Risparmio, italiani rimandati in pianificazione
Solo il 16% programma il suo futuro in vista dei progetti e delle condizioni stimate. I dati di Agos Monitor
4 min
La tutela del risparmio è fondamentale per assicurare un “futuro sostenibile” alla collettività. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito in un messaggio inviato all’Acri in occasione della 95esima Giornata Mondiale del Risparmio, l’importanza per il Paese del risparmio delle famiglie, che chiede inevitabilmente istituzioni degne di fiducia.
“Le istituzioni sono chiamate ad assicurare la fiducia nel sistema e ad applicare per prime il criterio della sostenibilità nelle politiche pubbliche”, ha affermato il Capo dello Stato in tempi di manovra economica, ricordando come il “governo della moneta comune da parte della Banca Centrale Europea esercitato in questi anni con competenza e determinazione, è un esempio dei risultati ottenuti in proposito”.
Su un altro tipo di sostenibilità, quella ambientale, ha invece posto l’attenzione il presidente dell’Acri, Francesco Profumo, secondo cui un sviluppo sostenibile “ci coinvolge tutti. Governi, imprese, università, Terzo settore, singoli cittadini, tutti sono chiamati, nei rispettivi campi e con l’operatività che gli appartiene, a fare la propria parte”. In quest’ottica, secondo Profumo, si possono immaginare “inediti partenariati pubblico-privato, capaci di coniugare ambiente e sociale, che siano capaci di sradicare una narrazione eccessivamente conflittuale e catastrofista, che spesso va per la maggiore”. Perché in questa sfida, “non ci saranno vincitori e vinti. Al contrario, dovremmo riuscire, in Italia e in Europa, a individuare soluzioni condivise e inclusive, in grado di valorizzare il contributo di tutti, in un percorso collettivo volto a immaginare e realizzare un futuro che sia, davvero, per tutti”. L’Europa, ha concluso Profumo, “può, su questo terreno, giocare il ruolo di leader, perché è ormai matura per questa rivoluzione gentile”.
Alle istituzioni si è invece appellato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha sottolineato la forte la preoccupazione di una possibile nuova recessione. “La Bce con i tassi a zero e negativi da tempo sta sostenendo imprese, famiglie e Stati per la ripresa” mentre “le banche, pur penalizzate dai tassi, sono impegnate per la ripresa”, ha detto, chiedendo dunque “alle istituzioni di fare maggiori sforzi per la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione con più misure nazionali ed europee per i fattori della competitività”.
“Le banche in Italia hanno dovuto fare ‘miracoli’ per i salvataggi delle banche concorrenti che dal 2015 sono costati ben 12,5 miliardi di euro e che continuano a crescere anche per altri costi relativi a tali crisi”, ha proseguito Patuelli ricordando come “il salvataggio di Carige è un successo delle banche attraverso il Fondo interbancario di tutela dei depositi”.
Preoccupato per il rallentamento dell’economia nazionale si è mostrato anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. “Dopo una crescita appena positiva nel secondo trimestre, l’attività economica in Italia dovrebbe essere rimasta pressoché invariata in estate”, ha affermato rilevando come “il settore manifatturiero ha fortemente risentito degli stretti legami produttivi e commerciali con la Germania” dove il Pil è sceso nel secondo trimestre. “Se protratta, la contrazione dell’economia tedesca non potrà non estendersi ad altri Paesi”, ha avvertito. “Una ricomposizione del bilancio pubblico che consenta di accrescere le risorse dedicate agli investimenti, materiali e immateriali, può stimolare l’attività economica oltre il breve termine”, ha esortato, invocando un’”opera collettiva” per la crescita, la politica economica rimuovendo i freni, le imprese e le banche dimostrandosi pronte a investire.
Quanto alle banche, gli istituti hanno ridotto in maniera decisa i crediti deteriorati, la cui incidenza sul totale dei prestiti è scesa dal 4,3 al 4% nel primo semestre e scendere al 3% a fine 2021 ma “il protrarsi dell’attuale fase di debolezza’ dell’economia potrebbe far ripartire il flusso degli Npl”, ha messo in guardia il governatore, che ha dunque esortato le banche a a proseguire “in modo ordinato ma risoluto” specie le piccole “a rafforzare i bilanci”.
Positivo ovviamente il giudizio di Via Nazionale sull’operato di Francoforte. “Non vi sono motivi per dubitare” dell’efficacia delle nuove misure annunciate dalla Banca centrale europea, che confermano una politica monetaria che “resterà decisamente espansiva”. Visco, però ha frenato su un ulteriore calo dei tassi dal -0,5% attuale: “le conseguenze di una riduzione dei tassi ufficiali su valori ancora più negativi vanno valutate con maggiore attenzione”.
“L’Eurozona resta incompleta e ha bisogno di una capacità di bilancio, di un’attività finanziaria comune sicura (safe asset) e di un coordinamento delle politiche di bilancio che potrebbe partire da ‘un programma comune di investimenti pubblici finalizzati anche al miglioramento delle principali infrastrutture – energia, trasporti, servizi urbani”, ha aggiunto.
Infine lo spread, sceso a poco più di 130 punti base dal picco di quasi 290 “grazie alla diminuzione dell’incertezza sull’orientamento delle politiche economiche nazionali, alle minori tensioni con le istituzioni europee e al maggiore accomodamento monetario”, secondo l’inquilino di Palazzo Koch. Che ha anche sottolineato come “alla flessione ha contribuito anche il calo del premio per il rischio di ridenominazione, sceso quasi a 30 punti base, ossia il premio che incorpora il rischio percepito di uscita dall’euro”.