Cambio del regime di inflazione, interesse verso nicchie del comparto tematico e digital asset. Il futuro dell’investimento per i protagonisti del settore
La fine dell’anno è alle porte, ma l’industria del risparmio gestito sta guardando già da settimane al 2023, chiedendosi cosa succederà dopo le complicazioni che hanno caratterizzato il 2022. Vale la pena ricordarle, anche solo per bilancio: lo scoppio del conflitto Russia-Ucraina ha funzionato da acceleratore per un cambio di regime dei tassi — già atteso dai gestori — e ha costretto gli Stati a interrogarsi sulla questione dell’indipendenza energetica. L’inflazione, ancora una volta già attesa dagli osservatori, non è stata temporanea, ma anzi continua a perdurare con una certa aggressività, deteriorando i risparmi degli investitori e collegandosi anche a una contrazione della crescita almeno dell’Eurozona creando il fantasma della stagflazione.
Le previsioni sul 2023 risentono dell’incertezza dell’anno che sta per terminare e risultano quindi diverse e altrettanto complesse.
Una speranza
Matteo Germano, deputy group Chief Investment Officer di Amundi
Ciò che è successo nel 2022, non è stato totalmente una sorpresa. “Ci aspettavamo forti tensioni inflazionistiche, ci aspettavamo un repricing delle obbligazioni e questo è avvenuto” afferma Matteo Germano, deputy group CIO di Amundi. L’inflazione, accelerata dalla guerra e dallo shock energetico, è stata la vera sorpresa poiché “è passata da essere temporanea, a essere più persistente e complessa da gestire”. “La diversificazione non ha funzionato nel 2022” continua Germano. “Il numero di asset class che hanno avuto performance negative è di 24 classi di attivi su 30. Le uniche performance positive sono relative a materie prime, petrolio, dollaro Usa, liquidità Usa e azioni giapponesi“.
Monica Defend, head of Amundi Institute
Il 2023, per Amundi, in base alle ricerche dell’Amundi Institute, seguirà tre precise direttrici. “La politica monetaria in America, la gestione energetica in Europa e la gestione della politica zero covid e la crescita in Cina sono i tre elementi chiave a livello domestico, ma con conseguenze a livello internazionale” afferma Monica Defend, head of Amundi Institute. “America ed Eurozona rallenteranno” continua Defend. “Al contrario della Bce, noi vediamo una recessione allo -0,7%. Partendo da Germania, Francia, Italia e Spagna”.
Ma c’è “una speranza”. Ovvero l’attesa “nella seconda metà del prossimo anno di un pacchetto di aiuti per far fronte alla crisi energetica e la volontà dei singoli stati di continuare ad implementare aiuti alle famiglie per la gestione del costo della vita”.
Anche in relazione all’inflazione le prospettive sono leggermente ottimistiche, con una Fed che potrebbe fermarsi a un aumento dei tassi pasi a 5,25%. La previsione è di un cambio del regime di inflazione per metà anno, almeno in America, passando “da un contesto di iperinflazione a un momento di semplice inflazione”.
Anche l’outlook di Ubp va nella stessa direzione. “Nel 2023 si attende una debole crescita dell’economia globale compresa tra il 2 e il 2,5% dopo il 3% del 2022 con le economie sviluppate sull’orlo della recessione, mentre si dovrebbe confermare la ripresa in Asia” a patto che la Cina riesca ad evitare la recessione tecnica dovuta alle conseguenze della politica Zero Covid.
“In termini economici, il passaggio a tassi d’interesse positivi rettificati per l’inflazione aumenta i rischi di sostenibilità del debito in un contesto in cui il rapporto debito/PIL è storicamente elevato” ricorda la società. “Il principale rischio per gli investitori proveniente dalla ricomparsa dell’inflazione elevata e dalla previsione di tassi d’interesse reali positivi e duraturi riguarda il debito accumulatosi con il calo dei tassi negli ultimi 15 anni. Nel frattempo la rimodulazione delle catene di approvvigionamento globali potrebbe trasformarsi in una vera e propria deglobalizzazione con l’acuirsi delle tensioni tra Cina e Stati Uniti”, conclude l’outlook.
