardi. E il 2025 promette il bis
Si conferma il dominio delle obbligazioni green e degli emittenti europei. Ma sul nuovo anno pesano diverse incognite. Le analisi di S&P e MainStreet Partners
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Si intitola ‘Energy transition update: Levelized cost of electricity from renewables’ il report di Nuveen Infrastructure, datato maggio 2024, che analizza lo stato attuale del costo livellato dell’energia (LCOE) e presenta una prospettiva sui prezzi futuri di quella prodotta da tecnologie rinnovabili come l’eolico e il solare. Negli ultimi dieci anni circa, si legge nel report, “il costo delle energie rinnovabili è diminuito in modo significativo, guidando la loro diffusione su larga scala. Tuttavia, recenti problemi economici hanno causato una battuta d’arresto temporanea, con aumenti dei costi per la prima volta in anni”. La causa degli aumenti è facilmente individuabile: sfide economiche globali, inflazione, aumento dei tassi, conflitti in Europa e Medioriente e difficoltà sulle catene d’approvvigionamento. Tuttavia, secondo il report, si tratterebbe di aumenti di prezzo temporanei e infatti la tendenza a lungo termine dovrebbe essere piuttosto quella di una riduzione dei costi. Il rapporto della società tenta di spiegare il perché.
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Per l’indagine l’energia eolica onshore e quella solare fotovoltaica restano le tecnologie d’approvvigionamento energetico più economiche e andranno a coprire l’82% della creazione di elettricità a livello globale.
La prima motivazione per la quale questo fenomeno potrebbe accadere: a lungo termine “il costo livellato dell’energia di eolico e fotovoltaico” si legge, “continuerà a scendere, mentre il costo delle tecnologie energetiche tradizionali basate sui combustibili fossili aumenterà”. Il documento considera gli ultimi anni di turbolenze geopolitiche come un’eccezione in relazione al costante calo dei costi. Infatti, continua il documento, “dal 2009, c’è stato un notevole calo dell’LCOE per l’energia solare e eolica: l’LCOE per il solare fotovoltaico è diminuito dell’89%, per l’eolico onshore del 67% e per l’eolico offshore del 66%.
Il costo livellato dell’energia medio ponderato a livello globale degli impianti solari fotovoltaici di scala industriale è diminuito dell’85% tra il 2010 e il 2020, passando da 0,381 USD/kWh a 0,057 USD/kWh”. La riduzione maggiore si è registrata in India. In dieci anni, dal 2010 al 2020 i costi sono diminuiti dell’85%. Cina e Spagna hanno poi “raggiunto l’LCOE più competitivo per il solare fotovoltaico di scala industriale, con valori rispettivamente di 0,044 USD/kWh e 0,046 USD/kWh per il 2020”. Altre riduzioni significative anche per Turchia e Australia.
Stesso discorso vale per i progetti eolici onshore. “Il costo medio ponderato globale dell’elettricità tra il 2010 e il 2020 è sceso del 56%, passando da 0,089 USD/kWh a 0,039 USD/kWh, poiché i fattori di capacità media sono saliti dal 27% al 36% e i costi totali installati sono scesi da 1.971 USD/kW a 1.355 USD/kW” fa sapere il report. Mentre, “il costo medio ponderato globale dell’LCOE dell’eolico offshore è diminuito del 48% tra il 2010 e il 2020, passando da 0,162 USD a 0.084 USD/kWh. Dal suo picco nel 2007, l’LCOE medio ponderato globale dell’eolico offshore è calato del 53% fino al 2020”. Tra le riduzioni maggiori svettano Belgio e Danimarca.
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Il secondo motivo è che “i prezzi dell’energia, e quindi i ricavi dalla produzione di energia, sono aumentati in misura molto maggiore rispetto ai costi. Poiché i prezzi sono guidati dal costo dell’energia da combustibili fossili nella maggior parte dei mercati, questi prezzi rimangono ben al di sopra dei livelli pre-2020 e le rinnovabili ne beneficiano proporzionalmente di più.”
I drastici cali dei costi hanno trasformato il panorama energetico rendendo le principali fonti di energia rinnovabile (solare fotovoltaico ed eolico) più economiche delle fonti di energia convenzionale e fossile.
“Si prevede che la continua innovazione ridurrà ulteriormente i costi, migliorando la competitività anche con gli impianti esistenti alimentati da combustibili fossili”, si legge nel report che fa riferimento all’analisi di Bloomberg New Energy Finance (BNEF). Quest’ultima “mostra che il punto di riferimento globale per l’eolico offshore è ora equivalente al carbone, il più economico da quando BNEF ha iniziato a raccogliere dati nel 2009”.
Il recente aumento dei costi causato dall’inflazione e dalla crisi energetica globale rappresenta un picco a breve termine e non un problema a lungo termine per il costo livellato dell’energia da fonti rinnovabili. Le prospettive a medio e lungo termine sono positive: l’LCOE generato dall’energia solare fotovoltaica (FV) e eolica continuerà a diminuire dopo il 2024. Entro il 2030, l’LCOE dell’energia solare fotovoltaica potrebbe scendere del 55%, mentre si prevede che l’LCOE dell’eolico offshore fisso e galleggiante si riduca rispettivamente del 39% e dell’84% nel periodo 2020-2050. I combustibili fossili non sono più l’opzione conveniente per eccellenza. Gli impianti solari fotovoltaici e eolici offshore stanno conquistando quote di mercato in tutto il mondo e le energie rinnovabili stanno attirando sempre più nuovi investimenti.
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