Esposizione non così tematica
A livello di investimenti il portafoglio del 2023 sarà difensivo. “Ci aspettiamo” sottolinea Germano, “che durante l’anno si consolidi un modello di portafoglio da late cycle”. Un elemento chiave degli investimenti per il nuovo anno sarà il ritorno “di valore nelle obbligazioni, che avevano perso un po’ il loro ruolo”. Inoltre, “sicuramente valore nel credito, investment grade, e più cautela su emergente obbligazionario e high yield”. “Aumentare rischio all’azionario in modo molto più selettivo solo nella parte finale dell’anno” conclude Germano che chiosa: “in termini reali di rendimento, il 2022 è stato l’anno peggiore on record nella storia dei mercati finanziari”.
In relazione alle possibilità di investimenti, i gestori guardano anche alle commodity e alle infrastrutture, come fa sapere WisdomTree. “Il settore delle infrastrutture rappresenta il volano della futura crescita economica” si legge in una nota della società. “Quest’ultimo è favorito dal programma di finanziamento europeo, il RePowerEu, e dalla necessità di infrastrutture delle infrastrutture esistenti”.
Dalla ricerca della società, “CoreDATA Research, Pan-Europe Professional Investor Survey Reseach”, condotta tra luglio e agosto 2022 su 600 investitori professionali in Europa, è emerso che “il 40% ha dichiarato di non avere intenzione di cambiare la propria ampia esposizone alle commodity nel 2023”. Mentre il 22% intende aumentare “l’allocazione sulle materie prime agricole e il 19% intende aumentare la propria posizione sull’oro”.
La ricerca evidenzia anche un rallentamento dei flussi verso le strategie tematiche nell’ultimo anno. Eppure ci sono delle nicchie che, secondo la società, potrebbero continuare ad attrarre l’interesse degli investitori il prossimo anno. “Tra questi il tema delle blockchain e quello delle innovazioni che stanno trasformando l’industria automobilistica — guida autonoma, connettività, mobilità condivisa ed elettrificazione”.
Techno previsioni
Michele Quinto, country head per l’Italia di FranklinTempleton
“Il tema dei bitcoin sta distraendo l’attenzione dalla vera innovazione”. Ad affermalo è Michele Quinto, country head per l’Italia di FranklinTempleton. Il manager guarda al futuro non solo per il 2023, ma anche dei prossimi anni di lavoro per la società in occasione del 75simo anniversario dalla nascita dell’asset manager. Secondo Quinto nel futuro ci sono i digital asset, nello specifico la blockchain. Volendo allargare il campo di proiezione a un periodo più lungo del prossimo anno, per Quinto la novità che si intravede all’orizzonte è quella della Defi (finanza decentralizzata), basata per l’appunto sulla tecnologia della blockchain. “Grazie a quest’ultima”, fa sapere Quinto, “stiamo già iniziando a tokenizzare fondi comuni, dematerializzando di fatto le quote inserite nella blockchain. Un lavoro che stiamo portando avanti con la Sec” e che occuperà le scelte future di asset allocation dell’azienda. E forse dei risparmiatori.
La sfida della transizione demografica si fa sempre più incalzante per la consulenza d’alta fascia. Ma se questo fenomeno cela numerose insidie, non si può negare che una società più anziana sia anche foriera di opportunità. È quanto emerso dall'ultimo rapporto di Aipb e Kpmg, nel quale si evidenzia come il settore sia desideroso di cavalcare il nuovo trend ma abbia bisogno di alcuni accorgimenti per non cadere: primo tra tutti, riconoscere una maggiore centralità alla pianificazione patrimoniale.
Prevista una contrazione dell’economia entro fine anno. Ma sarà di lieve entità. Inflazione in calo e la prospettiva di 4 tagli dei tassi Fed aiuteranno gli investitori. Neutralità sull’equity e qualità nel reddito fisso le parole d’ordine in chiave strategica
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Quello appena iniziato promette di essere un anno positivo per l’economia tricolore: ecco perché gli investitori dovranno puntare su Piazza Affari. Una view su come farlo all'evento di Bper Banca “Ipo vs Opa: chi vincerà nel 2023 e perché”
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